Cinquantacinque

“E per giunta i loro cellulari sono irraggiungibili. Il messaggio con le coordinate della villa risale a parecchie ore fa ed è stata l’ultima comunicazione che abbiamo avuto. Da quanto ha accennato questo tizio, poco fa, ho motivo di credere che Betti e Tanzi si siano cacciati in un grosso guaio e, se perdessimo tempo con le procedure ufficiali, rischieremmo di non fare in tempo a tirarli fuori. Sempre ammesso che siano ancora vivi.”

Giovanni Sandonato ha raccontato a Laura Damiani gli ultimi sviluppi dell’indagine, dalla scoperta del filmato su internet fino alla decisione di Tanzi e Betti di recarsi a Viterbo per interrogare la vecchia pornostar.

“Mi sembra una storia assurda,” osserva la donna, “inoltre così, a occhio e croce, direi che Betti abbia violato almeno una dozzina di leggi e regolamenti. Appena si verrà a sapere, c’è una buona possibilità che perda il posto o addirittura che finisca in galera.”

“Sì, sono d’accordo con lei,” risponde Sandonato, “ma il suo collega al momento sta rischiando qualcosa di ben più importante: ne va della sua vita. Ormai c’è dentro anche lei, commissario, le chiedo di darmi una mano per aiutare quei due.”

“E per quale diavolo di motivo vorrebbe impedirmi di avvertire la polizia? Potremmo fare ufficialmente irruzione in quella casa nel giro di poche ore…”

“Andiamo, commissario! Lo sa benissimo che le prove ottenute illegalmente non sono valide dal punto di vista giudiziario. Con quello che le ho appena riferito, al massimo riuscirebbe a ottenere il permesso per una perquisizione con agenti in divisa. E se, come è emerso dalle indagini, questi tipi godono di amicizie importanti, qualcuno potrebbe avvertirli prima dell’arrivo dei suoi colleghi. A quel punto Betti e Tanzi non avrebbero più scampo, li ritroveremmo carbonizzati e senza testa, proprio come quella ragazza a Pomezia, quella che hanno voluto farci credere fosse Giulia Tanzi.”

Laura riflette sulle parole dell’anziano investigatore. “Anche ammesso che lei abbia ragione, e nutro grossi dubbi in proposito, posso sapere cosa proporrebbe in alternativa?”

“Una irruzione a sorpresa. Sarebbe l’unico modo per sperare di poter salvare Betti e Tanzi e di ottenere le prove necessarie a smascherare gli sporchi traffici di quella gente.”

“Irruzione? E chi dovrebbe farla? Io e lei, per caso?”

“Posso contattare delle persone,” risponde Sandonato, “organizzare una squadra. Certo, non c’è molto tempo a disposizione, ma ho qualche amico che potrebbe fare al caso nostro e…”

“No,” lo blocca Laura, “lei non contatterà nessuno.”

“Commissario,” insiste Sandonato, “la prego, mi creda, l’unica possibilità per salvare…”

“Ho detto che lei non contatterà nessuno, perché conosco io la persona che fa al caso nostro.”

“Pronto?”

“Sono… sono Laura.”

“Laura. Non mi aspettavo che mi chiamassi… Hai cambiato numero di cellulare. Ho provato a cercarti ma…”

“Ascolta, ti prego, non ti ho chiamato per parlare di noi. Ho per le mani una situazione urgente e tu sei l’unico che può aiutarmi a risolverla. Ne va della vita di due persone, due colleghi. E forse di quella di molte ragazze.”

“Ti ascolto.”

“C’è una villa, alla periferia di Tarquinia. Ho motivo di credere che due poliziotti… In realtà uno di loro è un ex poliziotto… Insomma, con tutta probabilità questi tizi sono tenuti prigionieri, forse li stanno torturando. Uno, l’ex collega, è il padre di una ragazza rapita, un caso che ho seguito a Roma, prima del trasferimento. Sembra ci sia dietro una specie di tratta delle bianche, e quella villa dovrebbe essere il quartier generale dell’organizzazione che sfrutta queste ragazze, costringendole a prostituirsi e a girare filmati porno illegali che vengono venduti in rete…”

“Hai qualche prova?” chiede l’uomo dall’altra parte della cornetta.

“Niente di concreto. Però ci sono dei riscontri con la mia indagine. E c’è anche la parola di una persona che mi sembra attendibile, un investigatore privato ex ufficiale dei carabinieri del reparto operativo…”

“Come si chiama?”

“Giovanni Sandonato.”

“So chi è. È affidabile. E poi, se tu sei convinta, per me è sufficiente.”

“Ascolta… Non so se sono davvero convinta, so solo che nel dubbio non voglio avere sulla coscienza la vita di quei due. Ti chiedo di aiutarmi a fare un’irruzione. Se abbiamo ragione la palla passerà a te, penserai tu a renderla una cosa ufficiale con gli arresti e tutto il resto. Noi spariremo, tu puoi motivare l’irruzione con una soffiata ricevuta da qualche informatore. Con la posizione di privilegio che occupi al reparto operativo, puoi permettertelo.”

“E se invece non trovassimo nulla?”

“Allora vuol dire che sarete tu e i tuoi a sparire e io mi assumerò la responsabilità di tutto.”

“Una cosa simile potrebbe costarti la carriera.”

“Lo so. È una mia scelta.”

Per alcuni secondi i due restano in silenzio. Alla fine è l’uomo a romperlo. “Va bene. Agiremo stanotte, io, tu e due dei miei. Mandami le coordinate del posto e parti subito, ti contatto tra un paio d’ore a questo numero per i dettagli dell’operazione.”

“Va bene. Senti, io…”

“Non dire nulla. Non ora. Penserò io al tuo equipaggiamento, a più tardi.”

La comunicazione si interrompe e Laura Damiani resta col cellulare incollato all’orecchio e gli occhi chiusi.

“Allora?” chiede Sandonato.

“Ha accettato. Parto subito per Tarquinia, mi contatterà mentre sono in viaggio per i particolari.”

“Io vengo con lei.”

“No, se lo scordi.”

“Risparmi il fiato, commissario. Ho condotto operazioni di questo genere quando lei giocava ancora con le Barbie, non vi sarò d’impaccio.”

“Lui… Ha detto che la conosce. E che è un tipo affidabile.”

“Anch’io lo conosco, di nome. So che è l’elemento migliore dell’Arma dei carabinieri, una leggenda vivente. Pare che i suoi uomini siano disposti a seguirlo anche all’inferno. Posso chiederle, invece, come lo ha conosciuto lei?”

Laura abbassa lo sguardo prima di rispondere. “Abbiamo collaborato in un’indagine un paio di anni fa. Poi siamo stati insieme… era il mio uomo. Ora, però, è finita.”

“Mi spiace,” dice Sandonato, “comunque direi che per un’impresa disperata come la nostra è la persona più adatta. Se c’è uno che può riuscirci è lui. Efficiente e spietato. Duro come il ferro.”