CAPITOLO VII
Myla e Lyara si erano accordate per un pomeriggio di shopping in qualche negozio in centro; considerando l’abituale avversione di Myla per questo genere di cose, quando fu lei stessa a proporre all’amica di trascorrere un pomeriggio del genere Lyra si era organizzata per ricavare qualche ora tra un servizio e l’altro.
Lo studio di Lyara era al venticinquesimo piano di in una delle costruzioni leggermente decentrate ma la distanza che lo separava dai centri commerciali era percorribile a piedi in poche decine di minuti.
Cosa che fecero le due donne.
Quando camminavano fianco a fianco spesso le due amiche destavano un certo interesse nei passanti che osservavano l’aspetto estremamente differente di una dall’altra.
Lyara perfettamente curata nell’aspetto, spesso truccata, i lunghi capelli sempre in ordine e un abbigliamento da sartoria mentre Myla era molto semplice, vestiva in modo anonimo, i capelli scuri erano tagliati corti e il suo volto, sempre struccato, era spesso pallido e affaticato.
«Mi stupisce questa tua richiesta!» cominciò Lyara mentre stavano raggiungendo il centro commerciale.
«Avevo bisogno di uscire un po’ prima di iniziare il turno – si limitò a rispondere l’amica – ogni tanto capita anche a me!».
«È per la storia della tua collega, vero?».
«Anche! la situazione di Lora è stata un fulmine a ciel sereno. Sono quelle cose di cui conosci l’esistenza ma ti sembrano sempre così lontane da te fino a quando una persona con la quale lavori da quasi dieci anni ti dice che sta morendo!».
«Ricorda molto la sindrome da HIZ che era stata scoperta qualche secolo fa. Aveva fatto strage per decenni e a tutt’oggi in realtà non è mai stata debellata, c’è gente che ci muore ancora, anche se almeno ora si sono trovati metodi per tenerla sotto controllo».
«Questa è peggio, almeno dell’HIZ erano state scoperte le cause di trasmissione per cui in un certo qual modo si è riusciti a tenerla sotto controllo, anche se prima di riuscire a inculcare alle persone la prevenzione è riuscita a dimezzare la popolazione. L’SNDS arriva improvvisa, i sintomi si manifestano quando il male è ormai conclamato, non ha un periodo di incubazione, in ogni caso le cause sono sconosciute e fino a che saranno sconosciute non si potrà nemmeno trovare una cura!».
«Hai una meta precisa oggi pomeriggio o è solo una scusante per staccare?».
«Nessun programma preciso. Tu piuttosto, devi prenderti qualcosa per le tue famose cene del venerdì sera?».
«Dopo cinque anni di relazione il guardaroba lo ha già visto tutto, non posso comprare qualcosa ogni settimana altrimenti vado in rovina!».
«E le cose tra voi come vanno? dopo cinque anni non vi siete ancora stancati?».
«Fino a quando sua moglie non lo viene a sapere! per ora sembra che non sospetti nulla».
«Se ne sei convinta tu!».
L’altra la guardò interrogativa anche se sapeva perfettamente cosa intendeva Myla con quelle parole.
Ne avevano parlato già diverse volte.
Pierce Turner e Lyara si vedevano ormai da cinque anni praticamente non meno di una volta a settimana.
Secondo Myla era praticamente impossibile che Lyza, la moglie di lui, non avesse ancora sospettato nulla.
Probabilmente era a conoscenza della relazione e per motivi totalmente suoi taceva.
«Aspetta – cambiò discorso Myla – prima di salire per negozi vorrei fare un giro di sotto nel giardino».
L’altra annuì senza commentare e scesero nel seminterrato.
Aperte le pesanti porte in metallo dell’ascensore davanti ai loro occhi apparve una targa: Giardino Bizet.
Il giardino era immerso in un clima pacifico, frequentato da qualche mamma con i bambini e alcune persone anziane.
La luce artificiale dava l’impressione di essere all’aperto sotto un cielo primaverile, o almeno quello che si era sempre sentito dire della primavera, visto che da ormai alcuni secoli il pianeta viveva in un costante e rigidissimo inverno.
Una musica classica si diffondeva tra le piante sintetiche e i laghetti artificiali, accompagnata dal finto profumo dei fiori.