CAPITOLO XXX

 

Il fumo e la musica assordante saturavano il locale affollato.

Un caleidoscopio di luci multicolori lampeggiavano seguendo il ritmo violento della musica.

Un’orgia di odori tra i più svariati permeavano l’aria.

«Che te ne pare? questa è roba buona!» stava dicendo Snake, ma la sua voce si perdeva nel rumore.

Larsen tirò un’altra striscia di polvere delle stelle poi osservò il suo interlocutore sprofondato nel divano accanto a lui.

Snake era fasciato in un abito di plastica che aderiva completamente al suo corpo, adornato da piercing di ogni tipo e tatuaggi dalle forme e dai colori più strani.

Larsen non aveva sentito quello che Snake aveva detto.

Raramente ascoltava quello che le persone gli dicevano, tanto meno quello che pensava uno spacciatore.

Snake non gli piaceva, ma era in grado di procurargli di tutto e soprattutto roba di ottima qualità.

Proprietario del Calendula, locale notturno frequentato dalle migliori personalità del mondo dell’arte e della cultura, Snake, al secolo Snadorf Kevin, poteva agire indisturbato anche con l’aiuto del locale per i suoi traffici che non riguardavano solo sostanze stupefacenti.

Soprattutto grazie alla protezione di cui godeva da parte di personaggi innominabili che occupavano posti chiave nei vari uffici impegnati a dirigere il paese.

 

Il silenzio ovattato che avvolgeva l’ufficio di Martin Rubens venne stracciato dal trillo del videotelefono.

L’uomo attese che scattasse la segreteria e quando questa partì sul monitor apparve il volto di Fatma Grey.

Rubens schiacciò un altro pulsante e prese la comunicazione prima che si concludesse il messaggio della segreteria.

Il volto della donna apparve stupito di vederlo: «Signor Rubens, pensavo di non trovare nessuno».

«Buona sera signora Grey. Vedo che abbiamo entrambi l’abitudine di fare tardi».

«A quanto sembra non sono l’unica ad avere una missione!».

«Non so lei ma io non ho molte altre cose al di fuori di questo ufficio».

La donna non rispose, visibilmente imbarazzata.

Rubens cambiò discorso per trarla da quella situazione: «Devo confidare nel fatto che la sua chiamata sia per una bella notizia? ha letto il romanzo di Larsen?».

«L’avevo già letto il romanzo, ma purtroppo conoscevo anche la fama del signor Larsen. Non ho sentito episodi edificanti riguardo a eventi pubblici fatti in passato».

«Purtroppo il pessimo carattere di Thornton è molto difficile da nascondere. Le assicuro che per me è molto difficile in certi momenti».

«Non è necessario che continui. Il signor Larsen non ha una bella fama ma lei mi ha dato un’impressione ottima, ci ho pensato e credo che potremmo collaborare in modo da portare beneficio ad entrambi».

«La cosa mi fa molto piacere».

«Però lei mi deve assicurare che non ci saranno incidenti con il signor Larsen di alcun tipo, non so se capisce?».

«Perfettamente! per questo stia tranquilla che il signor Larsen è molto cambiato in questi anni, il pericolo di incidenti è praticamente nullo».

«Mi fido di lei Martin».

«Le do la mia parola che l’immagine della sua associazione non avrà altro che benefici da questa collaborazione, la farò chiamare al più presto da Mirna, è il mio braccio destro, così potrete definire i dettagli. Le auguro una buona notte Fatma!».

«Buona notte anche a lei!».