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Gli compri un regalo per Chanukah, anche se Chanukah è una festa da bambini. Lui non ti ha preso niente, ma non ci contavi. Tu gli hai comprato un’edizione rilegata in pelle di Foglie d’erba.
«Ti sarà costata due settimane di stipendio», ti dice, baciandoti.
«Guarda che non mi pagate.»
«Dovremo rimediare. Mi piace moltissimo. È il più bel regalo che abbia mai ricevuto.» Ti bacia di nuovo. «Hai dovuto rapinare una banca?»
«D’estate lavoro come animatrice coi bambini.»
«Oddio, i soldi del tuo lavoretto estivo! Così mi fai sentire in colpa.»
«E mi restano ancora un po’ di soldi dal bat mitzvah.»
«Smettila! Mi stai uccidendo!»
«Non è costato poi tanto. Comunque sono contenta che ti piaccia.»
«Lo sai cosa vuol dire il titolo?»
Ti rendi conto di non averne idea. «C’entra la natura?» Risposta cretina. Spesso ti dice che sei matura per la tua età, saggia, e tu ci tieni a sfoggiare le cose che sai. (Ma sei giovane e ci sono ancora così tante cose che non sai!) «Abbiamo studiato il Canto di me stesso a scuola, ma non mi pare che abbiamo mai parlato del titolo della raccolta.»
«Ai tempi di Whitman, si chiamava ’erba’ la letteratura da quattro soldi. Quindi è una battutina di spirito. ’Foglie’ come i fogli del libro. Sembrerebbe un titolo pretenzioso, invece è tutto il contrario.»
Prima di entrare in politica, insegnava inglese. Spesso assume un atteggiamento da professore, che è adorabile e fastidioso al tempo stesso.
Siete in un Days Inn a un’ottantina di chilometri da Miami. Non sai nemmeno il nome del posto. Il copriletto è di poliestere color oro e verde. C’è una macchia rossastra sul muro dietro il condizionatore. Il condizionatore produce un fresco scarso e muffido, e gocciola incessantemente. Tu lo ami. Glielo dici.
Lui risponde: «Il tempo che abbiamo passato insieme per me sarà sempre prezioso».
Se interpreti le sue parole come un indizio che è ora di lasciarsi e quindi lo lasci, vai a pagina 74.
Se aspetti che sia lui a lasciare te, vai a pagina 76.