8
Quando tornammo in hotel, Wes ci aspettava nella hall. «Sorpresa!» disse, baciando Franny sulla guancia.
«Oddio! Che ci fai qui?» esclamò Franny.
«Piacere di rivederti, Wes», dissi. «Lei è mia figlia, Ruby.»
«Ruby. Gran bel nome», commentò Wes.
«Grazie», disse Ruby. «È tutta la vita che lo porto.»
«Sul serio. Perché sei venuto?» insistette Franny.
«Ho immaginato che ormai aveste finito di fare compere e ho pensato di portarti fuori a cena.» La baciò di nuovo.
«Hai preso un aereo solo per portarmi fuori a cena?»
«Certo. Mica vorrai divertirti solo tu?»
«Doveva essere un weekend tra ragazze», disse Franny.
«Sono sicuro che a Jane non dispiace», ribatté Wes. E poi, a bassa voce: «Non mi sembri contenta».
«Lo sono», disse lei. «Ma sono anche sorpresa.»
«Io e Ruby ci troveremo qualcosa da fare. Mi ha fatto piacere, Wes.» Gli strinsi la mano e me ne andai con Ruby.
Prendemmo l’ascensore per tornare in camera. «Imbarazzante», disse Ruby, al nostro piano.
«Sì.»
«Poteva trovare di meglio», disse Ruby. «Sembra una ragazza mediocre, ma è tanto carina e gentile.»
Franny aveva la stanza accanto alla nostra e quella sera li sentimmo litigare oltre la parete. Sentimmo soprattutto lui. Doveva essere più vicino al muro o a qualche tubatura, e in più aveva una voce tonante.
«Grazie per avermi fatto sentire una merda quando volevo farti una bella sorpresa», le disse. «Ti ringrazio moltissimo. Giusto quello di cui avevo bisogno, FRANCES.»
Lei rispose qualcosa che non capimmo.
«Sei pazza!» gridò lui. «Lo sai di esserlo? Intendo pazza sul serio.»
...
«Lo sai cos’ha detto Audra? Ha detto che sono pazzo a sposarti, con la storia che hai alle spalle. Io ho dei progetti per la mia vita e non comprendono una pazza.»
...
«No, no, questo non lo accetto. Gliel’ho detto che eri solo una ragazzina, ma secondo Audra...»
«NON ME NE FREGA NIENTE DI COSA PENSA AUDRA!» Finalmente Franny gridava abbastanza forte da sentirsi oltre la parete.
«Vuoi sapere cos’altro pensa Audra? Che è assurdo portarsi a New York la wedding planner, quando hai quattro damigelle che sarebbero state contentissime di accompagnarti a scegliere il vestito.»
«MI PIACE LA WEDDING PLANNER!»
«La conosci a malapena. E con questo vorresti dire che non ti piacciono le mie sorelle?»
«NON LE CONOSCO NEMMENO!» E poi qualcosa che non capimmo.
Un attimo dopo, la porta sbatté. Uno dei due se n’era andato.
«Wow», sussurrò Ruby.
Ma in realtà avevamo sentito di peggio, tutte e due. Nei mesi che precedono il matrimonio, spesso le persone danno il peggio di sé. A volte, però, il peggio è il vero aspetto della persona ed è difficile dirlo, se non a cose fatte. «Normale amministrazione», dissi.
«Le spose infelici sono tutte infelici a modo loro. Cosa intendeva quando ha parlato della storia di Franny?» chiese Ruby.
«Non sono affari nostri.»
«Potremmo chiederglielo. Scommetto che ce lo racconterebbe.»
«Potremmo, senz’altro. E magari ce lo racconterebbe, ma comunque non sarebbero affari nostri. L’unico passato che hai il diritto di conoscere è il tuo...»
«... e quello dei personaggi storici che devi studiare a scuola. Che noiosa che sei. Cerco su Google.» Ruby prese il suo telefono. «Frances... come si chiama di cognome?»
«Lincoln.»
«Troppo comune. È di Allison Springs o di un altro posto?»
«Ehi, Nancy Drew! Seriamente, non sono affari nostri. Comunque non è di Allison Springs, non credo.»
«Possiamo guardare su Facebook. Vedere che amici ha.»
«Mi sembri una stalker o una terrorista.»
«E va bene.» Ruby mise in carica il cellulare. «Scommetto che ha avuto un disturbo dell’alimentazione e l’hanno ricoverata in un ospedale psichiatrico.»
«Non è una bella cosa da dire.»
«Sto solo immaginando che cosa potrebbe essere. È secca come un chiodo.»
«Sul serio? Non ci ho fatto caso.» Ovviamente ci avevo fatto caso. Al negozio di abiti da sposa, la commessa aveva dovuto usare un mucchio di graffette per farle star su la taglia campione. Aveva le scapole affilate come coltelli. Quando la abbracciavo e la baciavo, temevo di romperla. Ma poteva essere così di costituzione, chissà? Non ha senso tentare d’indovinare cosa succede dentro il guscio di un altro essere umano. In ogni caso, volevo far pensare a mia figlia che sua madre non desse importanza alle misure delle altre donne perché volevo che non lo facesse neppure lei. Ero convinta che una madre dovesse comportarsi come avrebbe voluto che si comportasse sua figlia da adulta.
«Ma davvero non ci hai fatto caso?» disse Ruby.
«Davvero. Non m’interessa particolarmente il fisico delle altre donne.»
«Hai le fette di salame sugli occhi», sospirò Ruby. «Ma chi è Nancy Drew?»