L'investitura di Cuculain 1

di Standish O'Grady

 

 

Una notte, nel mese dei fuochi di Bel2, Cathvah, druido e scrutatore di stelle, stava osservando i cieli con i suoi strumenti astrologici. Accanto a lui era Cuculain, che proprio allora compiva il suo sedicesimo anno. Da quando Fergus Mac Roy era stato esiliato, Cuculain si era affezionato molto all'Arcidruido, e provava piacere nell'accompagnarlo nei suoi studì e le sue osservazioni. Improvvisamente il vecchio mise da parte i suoi strumenti e meditò a lungo in silenzio.

«Setanta», disse infine, «hai già compiuto sedici anni?»

«No, padre», rispose il ragazzo.

«Allora sarà difficile persuadere il re a farti cavaliere e arruolarti tra i suoi guerrieri», disse Cathvah. «Tuttavia dovrà esser fatto domani, perché mi è stato rivelato che colui a cui domani Concobar MacNessa farà dono delle armi diverrà famoso fino alle epoche più lontane, e fino ai limiti della terra. Tu riceverai il dono delle armi domani: fatto questo, potrai ritirarti per una stagione fra i tuoi compagni, e non uscire insieme ai guerrieri finché la tua forza non sarà matura.»

Il giorno successivo Cathvah ottenne il consenso del re all'investitura di Cuculain. Ora, la stessa mattina uno dei suoi stallieri andò da Concobar MacNessa e disse: «O condottiero della Schiera Rossa, tu sai che nessun cavallo ha mai mangiato orzo, né occupato il posto in cui stava il divino destriero che nei giorni di Kimbay MacFiontann era abituato a condurre in battaglia, insieme a un cavallo di razza mortale, la grande regina della guerra, Macha Monga-Rue; ma da allora quel posto è rimasto vuoto e nessun destriero mortale ha profanato lo scomparto in cui stava l'immortale Lia Macha. Eppure, o Concobar, mentre oggi passavo nelle grandi scuderie sul lato est della corte, dove stanno i cavalli della tua biga, e dove c'è quel posto da allora ritenuto sacro, ho visto nello scomparto vuoto una giumenta, tanto grigia da esser quasi bianca, e di dimensioni e bellezza come non ne avevo mai vedute prima, che mentre entravo nella stalla si è voltata a guardarmi. Aveva occhi molto mansueti, che tuttavia mi hanno riempito di spavento, così ho lasciato cadere il vaso in cui portavo la quagliata per il destriero di Konaul Clareena; mi si è avvicinata e ha poggiato la testa sulla mia spalla, facendo uno strano verso». Ora, mentre lo stalliere parlava così, Cowshra Mead Macha, un figlio più giovane di Concobar, si presentò al re e gli disse: «Tu conosci, o padre mio, l'edificio in cui è custodito il carro da guerra di Kimbay MacFiontann, con cui in tempi antichi insieme alla grande regina che protegge la nostra nazione e il cui nome io porto egli si dirigeva verso il luogo della battaglia; sai come è stato conservato da allora, e che è compito mio tenerlo lucido e pulito. Ora, oggi, al levar del sole, mi avvicinavo all'edificio, come mia abitudine, e nell'accostarmi ho sentito strane voci, assordanti e terribili, che venivano dall'interno, e rumori simili al clamore di una battaglia, e urla come di guerrieri nell'eccitazione del combattimento, quando alzano le loro voci con brevi intense grida mentre fanno uso delle loro armi per eludere la morte o per infliggerla. Allora mi sono ritratto spaventato, ma mi sono imbattuto in Minrowar, figlio di Gerkin, che era tornato solo la sera prima da Moharne, nell'Est, e andava a guardare i suoi destrieri; insieme abbiamo aperto la porta dell'edificio dove è custodito il carro, e il bronzo del carro bruciava come una fiamma accesa, e le voci innalzavano grida quando siamo rimasti in piedi sulla soglia, e la luce inondava la stanza oscura. Senz'altro un grande guerriero farà la sua comparsa nella Schiera Rossa, perché dicono che è da un centinaio d'anni che non sono state udite simili voci; e io non so spiegarmi per chi Macha mandi questi prodigi, se non per il figlio di Sualtam, anche se non è ancora in età da portare le armi».

In questo modo Concobar fu preparato all'investitura di Cu-culain.

Allora, alla presenza della sua corte, dei suoi guerrieri e dei giovani coetani e compagni di Cuculain, Concobar consegnò al giovane eroe le sue armi da guerra, dopo che egli ebbe pronunciato il solenne giuramento della Schiera Rossa e si fu impegnato ad adempiere certi gaesa 3. Ma Cuculain osservò minuziosamente le armi, sbatté l'una contro l'altra le lance e colpi con la spada lo scudo, poi fece a pezzi lance, spada e apri dei fori nello scudo.

«Mio re», disse il ragazzo, «queste non sono buone armi.»

Il re allora gli consegnò altre armi più grandi e più forti, ma anche queste il ragazzo fece a pezzetti.

«Queste sono anche peggiori, o figlio di Nessa», disse il ragazzo, «e non è degno di me, o capo della Schiera Rossa, che il giorno in cui devo ricevere le armi io debba divenire lo zimbello dei Clanna Rury, anche se sono solo un ragazzo.»

Concobar MacNessa esultò di gioia, vedendo la forza sbalorditiva e l'ostinazione del ragazzo, e che sotto le delicate sopracciglia i suoi occhi brillavano come spade scintillanti, mentre lanciava intorno rapidi sguardi sulla folla di guerrieri che lo circondava; pure in mezzo a tutti loro, egli sembrava una vivida torcia di valore e di coraggio, più pura e limpida del lucido acciaio. Fece un cenno e uno dei suoi cavalieri, che si allontanò in fretta e ritornò portando lo scudo, le lance e la spada dello stesso Concobar, dal Tayta Brac dove erano custoditi come equipaggiamento di riserva. E Cuculain le scrollò e le fece flettere e le sbattè l'una contro l'altra, ma le armi rimasero ben salde.

«Queste sono buone armi, o figlio di Nessa», disse Cuculain.

Poi furono portati due nobili destrieri e un carro da guerra, e il re ne fece dono a Cuculain. Allora Cuculain balzò sul carro e in piedi a gambe divaricate batté i piedi da una parte e dall'altra, e scosse e scosse e fece sobbalzare il carro finché l'asse si ruppe e il carro stesso fu fatto a pezzi.

«Questo non è un buon carro, o mio Re», disse il ragazzo.

Allora furono portati tre carri, ma tutti egli li ruppe, uno dopo l'altro.

«Questi non sono buoni carri, o capo della Schiera Rossa», disse Cuculain.

«Nessun guerriero di valore entrerebbe in una battaglia o combatterebbe con un punto d'appoggio così poco solido.»

Allora il re si volse a suo figlio Cowshra Mead Macha e gli disse di andare a prendere Laeg, e di attaccare al carro da guerra che aveva l'incarico di custodire lo straordinario destriero grigio, insieme a quello donatogli da Kelkar, figlio di Uther, e di dare a Laeg un equipaggiamento da auriga, perché conducesse il carro di Cuculain. Che era ormai chiaro a tutti i nobili e al re che un leone della guerra era apparso tra loro, e che era per lui che Macha aveva mandato quei presagi.

Allora Cuculain senti il cuore balzargli in petto quando udì il rombo del grande carro da guerra e il nitrire impazzito dei cavalli che fiutavano l'odore lontano della battaglia. Presto li vide e vide l'auriga con la fascia d'oro che indicava il suo incarico dritto sul carro, mentre lottava per soggiogare la furia delle bestie. Un destriero grigio, dalla lunga criniera, il ventre enorme come una balena, l'ampio petto attaccato a un giogo; un destriero nero con una terribile criniera all'altro.

Come un falco che scenda improvvisamente lungo un picco roccioso quando il vento è forte, o come il soffiare rabbioso del vento di marzo sulla pianura, o come la fuga del cervo stanato dai cani che copre il primo campo a balzi, tale era l'impeto di quei destrieri, quando liberatisi dal freno dell'auriga sembrava galoppassero su lastre infuocate, così che la terra vibrava e tremava per la velocità del loro movimento, mentre il grosso carro cigolava e sferragliava e le ruote di solido e luccicante bronzo giravano, poiché in quel carro avevano la loro dimora dei dèmoni.

L'auriga arrestò i cavalli davanti all'assemblea, ciò nondimeno un profondo ruggito, come quello di una tigre, usci dall'asse.

Allora l'intera assemblea con gran voce invocò il nome di Cuculain ed egli, Cuculain, il figlio di Sualtam, balzò sul carro, armato di tutto punto, con l'urlo di un guerriero che salti sul carro in battaglia, e rimase eretto brandendo le lance, e gli spiriti della guerra dei Gaeli unirono le loro grida volte ai Bocanahs, ai Bananahs e ai Genitii Glindi, il selvaggio popolo delle forre, e i dèmoni dell'aria ruggìrono attorno a lui quando il grande guerriero dei Gaeli, le armi da combattimento in mano, per la prima volta si drizzò in assetto di battaglia sul suo carro davanti a tutti i guerrieri della sua tribù, ai re dei Clanna Rury e al popolo di Emain Macha.


1 Cuculain era il grande eroe dell'Irlanda leggendaria.


2 Maggio (N.d.C).


3 Curiosi voti fatti dagli antichi guerrieri. In proposito non si sa nulla di preciso.


Fiabe Irlandesi
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