CAPITOLO XXV
Il locale dove Larsen e Riona si erano spostati era poco affollato e i tavolini erano quasi tutti vuoti.
«Ma che fine a fatto Myla? – stava chiedendo Riona – tento di chiamarla al telefono mobile da ore…».
«Vorrei saperlo anch’io!» rispose Larsen laconico.
«Cosa è successo?» chiese la donna di nuovo.
«Abbiamo avuto una discussione questa mattina, dopodiché lei ha lasciato l’albergo e io non ho idea di dove sia andata».
«Le comunicazioni che devo darle sono molto importanti. Lyza e Raffael hanno fondati motivi di credere che qualcuno nelle alte sfere, sapendo che la lista degli obiettivi è stata resa pubblica, ha deciso di sconvolgere il progetto iniziale. Continueranno con gli attacchi ma verranno attuati in modo casuale. È diventato praticamente impossibile riuscire a sapere quando e dove colpiranno. La situazione si sta facendo complicata. Grazie gli informatori che abbiamo attualmente siamo sicuri che un attentato è previsto tra poche ore qui ed è per quello che avevo bisogno di mettermi in contatto con Myla».
«Tra quanto e dove?».
«Ormai dovrebbe mancare una mezz’ora, tutto il tempo che ho perso per cercare Myla, sembra che sia previsto al Giardino Elodie, dove ci siamo incontrati noi».
Improvvisamente Larsen rammentò una frase di Myla mentre erano al Giardino Elodie.
«Ai giardini – strillò – è andata ai giardini, mi ha detto che quando è in crisi va sempre in un giardino, la aiuta a ritrovare la serenità».
Si alzarono contemporaneamente e si precipitarono per la strada.
La corsa fino ai giardini consumò parecchio tempo.
Riona e Larsen vedevano la costruzione dei giardini a distanza, mancavano pochissime decine di metri per raggiungerla.
Per una frazione di secondo il tempo parve fermarsi.
L’aria era immobile e il silenzio tangibile.
Ci fu solo una impercettibile frazione di secondo, poi la deflagrazione fu talmente violenta da disintegrare le pareti del Giardino Elodie.
Intorno a Larsen e Riona caddero pezzi di vetro e frammenti di piante sintetiche.
Il fumo e il fuoco che si levavano da ciò che era rimasto dei giardini languivano nell’aria.
Le urla isteriche e i pianti delle persone avevano creato un caos infernale intorno a loro.
Riona aveva cominciato a piangere cedendo a una crisi nervosa.
Larsen osservava impietrito la scena.
Non udiva nulla.
Si sentiva sospeso al di fuori del tempo e dello spazio.