Il ragazzo splendente

di Catherine Crowe

 

 

Al capitano Stewart, poi divenuto Lord Castlereagh, capitò, quand'era giovane, di alloggiare in Irlanda. Aveva la passione della caccia e un giorno, inseguendo la selvaggina, si allontanò così tanto che smarrì la strada. Per di più il tempo si era fatto molto brutto e, in quella difficile situazione, egli si presentò alla porta della residenza di un gentiluomo e offrendo il suo biglietto da visita chiese asilo per la notte. L'ospitalità dei gentiluomini di campagna irlandesi è proverbiale; il padrone di casa lo ricevette con calore; disse che temeva di non essere in grado di offrirgli una sistemazione comoda quanto avrebbe desiderato, dato che la casa era già piena di ospiti e che per di più alcuni forestieri, spinti dall'inclemenza della notte, avevano cercato asilo prima di lui; lo invitava però di tutto cuore ad accettare la sistemazione che poteva offrirgli; dopo di che chiamò il maggiordomo e, affidando l'ospite alle sue cure, disse di trovargli un posto da qualche parte e di fare per lui il meglio che poteva. Non c'era padrona di casa, visto che il gentiluomo era vedovo.

Il capitano Stewart trovò la casa affollata di gente che formava proprio un'allegra compagnia. Il suo ospite lo invitò a trattenersi e gli promise una buona battuta di caccia se avesse prolungato la sua visita di qualche giorno: in breve, egli si ritenne molto fortunato di essersi imbattuto in un posto così piacevole.

Alla fine, al termine di una gran bella serata, tutti andarono a letto e il maggiordomo lo condusse in una grande stanza, quasi priva di mobili, ma con un gran fuoco di torba che ardeva nel camino, e sul pavimento un giaciglio fatto di mantelli e di svariati altri materiali.

Cionondimeno, alle stanche membra del capitano Stewart, che aveva avuto una dura giornata di caccia, apparve molto invitante; prima di sdraiarsi, però, pensò che fosse opportuno smorzare un po' il fuoco, che lanciava vampate su per il camino in un modo che gli sembrava pericoloso. Una volta fatto questo, si distese sul suo giaciglio e presto s'addormentò.

Credeva di aver dormito circa un paio d'ore quando si svegliò improvvisamente e sobbalzò, vedendo nella stanza una luce così vivida che credette stesse andando a fuoco; ma girandosi a guardare il camino, vide che la fiamma era spenta, sebbene fosse proprio da li che proveniva la luce. Si drizzò a sedere sul letto, cercando di capire cosa fosse, e distinse la figura di un bel giovane nudo, circonfuso da una luce abbagliante. Il ragazzo lo guardò con aria grave, poi l'apparizione si dissolse e tutto tornò buio. Il capitano Stewart non pensò neppure lontanamente che quel che aveva visto fosse di natura soprannaturale e non ebbe dubbi sul fatto che il padrone di casa, o gli altri ospiti, avessero tentato di spaventarlo. Si senti quindi indignato di fronte a una tale libertà e la mattina successiva, quando scese per la colazione, badò bene di manifestare il suo dispetto tenendo un atteggiamento riservato e dichiarando la sua intenzione di andarsene immediatamente. Il padrone di casa protestò, rammentandogli la promessa fatta di restare per andare a caccia. Il capitano Stewart si scusò con freddezza e l'ospite, vedendo che c'era qualcosa che non andava, alla fine lo prese da parte e sollecitò una spiegazione; al che il capitano Stewart, senza entrare nei particolari, rispose che era stato vittima di una sorta di scherzo che egli riteneva assolutamente ingiustificabile nei confronti di un forestiero.

Il gentiluomo ritenne che la cosa non fosse impossibile, tra un comitiva di giovani spensierati, e si rivolse a quelli affinché gli presentassero le loro scuse; ma tutti quanti, sul proprio onore, negarono l'accusa. Improvvisamente parve che un pensiero colpisse il gentiluomo: egli si batté la mano sulla fronte, lanciò un'esclamazione e suonò il campanello.

«Hamilton», disse al maggiordomo, «dove ha dormito il capitano Stewart ieri sera?»

«Beh, signore», rispose quello, «sapete che tutti i posti erano occupati - gli ospiti erano sistemati sul pavimento, tre o quattro per camera - così gli ho dato la Camera del Ragazzo', ma ho acceso un gran fuoco, per impedire che venisse fuori.»

«Hai fatto molto male», disse il padrone di casa. «Sai che ti ho proibito assolutamente di farci stare chicchessia e che ho tolto i mobili dalla stanza per essere sicuro che non venga mai occupata.»

Poi, allontanatosi col capitano Stewart, lo informò, con tono assai grave, della natura del fenomeno di cui era stato testimone; e infine, sollecitato a dare altre notizie, confessò che esisteva una tradizione in famiglia secondo la quale quando il ragazzo splendente appariva a qualcuno, chiunque egli fosse, costui sarebbe asceso alle vette del potere; ma, raggiunta la cima, sarebbe morto di morte violenta. «E debbo dire», aggiunse, «che le testimonianze conservate sulle sue apparizioni confermano questa tradizione.»

Fiabe Irlandesi
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