CAPITOLO XXII

 

La libreria era molto elegante e spaziosa.

Myla girava per gli scaffali mentre Larsen era impegnato a conversare con una cliente apparentemente più affascinata dallo scrittore che dal romanzo che stava presentando.

La cliente si stava facendo spiegare cosa fosse un leone precisamente.

Un animale estinto da talmente tanto tempo che le persone erano ormai convinte fosse una figura mitologica.

«Invece sono proprio esistiti – le stava spiegando Larsen – sono ormai estinti da moltissimi secoli ma un tempo questi felini erano considerati animali regali. Quando il clima permetteva l’esistenza di una flora e una fauna anche al di fuori di ambienti protetti e controllati come i laboratori».

Myla lo osservò e istintivamente accarezzò la copertina de Il leone di cristallo. 

Non smetteva di domandarsi come una persona tanto egoista e cinica avesse potuto creare una storia delicata e sensibile come quella narrata nel romanzo.

Quella sera Myla ricevette una chiamata da Martin: «Buona sera – esordì lui con il suo solito sorriso – tutto bene?».

«L’evento è andato benissimo».

«E il pazzo come si sta comportando?».

«Ci stiamo abituando l’uno all’altra. Tutto tranquillo».

«Considerando che dovete fermarvi qualche giorno Fatma mi ha consigliato di mandarvi a visitare il Giardino Elodie, sapendo quanto ti piacciono i fiori e quanto ci tieni alle tue piante. Meriterebbero una visita soprattutto i roseti, però Fatma dice che il momento migliore è nel tardo pomeriggio, verso le cinque la luce è perfetta per ammirare i fiori».

Myla ringraziò per il messaggio augurando la buona notte.

Verso le cinque del pomeriggio successivo qualcosa o qualcuno li avrebbe attesi davanti ai roseti del Giardino Elodie.

 

Il pomeriggio successivo Larsen e Myla stavano passeggiando per il Giardino Elodie.

«Io adoro questi posti – disse Myla guardando affascinata le piante – ogni volta che sono in crisi vado a rintanarmi in un giardino come questo. I fiori e le piante mi aiutano a ritrovare la pace e la serenità».

Raggiunsero i roseti.

Riona era immobile a osservare i fiori.

«Non pensavo di trovare te – commentò Myla affiancandosi alla donna – comunque mi fa piacere vederti».

«Diciamo che sono in trasferta. Ogni tanto capita. Lui chi è?» chiese infine riferendosi a Larsen.

«Sta con noi, è il mio compagno di viaggio».

«Allora posso parlare. L’attentato di due giorni fa è stato evitato, il movimento ha fatto talmente rumore che le alte sfere hanno dovuto far credere di averlo sventato in tempo. Il rischio di essere collegati era troppo alto ma Lyza è preoccupata, sembra che non esista un vero e proprio disegno per gli attentati, cosa che rende quasi impossibile l’individuazione di nuovi obiettivi. Se tutto è stato stabilito secondo una casualità è praticamente impossibile impedire le stragi. Senza considerare che Lyza e Raffael temono l’inserimento di nuovi obiettivi a caso per depistare».

«Sarebbe terribile ma sono possibilità non così remote. Come ci dobbiamo muovere?».

«Al quartier generale stanno lavorando per riuscire ad avere più dati possibili. Per il momento voi procedete come da programma. Se dovessero esserci dei cambiamenti provvederemo a informarvi».