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Online c’è tutto. Gli altri potranno anche scoprire la tua storia, ma c’è una certa giustizia nel fatto che tu, a tua volta, puoi scoprire qualsiasi cosa. Cerchi su Google cambio nome Florida. In meno di cinque minuti, hai trovato tutto quello che ti serve sapere: quanto tempo ci vuole, dove rivolgersi, quanto costa e quali sono i documenti necessari.
A pagamento, richiedi un certificato penale per dimostrare che non hai commesso reati. Perché non ne hai commessi.
Vai alla polizia per farti prendere le impronte digitali e depositi la firma da un notaio.
Presenti al tribunale la domanda per cambiare nome.
L’impiegata controlla i documenti allegati. Ti dice che è tutto a posto.
«Tutto qui?» le chiedi.
«Tutto qui», conferma. La fila è lunga e non le importa chi sei o cosa hai fatto. Le importa solo che i moduli siano stati compilati correttamente, ed è così. Ti senti colma di gratitudine per la burocrazia, per il governo.
Eppure ti sembra impossibile che nessuno cerchi di fermarti. Ti aspetti che si presentino i giornalisti. Non succede, forse a nessuno importa più niente di te. In fin dei conti, non sei mica Tom Cruise. Non sei famosa. Sei famigerata e forse la gente si stanca di chi si guadagna una certa fama, quando smette di fare certe cose.
L’impiegata fissa l’udienza.
Nessuno obietta alla tua richiesta, quindi l’udienza è cancellata.
Hai cambiato nome.
Sei Jane Young.
Gira pagina.