CAPITOLO VIII
I componenti del movimento cominciarono a muoversi per diffondere la verità di cui erano venuti a conoscenza.
Si attivarono per far arrivare la notizia ai mezzi informativi, dalle testate giornalistiche ai mass-media.
Fecero volantini che distribuirono a tappeto in punti strategici delle città.
Si affidarono a uno stretto passa parola passando la notizia di bocca in bocca per poterla far arrivare al maggior numero di persone possibile.
Oltre a dimostrazioni pacifiche anche le strutture legate al movimento si mossero esponendosi in nome della verità.
Le parole, però, caddero nel vuoto, le proteste si conclusero nell’indifferenza e le notizie non apparvero mai né su testate giornalistiche né tanto meno in servizi televisivi o radiofonici.
Notizie ben più importanti avevano diritto a quegli spazi.
I tre stati erano entrati nel mirino di associazioni terroristiche che iniziarono a seminare il terrore passando da lettere minatorie ad attacchi veri e propri.
Colpivano quasi quotidianamente i luoghi più affollati, stazioni sotterranee, centri commerciali e scuole, piazzavano bombe che esplodendo mietevano vittime innocenti.
Nel giro di pochissimi mesi le vittime stimate raggiunsero le migliaia.
Attentati che portavano la firma di Associazioni dai nomi angoscianti impegnate a rivendicare qualcosa che sembrava incomprensibile.
Nella popolazione si insinuò un’altra forma di terrore, dopo le malattie e le morti inspiegabili, la realizzazione di avere anche questi nemici, fantasmi che si potevano nascondere ovunque e in chiunque.
Si diffuse in breve tempo la paranoia e la diffidenza verso i propri simili e piovvero denunce di ogni genere verso cittadini che andavano dal vicino di casa, al cugino o all’insegnante dei propri figli.
Una guerra selvaggia che minò ulteriormente la già precaria solidità della popolazione.
Quello di cui la popolazione non era a conoscenza era che gli attentati c’erano effettivamente, ma non esisteva alcuna associazione terroristica.
Era stata ordita una sottilissima manovra di destabilizzazione per spostare l’attenzione della popolazione da problemi che cominciavano a essere talmente grandi da sfuggire al controllo delle strutture governative.