A: Fatima shes_all_fatima@yahoo.com.id

Da: Ruby Young_Ruby_M@allisonspringsms.edu

Data: 15 ottobre

Oggetto: Re: Re: Re: Re: Re: Re: la tua amica di penna americana, Friends Around the World Pen Pal Program

 

Cara Fatima,

scusami se ho aspettato così tanto a risponderti. Ho brutte notizie. Credo che mia mamma non possa fare la telefonata con Skype. Mi dispiace tanto...

Grazie ancora per il consiglio. Ho creato un account PayPal come mi hai detto e ho fatto un trasferimento di 49,95 dollari a mia mamma dal mio conto. Le ho spiegato cos’è successo e lei ha detto che non fa niente, ma non devo prendere l’abitudine di usare la carta di credito per scopi extracurricolari. Credo che abbia usato impropriamente la parola, ma ho capito il senso. Extracurricolare vuol dire «che esula dal programma scolastico», come lo sport, il giornalino, il bullismo, il corso di francese.

Secondo me si è arrabbiata meno di quanto avrebbe fatto normalmente perché gliel’ho detto il pomeriggio prima del dibattito. Era impegnata a prepararsi, anche se tutti in paese sanno benissimo com’è. Quando va ai matrimoni che organizza, si mette sempre in tubino nero. Ma i politici devono indossare abiti colorati. Mia mamma ha dovuto comprarsi qualcosa di nuovo e anche andare dal parrucchiere.

Il dibattito era al municipio, che si trova a un paio d’isolati dall’ufficio di mia mamma. Di solito ci saremmo andate a piedi, ma secondo Mrs Morgan era meglio arrivare con la sua Town Car. Era una stupidaggine, perché ci abbiamo messo il doppio che a piedi.

In municipio c’è lo stesso odore che c’è in biblioteca, ma meno muffido. Puzza di roba vecchia e di carta, di caloriferi e di cera, ma a me non dispiacciono questi odori.

Mrs Morgan è andata dietro le quinte con la mamma e io mi sono seduta in platea. Non c’era ancora nessuno, così mi sono messa in seconda fila. Non volevo stare in prima fila per non distrarre la mamma. Mentre aspettavo, ho letto un libro per il corso della professoressa Reacher, che parla di una ragazza che ha il papà avvocato, che difende un afroamericano ingiustamente accusato di un reato. La professoressa Reacher ci ha detto che era il suo libro preferito, ma a me non stava piacendo tanto. La ragazza del libro era molto ingenua su come va il mondo e poi era ossessionata da suo padre. Forse non mi stava piacendo perché non mi ci ritrovavo. Cioè, se io scrivessi un libro sulla mia infanzia, non avrei molto da dire su Mariano Donatello. Ci stavo pensando, quando mi sono sentita chiamare. Era Franny West, la moglie di Wes West.

«Come stai, Ruby?» mi ha detto. «Mi piacciono i tuoi occhiali nuovi.»

«Ce li ho già da sei mesi.»

«Allora è un pezzo che non ci vediamo.»

Franny mi sta molto simpatica, ma non ero sicura di poterci parlare, considerato che suo marito era «l’avversario».

«Cosa c’è?» mi ha detto.

«Niente.»

Si è seduta vicino a me. Devo essermi irrigidita perché mi ha detto: «Non ti preoccupare, mi sposto prima che cominci il dibattito. Come stai?» mi ha chiesto di nuovo. «E la scuola come va?»

«Ho un’amica di penna.»

«Adoro gli amici di penna. E la tua di dov’è?»

Così per un po’ abbiamo parlato di TE. Solo cose belle, non ti preoccupare.

Cominciava a entrare gente. Speravo che Franny si allontanasse, ma rimaneva. Allora le ho detto: «E lei come sta?»

E lei: «La campagna elettorale è stata entusiasmante! Non sono stata ferma un attimo».

«Nemmeno io!»

E lei: «Mi manca tua mamma. Mi manca parlare con lei. So che non eravamo vere amiche ma... Puoi dirle che mi manca?»

«Sì.»

«La verità, Ruby, è che per me è stato un anno difficile.» Si è guardata attorno per vedere se qualcuno ci ascoltava. «Sono rimasta incinta, ma non lo sono più.» Gli occhi di Franny si sono riempiti di lacrime, sembrava un pesce rosso giù di morale.

Non sapevo cosa dirle. Secondo mia mamma, quando non sai cosa dire, puoi dire o: «Non so cosa dire», oppure: «Mi dispiace», oppure non dici niente e fai un «gesto confortante». Ho appoggiato la mano sulla sua.

«Grazie per non aver detto: ’Si vede che non era destino’, o: ’Puoi sempre riprovarci’», mi ha detto Franny.

«Non direi mai cose del genere.»

«Non ero neanche sicura di volere un figlio, quindi perché sono così triste?»

«Non lo so», le ho risposto. Ma poi l’ho capito. «Perché le cose che non abbiamo sono più tristi delle cose che abbiamo. Le cose che non abbiamo esistono solo nella nostra immaginazione, quindi sono perfette.» L’ho capito perché era lo stesso per me, con Mariano Donatello.

«Sì, penso che sia così, Ruby. Sei molto saggia.»

«Grazie.»

«Come hai fatto a diventare così saggia?»

«Libri. E passo tanto tempo con mia mamma.»

«Non raccontare a tua mamma di cosa abbiamo parlato.»

«Okay. Ma quale parte?»

«Le cose che esistono nella mia immaginazione. Non è che non voglia farglielo sapere. Ma preferirei dirglielo io.»

«Tengo la bocca chiusa.»

«Non fa niente. Diglielo, se vuoi. Non importa.»

«Mrs West», l’hanno chiamata. «Wes ha bisogno di lei.»

«Arrivederci, Ruby.»

«Ti saluto la mamma.»

Sono tornata al mio libro. Ho letto cinque paginette e poi è cominciato il dibattito.

Per un po’ è stato noiosissimo e stavo pensando se sarebbe stata maleducazione rimettermi a leggere. Avevo già sentito le domande e nella maggior parte dei casi sapevo come avrebbe risposto mia mamma. Verso la fine è diventato un po’ più vivace, perché era chiaro che Wes West non si era esercitato quanto lei. Continuava a impappinarsi e nessuno applaudiva dopo le sue risposte, anzi, a volte qualcuno lo fischiava e lui era molto a disagio. Si capiva che per lui era frustrante, perché a un certo punto ha detto: «Mi preoccupa solo che questa città stia prendendo la direzione sbagliata». E poi l’ho visto sussurrare qualcosa. Ero troppo lontana per sentire, ma chissà perché il movimento delle labbra mi diceva qualcosa. Era una parola di TRE SILLABE.

1a sillaba: bocca aperta.

2a sillaba: bocca stretta e tesa, denti contro le labbra.

3a sillaba: bocca aperta, come la prima.

Mia mamma ha sussurrato: «Franny». Gliel’ho letto sulle labbra. Ma, anche da lontano, «Franny» era una cosa sensata, da dire, perché Franny è la moglie di Wes West, come sai.

In macchina, tornando a casa, ho chiesto a mia mamma che cosa le aveva sussurrato Wes West sul palco. Lei mi ha risposto: «Non so di cosa parli».

E io: «La cosa cui hai risposto ’Franny’».

E lei: «Non mi ricordo. Forse gli stavo chiedendo se Franny era venuta al dibattito».

Non mi tornava. Perché avrebbe dovuto chiederglielo sul palco, nel bel mezzo di un dibattito?

A letto, ho provato a muovere la bocca come Wes West per capire che cosa aveva detto. OOO-BII-OOO. OOO-FEE-OOO. OOO-TII-OOO. AH-PII-AH. Sentivo che c’ero quasi.

Non riuscivo a dormire, così ho ripensato a mia mamma che, invece, aveva detto «Franny».

E mi ha fatto ricordare quando io e la mamma eravamo andate con lei in quel negozio di abiti da sposa a New York.

E quello mi ha fatto ricordare il Metropolitan Museum of Art.

E quello mi ha fatto ricordare una cosa assurda che è successa lì. Una coppia di anziani che si era avvicinata a mia mamma e le aveva detto: «Lei somiglia proprio a quella ragazza, Aviva Grossman».

Non ho mai dimenticato quel nome, perché Grossman è un cognome che fa schifo. C’è dentro la parola gross, che in inglese vuol dire «schifoso». Mi ricordo di essere stata contenta che non fosse il mio cognome, perché a scuola me la passo già abbastanza male così.

E allora, di colpo, ho capito che Wes aveva detto AAA-VII-VAA.

Sono uscita dal letto e ho cercato su Google Aviva Grossman.

È una deficiente che ha avuto una relazione con un membro del Congresso sposato. Teneva un blog ed è diventata la BARZELLETTA della Florida.

Aviva Grossman era più grassa di mia mamma, più giovane di mia mamma e aveva i capelli più ricci di mia mamma.

Ma per il resto era uguale identica a mia mamma.

Aviva Grossman era mia «mamma».

Sono andata in bagno e ho vomitato.

La «mamma» ha bussato, ma le ho detto di andarsene. Le ho detto che pensavo di essermi presa l’influenza. «Non entrare, adesso non puoi rischiare di ammalarti.»

«Sei molto premurosa, Ruby, ma correrò questo rischio.» Ha messo la mano sulla maniglia e io ho chiuso a chiave.

Ho detto: «SUL SERIO, NON PUOI AMMALARTI! Sto bene, ho già finito di vomitare. Voglio solo lavarmi la faccia e andare a dormire».

E il giorno dopo le ho detto che avevo bisogno di stare a casa da scuola, e lei mi ha lasciato, perché di questi tempi non pensa a nient’altro che alle elezioni. Dopo il dibattito Mrs Morgan ha detto che secondo lei la mamma vincerà a mani basse.

Dal dibattito sono passati cinque giorni e la sto evitando. Non è difficile, dato che è sempre occupata a mentire a tutti.

Ecco perché non mi sembra una buona idea che la mamma parli alla tua classe. Non è un buon esempio. È una BUGIARDA, si dovrebbe vergognare.

La tua amica di penna,

 

RUBY

 

P.S. In realtà di cognome faccio Grossman.

La vita in un istante
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