La fonte fatata di Lagnanay

di Samuel Ferguson 1

 

 

Triste, con tristezza canta -

«Oh ascolta, Ellen, mia cara sorella:

non ci sarà per me aiuto alcuno,

ma solo sospiri e senza fine pianto?

Perché chi mi ha qui abbandonata

con la speranza non m'ha preso i ricordi?

Oh ascolta, Ellen, mia cara sorella,

(Triste, con tristezza canta) -

via me ne andrò, a Sleamish Hill,

il biancospino fatato strapperò,

e gli spiriti faccian quel che loro piace;

no, non m'importa se bene o mal ne verrà,

se sol sopiranno i ricordi

che mi tormentano il cuore ogni istante!

(Triste, con tristezza canta) -

I Folletti sono una silenziosa razza,

pallidi come i gigli essi sono;

se sbiancherà il mio viso che importa,

se dovrò tra mille sogni vagare,

pur che si spengano tutti i ricordi: -

Oh, star con la bella Anna Grace!»

Triste, con tristezza canta!

 

Fate attenzione al mio racconto amaro -

Così diceva a Ellen Con che piangeva,

la sua sola sorella, Una Bawn:

eran nel letto, prima dell'alba,

e Ellen disse pian, con tristezza, -

«Oh Una, Una, ferma, ti prego,

(Fate attenzione al mio racconto amaro) -

questo empio dolore, ché il mio cuore

solo a saperlo soffoca di pena,

e io ti aiuterò, per quanto posso:

La fonte fatata di Lagnanay -

-Vieni vicina., ancora... tremo tanto, -

Una, l'ho sentito dalle donne sagge

(Fate attenzione al mio racconto amaro) -

che se prima che la rugiada s'alzi,

una pia fanciulla nelle sue gelate acque

con mani pure tre volte bagna il petto,

e poi tre rami d'una felce spezza,

e tre volte va intorno a quella fonte,

lacrime e sospiri scorda, tutt'a un tratto.»

Fate attenzione al mio racconto amaro!

 

Tutto finito, ahimè, e tutt'a un tratto!

«Ellen, sorella mia, dolce sorella,

vieni con me all'altura, te ne prego,

e proverò un si felice detto!»

Alzatesi con passo silenzioso e lieve,

lasciarono la madre addormentata,

la madre con le sue discrete cure,

(Tutto finito, ahimè, e tutt'a un tratto)

e giunsero veloci alla fatata fonte,

l'occhio del monte, chiaro, freddo e grigio,

ben spalancato nella cupa roccia:

quanto stettero li, cosa importa?

Infine, allo spuntar del giorno,

Una Bawn denuda il delicato petto,

(Tutto finito, ahimè, e tutt'a un tratto)

tre volte i seni intirizziti bagna

al balenio fuggevole e irrequieto

delle onde fatate in rivoli sottili: -

e l'incantesimo chiede ora tre felci,

e lei le strappa, con le lor verdi frange: -

ora attorno alla fonte sfida il triste fato,

Tutto finito, ahimè, e tutt'a un tratto!

 

Che mai si cada in mano dei Folletti!

Ellen vede il viso di lei, e vede la fonte

due e tre volte, e questo è proprio tutto -

fonte, altura e bellissima fanciulla

si confondono insieme e cadono nel buio!

«Una! Una!», la puoi ben chiamare,

triste sorella, ma il viso suo o le membra

(Che mai si cada in mano dei Folletti!)

mai, mai più di Una Bawn la bella,

ovunque ora s'aggiri in un'incantata sala,

potrà l'occhio mortale ancor vedere!

Oh! Era forse fuggito il buon custode,

il custode più forte d'un muro o d'uno scudo?

Chi al mondo lo sa, tranne Jurlagh Daune?

(Che mai si cada in mano dei Folletti!)

Guardate, la sponda è verde e desolata,

non c'è ora un pozzo in cui poter cadere:

si, la fonte potrete voi guardare,

ma solo lisce pietre ora vi stanno,

e filetti di paglia arrotolati.

Corri a casa, sii veloce, e prega,

che mai si cada in mano dei Folletti!


1 Molti, in Irlanda, considerano Sir Samuel Ferguson il loro più grande poeta. Il lettore inglese, probabilmente, non lo avrà mai sentito nominare, perché i critici anglo-irlandesi, che si sono rivolti al pubblico inglese, hanno preferito considerarsi più inglesi che irlandesi, e conformarsi alle opinioni degli inglesi per tutto ciò che attiene all'Irlanda.


Fiabe Irlandesi
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