Appendice: classificazione dei folletti irlandesi

 

 

 

 

I folletti irlandesi si dividono in due grandi classi: quelli socievoli e quelli solitari. I primi sono per lo più gentili, i secondi assai malevoli.

 

 

I folletti socievoli

 

Queste creature, che se ne vanno in giro in frotte e litigano e fanno all'amore proprio come fanno gli uomini, si dividono in folletti di terra o Sheoques (in irlandese Sidheog, «un piccolo folletto»), e folletti d'acqua o Sirene (in irlandese Moruadh, «una sirena»; non se ne conosce il maschile). Allo stesso tempo sono portato a ritenere che il termine Sheoque possa essere applicato in entrambi i casi, perché ho sentito di un intero villaggio che era uscito all'aperto a sentire due folletti d'acqua dal berretto rosso, che erano proprio due «piccoli folletti», suonare la cornamusa.

 

1. Gli Sheoques. I veri Sheoques, però, sono gli spiriti che infestano i sacri cespugli di biancospino e le verdi fortezze. In giro per tutta l'Irlanda ci sono campicelli circondati da fossati che si ritiene siano antiche fortificazioni e ripari per il bestiame. Sono queste le Fortezze, o Forti, o «royalties», come vengono a seconda dei casi chiamati. Qui, sposandosi tra di loro, vivono i folletti di terra. Si dice che molti siano i mortali che si son lasciati adescare e sono finiti nel loro cupo mondo. Molti di più son quelli che hanno ascoltato la loro musica fatata fino a che ogni umano interesse e gioia ha lasciato i loro cuori, ed essi son divenuti grandi veggenti contadini o «Guaritori», oppure grandi musicisti contadini o poeti come Carolan, che raccoglieva le sue melodie dormendo su un Forte dei folletti; oppure morivano dopo un anno e un giorno, per vivere per sempre, da allora in poi, tra i folletti. Questi Sheoques sono, nel complesso, buoni; hanno però un'abitudine assai perfida - un'abitudine degna di una strega. Rapiscono i bambini e lasciano al loro posto un folletto avvizzito, magari vecchio mille o duemila anni. Tre o quattro anni fa un uomo ha scritto a un giornale irlandese per riferire di un caso verificatosi nel suo villaggio, e di come il parroco aveva fatto si che i folletti riconsegnassero il bimbo rapito. Certe volte sono stati presi anche uomini e donne adulti. Vicino al villaggio di Coloney, nello Sligo, a quanto mi è stato detto, vive una vecchia che è stata catturata in gioventù. Quando è tornata a casa, dopo sette anni, non aveva più le punte dei piedi, perché se le era consumate ballando. Ogni tanto si sente di qualche persona a cui i folletti di terra hanno fatto davvero del male, ma bisogna dire che in questi casi le vittime se lo erano quasi sempre meritato. Si dice che negli ultimi sei mesi abbiano ucciso due persone nel distretto della contea Down in cui attualmente risiedo. Queste persone avevano però sradicato dei cespugli di biancospino che appartenevano agli Sheoques.

 

2. Le Sirene. Si dice che questi folletti d'acqua siano comuni. Una volta ho chiesto a una contadina se i pescatori del suo villaggio ne avessero mai vista una. «Di certo non fa loro per nulla piacere vederle», mi ha risposto, «perché portano sempre il brutto tempo.» Alle volte le Sirene escono dal mare con le sembianze di piccole mucche senza corna. Quando assumono le nostre sembianze hanno code di pesce e portano un berretto rosso chiamato in irlandese cohuleen driuth. I maschi della specie hanno, secondo Croker, i denti verdi, i capelli verdi, gli occhi porcini e il naso rosso; ma le loro donne sono belle, e alle volte preferiscono qualche bel marinaio ai loro innamorati dai capelli verdi. Vicino a Bantry, nel secolo scorso, viveva una donna coperta di scaglie come un pesce, che discendeva, come dice la storia, da un matrimonio di tal genere. Di persona non ho mai sentito riferire della grottesca apparizione di una Sirena maschio, e ritengo che probabilmente si tratti di una tradizione meramente locale del Munster.

 

 

I folletti solitari

 

Questi sono tutti in qualche modo tetri e terribili. Tra di loro ce ne sono, però, alcuni che hanno il cuore leggero e un abbigliamento elegante.

 

1. Il Lepracaun (in irlandese Leith bhrogan, cioè ciabattino-di-una-sola-scarpa). Questa creatura la si vede seduta sotto una siepe, mentre ripara una scarpa, e chi la cattura può farsi consegnare le sue pentole d'oro, perché è un avaro che ha accumulato grandi ricchezze; ma se distogliete gli occhi da lui svanisce come il fumo. Si dice sia figlio di uno spirito malvagio e di un folletto degradato e indossa, secondo M'Anally, un mantello rosso con sette bottoni per fila, e un cappello ricurvo, su cui alle volte ruota, come su di una punta. Nel Donegal va in giro addobbato con un lungo soprabito di panno.

 

2. Il Cluricaun (in irlandese Clobhaircean in O'Kearney). Alcuni autori ritengono che questo sia un altro nome del Lepracaun, che gli viene attribuito quando, la notte, mette da parte il lavoro di ciabattino e se ne va a far baldoria. L'attività del Cluricaun consiste nel depredare vino dalle cantine e cavalcare per tutta una notte pecore e cani da pastore, che al mattino dopo si ritrovano coperti di fango e senza fiato.

 

3. Il Ganconer o Gancanagh (in irlandese Geancanogh, cioè quello-che-parla-d'amore). E una creatura del tipo del Lepracaun, ma a differenza di questo è un gran fannullone. Appare in vallate solitarie, sempre con una pipa in bocca, e passa il tempo a far l'amore con le pastorelle e le mungitrici.

 

4. Il Far Darrig (in irlandese Fear Dearg, cioè uomo rosso). E il vero burlone dell'altro mondo. La bizzarra storia dello Sligo «Un incantesimo dei folletti» che ho riferito. è probabilmente opera sua. Tra tutti i folletti solitari e prevalentemente maligni non c'è miserabile più grossolano di questo Far Darrig. Come lo spettro di cui parlo qui sotto, presiede ai brutti sogni.

 

5. Il Pooka (in irlandese Púca, parola che deriva secondo alcuni da poc, caprone). Il Pooka sembra appartenere alla famiglia degl'incubi. Molto probabilmente non è mai apparso in forma umana, e se esistono uno o due esempi, si tratta probabilmente di errori, per i quali è stato confuso con il Far Darrig. Di solito prende la forma di un cavallo, un toro, un caprone, un'aquila o un asino. Il suo maggior spasso è nel trovare qualcuno che lo cavalchi, che viene trasportato a tutta velocità attraverso fossati, fiumi e montagne e disarcionato al primo grigiore dell'alba. Gli piace soprattutto tormentare gli ubriaconi: il sonno di un ubriaco è il suo regno. Alle volte assume sembianze più imprevedibili di quelle di una bestia o di un uccello. Quello che infesta il Dun di Cochna-Phuca nel Kilkenny prende la forma di un vello di lana, e di notte si rotola nei campi circostanti, producendo un ronzio che spaventa a tal punto le mandrie che gli indomiti vitelli corrono dall'uomo più vicino e poggiano la testa sulla sua spalla per farsi proteggere.

 

6. Il Dullahan. Questo è davvero raccapricciante. È senza testa, oppure se la porta sotto il braccio. Spesso lo si vede condurre una carrozza nera chiamata coach-a-bower (in irlandese Coite-bodhar), tirata da cavalli senza testa. Arriva rombando alla vostra porta, e se l'aprite vi viene gettato in faccia un bacile di sangue. È un presagio di morte per le case presso cui fa sosta. Una carrozza del genere ha attraversato lo Sligo non molto tempo fa nel grigiore della mattina, come mi è stato riferito. da un marinaio che era convinto di averla vista. In un villaggio che conosco dicono che il suo rombo viene sentito molte volte nel corso dell'anno.

 

7. Il Leanhaun Shee (in irlandese Leanhaun sidhe, cioè amante fatata). Questo spirito va a caccia dell'amore degli uomini. Se essi le si rifiutano ne diviene schiava; se invece si prestano, cadono in suo potere, e possono sfuggirle solo trovando qualcuno che prenda il loro posto. I suoi amanti avvizziscono, perché lei si alimenta della loro vita. Gran parte dei poeti gaelici, fino a giorni molto recenti, hanno avuto una Leanhaun Shee, perché lei procura l'ispirazione ai suoi schiavi ed è, in verità, la musa gaelica; questo maligno spirito che non è altro. I suoi amanti, i poeti gaelici, morivano giovani. Lei diveniva irrequieta, e se li portava via verso altri mondi, perché la morte non distrugge il suo potere.

 

8. Il Far Gorta (uomo della fame). È un emaciato folletto che se ne va in giro per le campagne in tempi di carestia chiedendo l'elemosina, e porta fortuna a chi gliene fa.

9. La Banshee (in irlandese Bean-sidhe, cioè donna fatata). Questo folletto, come il Far Gorta, differisce dalla condotta generale dei folletti solitari per via della sua disposizione, generalmente buona. Forse non è affatto una di loro, bensì un folletto socievole divenuto solitario a causa dei tanti dolori patiti. Il nome corrisponde a quello del meno comune Far Shee (in irlandese Fear Sidhe), un folletto di sesso maschile. Lancia lamenti, come sa la maggior parte delle persone, in occasione della morte di un membro di qualche antica famiglia irlandese. Alle volte è nemica della casata, e le sue grida sono di trionfo, ma più spesso ne è amica. Quando a lamentarsi arriva più di una Banshee, l'uomo o la donna che sta morendo deve essere stato molto pio, o molto coraggioso. Alle volte si comporta senza alcun dubbio come uno dei folletti socievoli. Cleena, che fu un tempo una principessa irlandese, poi una divinità del Munster e attualmente è una Sheoque, è menzionata come tale dal più importante cultore di antichità irlandesi.

O'Donovan, scrivendo nel 1849 a un amico, che riporta le sue parole su Dublin University Magazine, afferma: «Quando mori mio nonno nel Leinster nel 1798, Cleena fece tutta la strada da Ton Cleena per venire a fare le lamentazioni; ma da allora non la si è più sentita alzare lamenti per nessuno della nostra stirpe, anche se io ritengo che ancora pianga sulle montagne di Drumnaleaque, nel suo paese, dove così tanti della razza di Eoghan More stanno morendo di fame». D'altra parte è diffusa la convinzione secondo cui la Banshee che lancia grida di trionfo non sia un vero folletto, bensì lo spettro di qualcuno che ha subito dei torti da un avo della persona morente. Alcuni sostengono, erroneamente, che non vada mai oltremare, ma risieda sempre nel suo paese. D'altra parte, un celebrato autore di saggi antropologici mi assicura di averla sentita il primo dicembre del 1867 a Pital, presso Libertad, nel Centro America, mentr'egli cavalcava attraverso una fitta foresta. Era vestita di giallo pallido, e lanciava un grido come quello di un pipistrello. Era venuta ad annunciargli la morte di suo padre. Questo è il suo grido, trascritto da lui stesso, con l'aiuto di un francese e di un violino:

 

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La vide e la udì di nuovo a Londra il 5 febbraio 1871, al 16 di Devonshire Street, Queen's Square. Questa volta era venuta ad annunciare la morte di suo figlio maggiore; e nel 1884 l'ha vista e sentita ancora, al 28 di East Street, Queen's Square; stavolta la causa era la morte di sua madre.

La Banshee è chiamata badh o bowa nel Munster orientale, mentre viene chiamata Bachuntha da Banim in uno dei suoi romanzi.

 

10. Altri folletti e spiriti. Oltre ai precedenti, abbiamo altri folletti solitari, di cui si sa troppo poco perché sia possibile menzionarli tutti separatamente. Si tratta degli Spiriti della Casa, di cui «Teigue del Lee» è probabilmente un esempio; lo Water Sherie, una specie di will-o'-the-wisp; lo Sowlth, una creatura luminosa priva di forma; il Pastha (Piast-bestia), il drago lacustre, che fa la guardia a un tesoro nascosto; e i folletti Bo men, che vivono negli acquitrini della contea Dawn e distruggono gli imprudenti. Si possono cacciar via colpendoli con un tipo particolare di alga. Io sospetto che siano folletti scozzesi, importati da coloni scozzesi. E poi c'è la grande tribù di spettri chiamati, in certe parti, Thivishes.

 

Questi sono tutti i folletti e gli spiriti in cui mi sono imbattuto nel folklore irlandese. Ce ne sono probabilmente molti altri, che ancora non sono stati scoperti.

 

 

 

W. B. YEATS

 

Contea Down, giugno 1891

Fiabe Irlandesi
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