CAPITOLO I
Myla entrò nella stanza in punta di piedi.
Lei entrava in ogni stanza in punta di piedi.
In punta di piedi e in silenzio.
Anche se nella stanza non c’era nessuno.
Lo faceva da sempre e lo faceva sempre.
In silenzio e in punta di piedi.
Quasi sperasse che la sua presenza passasse inosservata.
Anche in quella stanza, quella sera, non c’era nessuno, nonostante tutto lei scivolò lentamente e silenziosamente dentro il velo di luce fioca che una luna pallida e fredda stendeva su ogni cosa.
Myla non avrebbe saputo dire con esattezza che ora fosse quando entrò nel suo appartamento, ma era certa che fosse tardi.
La temperatura all’esterno era talmente bassa da risultare intollerabile, ciò significava che il riscaldamento temporizzato della cupola era stato spento da diverse ore.
Myla non amava fare il turno serale ma, per fortuna, il turno serale, nel panificio per cui lavorava, toccava a ogni dipendente solo una volta al mese e per una sola settimana; rientrare a casa così tardi voleva dire dover sopportare una temperatura talmente bassa da essere simile a quella che c’era all’esterno della cupola protettiva.
Fuori dalla cupola che proteggeva la città il clima era nivale, mentre all’interno della stessa veniva tenuto acceso un riscaldamento per diverse ore durante la giornata ma, nel momento in cui questo cessava di funzionare la temperatura scendeva di parecchi gradi in pochissime ore, fino a essere abbastanza simile a quella esterna.
Myla passò la mano davanti alla fotocellula che accese una luce soffusa nella stanza da letto, si diresse nella stanza da bagno e cominciò a prepararsi per la notte.
Passò il dito sulla fotocellula che accese la radiosveglia sul comodino prima di infilarsi sotto le coperte e mentre una suadente voce femminile annunciava le ultime notizie lei regolò la sveglia per la mattina seguente: «...l’incontro dei tre presidenti degli stati della Trinità è fissato per domani... con questo quinto incontro verranno stabiliti i tempi d’inizio del progetto ghiacciai e verrà steso un piano di lavoro comprese le tempistiche per la sua conclusione... si confida in un accordo che possa consentire l’inizio dei lavori quanto prima possibile in modo da permettere al progetto di prendere forma e svolgersi risolvendo i problemi idrici che diventano sempre più pressanti e preoccupanti per la popolazione mondiale...».
Myla spense la radiosveglia interrompendo bruscamente la voce della speaker.
Poi spense la luce, infilandosi sotto le coperte nell’attesa di prendere sonno.