La storia dell'uccellino 1

di Thomas Crofton Croker

 

 

Tanti anni fa c'era un uomo molto religioso e santo, uno dei monaci di un convento, e un giorno se ne stava inginocchiato a pregare nel giardino del suo monastero quando udì un uccellino cantare in uno dei cespugli di rose del suo giardino, e non aveva sentito mai al mondo un suono tanto dolce quanto il canto di quell'uccellino.

Il sant'uomo si alzò dal luogo in cui era inginocchiato a pregare per ascoltare quella canzone; perché pensava di non aver mai udito in vita sua nulla di così celestiale.

L'uccellino, dopo aver cantato ancora per un po' sul cespuglio di rose, volò via verso un boschetto a una certa distanza dal monastero e il sant'uomo lo segui per ascoltare il suo canto, perché sentiva che non si sarebbe mai stancato di udire la dolce melodia che sgorgava dalla sua gola.

E poi l'uccellino andò verso un altro albero più distante, e là cantò per un po', e poi verso un altro albero ancora, e così via allo stesso modo, ma sempre più lontano dal monastero, e il sant'uomo continuava a seguirlo sempre più in là, ascoltando, deliziato, la sua canzone incantatrice.

Alla fine fu obbligato a lasciar perdere, perché si stava facendo tardi, e tornò verso il convento; e mentre vi si avvicinava sul far della sera, il sole stava tramontando a occidente con i colori più paradisiaci che mai si fossero visti al mondo, e quando entrò nel convento, era il tramonto.

Fu molto sorpreso di tutto ciò che vide, perché attorno a lui nel monastero c'erano solo facce strane che non aveva mai visto prima e il posto stesso e ogni cosa intorno sembravano stranamente modificati; e nell'insieme appariva completamente diverso da ciò che era quando egli lo aveva lasciato al mattino; e il giardino non assomigliava a quello in cui era stato inginocchiato a pregare quando aveva udito per la prima volta il canto dell'uccellino.

Mentre si stava meravigliando di tutto quel che vedeva, uno dei monaci del convento gli si avvicinò e il sant'uomo gli domandò: «Fratello, qual è la causa di tutti questi strani cambiamenti che sono avvenuti qui da stamattina?».

Il monaco a cui aveva rivolto la parola sembrò meravigliarsi moltissimo di questa domanda e gli chiese che cosa intendesse parlando di cambiamenti sopraggiunti dalla mattina, perché di certo non c'erano stati cambiamenti e tutto era esattamente come prima. Poi disse: «Fratello, perché fai queste strane domande, e qual è il tuo nome? Indossi gli abiti del nostro ordine, ma non ti abbiamo mai visto prima».

Allora il sant'uomo disse il proprio nome e raccontò che al mattino era stato a messa in cappella prima di andarsene in giro lontano dal giardino ascoltando la canzone di un uccellino che cantava tra i cespugli di rose, vicino al posto in cui era inginocchiato a pregare.

Il fratello, mentre egli stava parlando, lo guardò con grande serietà e poi gli disse che nel convento si tramandava di un monaco che portava il suo nome, che aveva lasciato il monastero circa duecento anni prima, e cosa fosse stato di lui non si era mai saputo.

Mentre ancora stava parlando, il sant'uomo disse: «È giunta l'ora della mia morte. Benedetto sia il nome del Signore per tutte le grazie che mi elargisce attraverso i meriti del suo unico Figlio».

Subito si inginocchiò e disse: «Fratello, raccogli la mia confessione, perché l'anima mia sta trapassando».

Fece la sua confessione e ricevette l'assoluzione, poi gli venne data l'estrema unzione, e prima di mezzanotte mori.

L'uccellino, vedete, era un angelo, uno dei cherubini o serafini; e quello fu il modo in cui l'Onnipotente si compiacque, nella sua grazia, di prendere a Sé l'anima del sant'uomo.


1 T. C. Croker l'ha trascritta, egli afferma, parola per parola così come l'ha sentita da una vecchia presso un pozzo sacro.


Fiabe Irlandesi
chapter_1.xhtml
chapter_2.xhtml
chapter_3.xhtml
chapter_4.xhtml
chapter_5.xhtml
chapter_6.xhtml
chapter_7.xhtml
chapter_8.xhtml
chapter_9.xhtml
chapter_10.xhtml
chapter_11.xhtml
chapter_12.xhtml
chapter_13.xhtml
chapter_14.xhtml
chapter_15.xhtml
chapter_16.xhtml
chapter_17.xhtml
chapter_18.xhtml
chapter_19.xhtml
chapter_20.xhtml
chapter_21.xhtml
chapter_22.xhtml
chapter_23.xhtml
chapter_24.xhtml
chapter_25.xhtml
chapter_26.xhtml
chapter_27.xhtml
chapter_28.xhtml
chapter_29.xhtml
chapter_30.xhtml
chapter_31.xhtml
chapter_32.xhtml
chapter_33.xhtml
chapter_34.xhtml
chapter_35.xhtml
chapter_36.xhtml
chapter_37.xhtml
chapter_38.xhtml
chapter_39.xhtml
chapter_40.xhtml
chapter_41.xhtml
chapter_42.xhtml
chapter_43.xhtml
chapter_44.xhtml
chapter_45.xhtml
chapter_46.xhtml
chapter_47.xhtml
chapter_48.xhtml
chapter_49.xhtml
chapter_50.xhtml
chapter_51.xhtml
chapter_52.xhtml
chapter_53.xhtml
chapter_54.xhtml
chapter_55.xhtml
chapter_56.xhtml
chapter_57.xhtml
chapter_58.xhtml
chapter_59.xhtml
chapter_60.xhtml
chapter_61.xhtml
chapter_62.xhtml
chapter_63.xhtml
chapter_64.xhtml
chapter_65.xhtml
chapter_66.xhtml
chapter_67.xhtml
chapter_68.xhtml
chapter_69.xhtml
chapter_70.xhtml
chapter_71.xhtml
chapter_72.xhtml
chapter_73.xhtml
chapter_74.xhtml
chapter_75.xhtml
chapter_76.xhtml
chapter_77.xhtml
chapter_78.xhtml
chapter_79.xhtml
chapter_80.xhtml
chapter_81.xhtml
chapter_82.xhtml
chapter_83.xhtml
chapter_84.xhtml
chapter_85.xhtml
chapter_86.xhtml
chapter_87.xhtml
chapter_88.xhtml
chapter_89.xhtml
chapter_90.xhtml
chapter_91.xhtml
chapter_92.xhtml
chapter_93.xhtml
chapter_94.xhtml
chapter_95.xhtml
chapter_96.xhtml
chapter_97.xhtml
chapter_98.xhtml
chapter_99.xhtml
chapter_100.xhtml
chapter_101.xhtml
chapter_102.xhtml
chapter_103.xhtml
chapter_104.xhtml
chapter_105.xhtml
chapter_106.xhtml
chapter_107.xhtml
chapter_108.xhtml
chapter_109.xhtml
chapter_110.xhtml
footnotes.xhtml