Due

‘Giulia…’

La porta d’ingresso era socchiusa, ed entrando Alessandro l’aveva lasciata così. Quindi si era diretto verso la porta del bagno, la prima a sinistra.

Conosceva quella casa come se fosse sua. Su quel tavolo, Giulia, lui e Nicola avevano studiato fin dalle elementari e poi per tutti gli anni del liceo. Sempre insieme. Anche le domeniche.

Dopo gli esami avevano festeggiato insieme la promozione: i voti migliori li aveva ottenuti Alessandro, Giulia e Nicola avevano raggiunto il massimo punteggio ma senza lode.

Poi l’università. Alessandro aveva scelto Architettura perché suo padre aveva un’azienda di costruzioni. Nicola aveva preferito Ingegneria, poi si sarebbe specializzato in Ingegneria aerospaziale. Giulia era andata a Lingue, voleva fare la hostess.

Con Giulia ci avevano provato tutti e due, già al ginnasio. All’inizio sembrava che preferisse Nicola, poi al liceo aveva baciato Alex, come loro chiamavano Alessandro.

‘Mi ami?’

‘Non lo so, ma di te mi fido e di Nicola no. Mi farebbe piangere’.

Anche se era stato proprio Nicola a insegnarle l’amore, dal primo bacio alle prime carezze sul seno o in mezzo alle gambe.

Alex era più timido. Ma Giulia lo lasciava fare, a volte partecipando. ‘Ma dentro, no’ gli ripeteva ogni volta. ‘Al matrimonio voglio arrivare vergine. Altrimenti non vado in chiesa… Ti faccio tutto quello che vuoi, anche in bocca. Ma dentro, no’.

Dentro, no. E Alex aveva sempre rispettato i patti.

‘Ma tu non ce l’hai una ragazza?’ ogni tanto chiedevano a Nicola, che stava con loro ma sempre da solo.

‘Non sono ragazze da portare con noi’.

Ridevano. Avevano fumato la prima volta insieme. Insieme avevano tirato per provare, inebriandosi più di parole che di cocaina.

Tornavano al loro tavolo, in mezzo a quella stanza enorme, che era sala da pranzo ma anche salotto, con un divano, due poltrone e un’apparecchiatura audiovisiva di ultima generazione, ancora insieme, come lo erano stati da ragazzini. Nicola il più agitato, Alex taciturno e Giulia che civettava con tutti e due, ma alla fine andava a letto con Alex.

‘Perché vieni con me?’

‘Perché mi va…’

‘Mi ami?’

‘Non è necessario amarsi alla follia a vent’anni, non fare lo scemo. Stiamo bene, facciamo l’amore… il resto sono romanzi’.

‘Mi sposerai?’

‘Chissà… ma intanto accarezzami, avanti, che chiacchiere fai?’

‘Ti piace Nicola?’

‘Mi piaci tu… chissà, un giorno magari lo facciamo tutti e tre’.

‘No, non voglio. Sono geloso’.

‘E allora accarezzami, avanti. Su, più in fretta… così’.

Alex era sicuro che si sarebbero sposati. Appena laureato suo padre l’avrebbe preso in azienda: avrebbe avuto un lavoro, un guadagno, una casa, un futuro. Nicola non aveva niente da offrire, se non la sua laurea e un sogno: volare.

Quella mattina Alex si era svegliato male. Qualcosa non funzionava più come un tempo. Giulia era distratta. Per due volte aveva rifiutato di dormire con lui, anche adesso che era sola a casa perché i suoi genitori erano andati a Roma per il funerale di un parente.

‘Possiamo stare insieme, anche i miei sono via’.

‘No, non mi va. Devo studiare’.

‘Domenica andiamo al mare?’

‘Sì, certo. Dillo anche a Nicola, ci troviamo qui a mezzogiorno’.

‘Non è tardi?’

‘No, voglio studiare. Facciamo a mezzogiorno. Alla borsa degli asciugamani penso io. Per strada compriamo qualcosa da bere’.

‘Ciao, amore. Se vengo un po’ prima…’

‘No, dài, vattene, ora. Domenica mi alzo presto, voglio studiare. A mezzogiorno, ciao’.

A mezzogiorno.

Che cosa non aveva funzionato quella mattina, che sembrava identica a tutte le mattine di quell’estate trascorsa a Napoli a causa degli esami?

Si era svegliato alle sette. Aveva riguardato i disegni sul tavolo: no, non aveva voglia di correggerli. Aveva fatto colazione svogliatamente: latte freddo e uno yogurt.

E quel tarlo al centro della testa che lo tormentava. Che cosa era cambiato, tra lui e Giulia? Perché da qualche tempo gli sembrava diversa?

Aveva guardato l’ora, erano quasi le nove. Pochi minuti dopo era pronto: jeans azzurri, maglietta e scarpe da tennis. Pronto per andare al mare. Ma prima sarebbe passato da Giulia, se stava studiando l’avrebbe aspettata.

Il cancello era aperto. Aveva attraversato il viottolo di lastroni di pietra e si era fermato davanti alla porta. Era socchiusa. Si era guardato attorno: un uomo e un cane sull’altro marciapiede. Con due dita aveva spinto l’anta destra della porta, la stanza era al buio.

Aveva oltrepassato la soglia e accostato la porta alle sue spalle, pensando che Giulia fosse in giardino. Ma gli era parso di sentire uno scroscio d’acqua che veniva dal bagno.

Aveva sorriso. Come al solito Giulia non si era svegliata presto e non aveva studiato. Ora l’avrebbe chiamata e avrebbero fatto l’amore…

‘Giulia’. Il getto d’acqua si era arrestato all’improvviso. ‘Giulia…’

‘Et voilà!’

La ragazza era apparsa completamente nuda sulla porta del bagno. Ancora bagnata e sorridente. Lo aveva guardato ed era sembrata spaventata.

‘Che ci fai qui?’ aveva urlato.

‘E tu? Che cosa ci fai nuda, in casa, con la porta aperta? Chi stavi aspettando?’

Giulia era rimasta immobile, non aveva neppure fatto il gesto di coprirsi.

‘Non aspettavo te. Bene, così la facciamo finita con ’sta storia’.

‘Quale storia? Chi aspettavi?’

‘Nicola! Nicola aspettavo. Ma dove hai gli occhi, accidenti! Siamo amanti da mesi, e l’unico a non saperlo sei tu. Finalmente, ecco!’ E aveva aperto le braccia, mostrandosi ancora più nuda e sfacciata. ‘Basta, sono stufa di nascondermi. Vattene, ti prego… vattene via. Non ti amo più. Sono stufa… Sto aspettando Nicola e sono pazza di lui: come devo dirtelo? Tu sei come un fratello, lui è un uomo vero. Vattene, accidenti. Vattene via’.

Stava urlando, agitando le mani verso di lui. Dicendo parole che Alex non voleva sentire.

Ed era nuda. Per un altro uomo che gli aveva mentito.

Senza rendersene conto aveva allungato la mano verso il tavolo. Le sue dita avevano incontrato un oggetto di metallo lungo e aguzzo. Non l’aveva neppure guardato. Aveva alzato il pugno e si era scagliato contro di lei.

Erano caduti insieme. L’aveva uccisa. Era diventato un assassino.

Non aveva pensato a niente. Inebetito aveva aspettato che arrivasse Nicola: ora sapeva che era per lui quella porta che aveva trovato socchiusa.