Questo libro è la cronaca esasperatamente vera di una lotta solitaria: la lotta condotta nelle Ande Centrali fra il 1950 e il 1962 dagli uomini di alcuni villaggi ravvisabili soltanto nelle mappe militari dei distaccamenti che li rasero al suolo. I protagonisti, i delitti, i tradimenti e la grandezza hanno quasi mantenuto in queste pagine i loro veri nomi.
Dopo la pubblicazione di questo libro Héctor Chacón, il Nittalope, è stato liberato dopo aver trascorso undici anni nel carcere di Sepa, nella selva amazzonica. I presídi della Guardia Civile braccano ancora il poncho variopinto di Agapito Robles. In un livido pomeriggio ho cercato invano a Yanacocha la tomba del Niño Remigio. Sul conto di Fermín Espinoza saprà fornire maggiori ragguagli la pallottola che lo fece crollare sopra un ponte del Huallaga.
Il Colonnello Marruecos ha ottenuto le stellette di Generale. La “Cerro de Pasco Corporation,” per i cui interessi vennero inaugurati tre nuovi cimiteri, ha raggiunto nel suo ultimo bilancio un utile di cinque milioni di dollari.
L’autore si considera un testimone, piú che un romanziere. Le fotografie, che verranno pubblicate in un libro a parte, e le registrazioni al magnetofono che documentano queste atrocità dimostrano che gli eccessi di questo libro sono pallide descrizioni della realtà.
Certi fatti e la loro ubicazione cronologica, certi nomi, sono stati eccezionalmente modificati per proteggere i giusti dalla giustizia.
M. S.
Manuel Scorza, nato a Lima nel 1928, ha partecipato attivamente alle lotte sociali del suo paese. Autore di quattro libri di poesie, si è dedicato al romanzo “perché i fatti superavano la poesia.”