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Dopo Louis lo stronzo, decido che coi siti di appuntamenti ho chiuso, almeno per un po’, e mi sta bene reggere il moccolo a Roz e a CarGlass Tony. Lui dice che gli piace avere due donne e, sinceramente, è lui che regge il moccolo, perché l’amicizia tra me e Roz risale a prima che si mettessero insieme.
Roz e Tony decidono di abbonarsi agli spettacoli di Broadway proposti al Kravis Center e Roz vuole che mi abboni anch’io. Tre posti vicini? Diventerei il loro reggimoccolo ufficiale. Ma lei dice: perché no? E Tony dice che si siederà in mezzo.
Così, una volta al mese, la sera dello spettacolo Tony e Roz passano a prendermi e ceniamo presto da qualche parte, poi andiamo a teatro. Tony comincia a chiamarmi «Gambette» dopo il primo spettacolo, A Chorus Line. Dice che ho le gambe da ballerina. Ribatto che ho le gambe da pilates. Roz dice che lei ha le gambe da tacchino, e pure il collo. Ci facciamo una bella risata. Fra noi tre va così. Non sarà particolarmente profondo, ma è gradevole e si passa il tempo.
Il terzo spettacolo della serie è Camelot e Roz ha la tosse, quindi non può venirci. Dice che non vuole tossire dall’inizio alla fine. Le dico che siamo nel Sud della Florida e un musical nel Sud della Florida, comunque, è più colpi di tosse che note. Può essere, dice lei, ma preferisce non entrare a pieno titolo nel coro degli attempati cittadini della regione.
Finisce che io e Tony ci andiamo da soli e, a cena, parliamo di Roz. Mi dice quanto è stato fortunato a trovarla, gli ha sistemato la vita. E io confermo che al mondo non c’è una persona migliore di Roz Horowitz. Lui aggiunge che è contento di essere diventato amico degli amici di Roz.
Durante lo spettacolo, durante il pezzo di Ginevra The Lusty Month of May, il suo gomito arriva in mezzo al bracciolo tra le due poltroncine e io lo spingo dalla sua parte. Durante il secondo pezzo di Ginevra, I Loved You Once in Silence, il gomito torna. Stavolta lo spingo giù dal bracciolo. Lui mi sorride. «Scusa», sussurra. «Mi sa che sono troppo grosso per il teatro.»
Mentre torniamo alla sua macchina, dice: «Ti hanno mai detto che somigli tantissimo a Yvonne De Carlo?»
«Intendi Mrs Munster?» rispondo. «È ancora viva?»
Lui precisa che prima di quel telefilm aveva fatto tante altre cose. «Non era Gomorra nei Dieci comandamenti?»
«Gomorra non è un personaggio, è una città.»
«Eppure sono quasi sicuro che fosse Gomorra. È un film che ho visto migliaia di volte.»
«È una città», ribadisco. «Una città disgustosa, violenta, dove la gente si comportava in un modo tremendo con gli stranieri e faceva sesso in tutti i modi più folli.»
«Sesso in tutti i modi più folli? Tipo anale?»
Non ho intenzione di cascarci. «Va be’. Pensala come vuoi.»
«Perché non puoi essere simpatica con me, Rachel? Mi piace quando mi tratti da amico.»
Quando mi lascia sotto casa, CarGlass Tony si premura di accompagnarmi alla porta. «Non serve. So arrivare alla porta di casa mia.»
«La signora merita un servizio completo.»
«Non disturbarti.»
«Ho promesso a Roz che ti avrei riaccompagnato fino a casa.»
Così mi accompagna e, quando arriviamo alla porta, dico: «Buonanotte, Tony, salutami Roz».
Lui mi afferra il polso e mi tira verso di sé. Le sue labbra rosse, carnose, s’incollano alle mie. «Non m’inviti a entrare?»
«No», rispondo, allontanando le labbra e liberando il polso. «Ti sei fatto un’idea sbagliata. Roz è la mia migliore amica.»
«Ma dai! Se sono mesi che ci provi con me! Non negarlo.»
«Lo nego, eccome!»
«Guarda che lo so quando una donna ci prova con me. Su queste cose non mi sbaglio.»
«Stavolta ti sbagli di grosso.» Prendo le chiavi dalla borsa, ma mi tremano le mani – rabbia, non paura – e faccio fatica ad aprire.
«Allora cos’era tutta quella storia delle lezioni di pilates?»
«È il mio lavoro. E sono convinta che rafforzare gli addominali ti farebbe bene alla sciatica.»
«Cominciamo subito a rafforzarli, allora!»
«È meglio che tu vada.»
«Okay, rilassati.» Tony comincia a massaggiarmi le spalle con le manacce nodose. È piacevole ma non voglio le sue mani sulle mie spalle. «Sei troppo tesa. Io e Roz abbiamo un accordo su queste cose.»
«Figuriamoci. Lei non è quel genere di persona.»
«Ci sono tante cose che non sai di Roz.»
«Non c’è niente che non so di Roz. E, se anche fosse vero che avete un ’accordo’, cosa di cui dubito, non ti voglio!» Infilo la chiave nella serratura e lui cerca di sgusciare dentro. Lo spingo indietro e gli levo il piede dalla soglia con un calcio. Chiudo e metto il chiavistello.
Lo sento respirare, poi dice: «Spero che non vogliamo comportarci da bambini, Rachel». Intende che non vuole che lo dica a Roz e implica che le serate a teatro dovranno continuare come al solito.
Alla fine si decide ad andarsene e vorrei chiamare Roz per raccontarglielo, invece non lo faccio. Non è successo niente, in realtà. La chiave della felicità, nella vita, è sapere quando tenere la bocca chiusa.
Avere sessantaquattro anni è come essere tornati adolescenti.
Non è tanto il tradimento che voglio riferire. Il tradimento è deprimente e mi fa sentire triste per la mia amica. È che voglio raccontarle com’è andata.
Sto fissando il telefono, cercando di non cedere e chiamare Roz, quando squilla.
«Roz?»
È Louis lo stronzo. «Ci ho pensato per un pezzo», mi dice. «So cos’ho fatto. So cos’ho detto e mi dispiace. Non avrei dovuto dire quella cosa sulla tua foto.»
«Quale cosa sulla mia foto?»
«Non la voglio ripetere.»
«Purtroppo dovrai farlo.» Non so proprio a cosa si riferisca.
«Quando ti ho detto che eri molto meglio che in foto. Sono stato un cretino. Cioè, come avresti dovuto prenderla? Forse hai pensato che stavo offendendo la tua capacità di giudizio? O hai pensato che trovassi brutta la tua foto? Ma non era affatto brutta, Rachel. La tua foto è esplosiva.»
Gli dico che non è stato per quello.
«Allora cosa? C’è stato qualcosa, lo so.»
Gli dico: «Non è possibile che, semplicemente, non mi piacessi?»
«Impossibile.»
«Buonanotte, Louis.»
«Aspetta. Qualsiasi cosa sia stata, qualsiasi cosa abbia detto, non puoi cercare di perdonarmi?»
«Buonanotte, Louis.»
Pensavo che i professori di letteratura fossero più perspicaci.
Per come la vedo io, tanto meglio che abbia detto quelle cose su Aviva. Meglio scoprire subito com’è una persona.