Trentadue

È giorno. Palazzo della Provincia. Conferenza stampa degli inquirenti. Dietro al tavolo siedono il questore Umberto Pagani, la sua vice Costanza Confalonieri Bonnet e il sostituto Giorgio Maltese.

Il questore, ancora una volta, è vestito di marrone. Però questa volta ha esagerato, anche camicia e cravatta sono in nuance. Orribile.

Costanza, in compenso, è fasciata in una tuta di pelle nera così aderente che si notano i battiti esagerati del suo cuore.

Nonna Carlotta commenterebbe: «Te me paret Orrenda, la sorella di Orribile, il questore».

Il piemme, come sempre, è vestito da piemme.

Pagani dà il benvenuto ai giornalisti, poi passa la parola alla Confalonieri.

Costanza è estremamente imbarazzata e non per la tuta. Non si sente a proprio agio. Non è lei. Quasi balbetta che no, al momento non ha novità, però a breve la situazione potrebbe cambiare. Ci sono domande? Si alza la criminologa antipatica, ignorante e presuntuosa. La stronza. Si mette la faccia da presa per il culo e le chiede: «Vice questora Costanza Confalonieri Bonnet» scandisce le sillabe del nome «è sicura di aver fatto tutto il possibile per proteggere la povera Karina Makarova? La sua morte non le pesa sulla coscienza?».

Costanza, tra l’agitato e l’infastidito, balbetta: «No comment».

Si alza un gigante di due metri con una giacca a vento arancione. Ma non è dell’Anas, è del «Corriere dell’Adriatico». La guarda dritto negli occhi e le chiede: «Dottoressa Confalonieri, girano indiscrezioni sul fatto che lei abbia una relazione sentimentale col sindaco Riccardo Milani. È vero?».

Lei diventa rossa come un San Marzano e borbotta un altro: «No comment».

«Ma scopate?» insiste il giornalista dell’Anas.

Risate.

Interviene allora un’anziana cronista, che di solito si occupa di spettacoli e gossip.

«Cara Costanza, lei sta al Grand Hotel, vero?»

«Non vedo cosa…»

«Lei ha ricevuto una suite in eredità.»

«No comment.»

«Suo padre naturale era una persona molto famosa.»

«No comment» di nuovo.

«Costanza, è vero che suo padre naturale era…»

«Basta!»

«Quindi conferma di essere la figlia naturale di Giancarlo Pajetta?»

«Nooo!»

Costanza si sveglia in un bagno di sudore. Ci mette un po’ a riacquistare equilibrio e a realizzare che stava sognando.

«Ma vaffanculo!» grida guardando l’orologio. Sono le 5.45. Scosta il piumone e si mette a sedere sul letto. Adesso le viene da ridere pensando di essere figlia di Pajetta, che neppure sa chi sia. O chi fosse. Più probabile. È troppo presto per alzarsi. Troppo tardi per rimettersi a dormire. Sul comodino c’è un libro. L’autore si chiama Kent Haruf, americano. È stata Myrta a consigliarglielo. Costanza inizia a leggerlo.

Quando gira l’ultima pagina sono le 7.15. Lo ha finito in un’ora e mezzo. Ed è quasi un peccato, perché avrebbe continuato volentieri.

La conseguenza di questo breve pit-stop letterario è che ora si sente più serena, rilassata.

Si alza, va in bagno e intanto pensa a cosa mettersi. Quella tuta di pelle nera, che la faceva sembrare la sorella di Orribile, la imbarazza ancora. Quindi leggings, maglione antracite di cachemire ma un po’ buttato via, tipo cesto dei saldi da Hermès «Tutto a 999 euro», scarpe chiuse con la para.

Tivù e giornali, non ci pensa neanche.

Per la prima colazione decide di scendere nella sala dell’hotel. Prende un piumino leggero e la borsa e raggiunge la hall.

Stefano, giù, è a fine turno. Appena la vede capisce l’antifona e fa sparire i giornali dalla reception.

«Buongiorno, dottoressa. Come sta?»

Costanza indica i quotidiani che spuntano da sotto il banco e dice: «Bene, grazie, Stefano. Mi piace l’odore del napalm al mattino».

Stefano ride e si incarica di ordinarle la colazione. Anche stavolta niente spremuta, purtroppo per lui. Mentre Costanza, dal cellulare pulito, manda un messaggio al questore: «Appuntamento alle otto al Palazzo di Giustizia da Maltese». «Agli ordini» risponde pronto Pagani facendola sorridere. Averne, di questori così.

La pantera della mobile lascia Costanza Confalonieri davanti al Palazzo di Giustizia alle 7.55.

È ancora piuttosto buio, però non notte fonda. La prima luce del giorno fatica un po’, ma sta per avere la meglio. Come sempre. Le previsioni indicano una tregua. Oggi non nevicherà, ma c’è minaccia di gelate per via della temperatura sotto lo zero.

È per questo che Costanza sale i gradini del palazzo con molta attenzione. Il capo della mobile che si sloga una caviglia entrando in Tribunale è uguale a un rugbista che si svirgola una spalla giocando con i Lego. Oltre il ridicolo.

Pagani e Maltese stanno prendendo il caffè alle macchinette.

Costanza li vede e li raggiunge.

«Macchiato, grazie» dice al magistrato che l’ha interrogata con uno sguardo. In effetti i magistrati hanno questa capacità, di interrogare anche senza aprire bocca. Lavoro.

Pagani si è tolto il vestito marrone e ne indossa uno verde scuro. No, dai.

Solite due chiacchiere sul tempo, poi di corsa nell’ufficio di Maltese.

Il primo a parlare è proprio il piemme.

«Volevo innanzitutto aggiornarvi sull’aspetto finanziario delle indagini, quello che riguarda il riciclaggio. Come vi avevo detto, è un po’ che siamo allertati sulla questione. Proprio ieri pomeriggio è venuto da me il collega Bergonzoni della Dda, che ha portato novità. Hanno finalmente conferme sulla banca di San Marino che governa il traffico. È la Gotfin, che pare far capo ai Barbaro. Oggi partiranno le rogatorie, speriamo di non incontrare ostacoli. Il Commissario della Legge di San Marino, che non può essere sammarinese, è Luca Fontana: il nome a voi non dirà niente, ma a me sì, visto che era il mio compagno di stanza a Bologna ai tempi dell’università. Tra l’altro, non propriamente un fine giurista.»

«Bene» commenta Costanza «un’altra tessera potrebbe andare a posto. Ma se quelli della Gotfin sono i mandanti, come li colleghiamo ai killer?»

«Facciamo un passo alla volta» interviene il questore di verde vestito che, grazie all’orecchio destro e all’attenta lettura dei labiali, ha seguito quasi tutto. «Se noi arrestiamo gli esecutori degli omicidi e tutti i soldatini addetti alle intercettazioni, di sicuro qualche filo lo annodiamo. Può essere una confessione, può essere un filmato, oppure un documento. Sono convinto che qualcosa troviamo. Piuttosto il commissario capo Rezzoli, che comanda la squadra dei Nocs, aspetta ordini.»

Costanza si sistema sulla poltroncina e comincia la sua lunga relazione, che poi il questore trasferirà alle teste di cuoio. Però, siccome di Pagani si fida molto, ma del suo udito, oltre che del suo gusto, così-così, tira fuori dallo zaino una cartelletta, da cui estrae due fogli sui quali vengono riassunte le singole disposizioni, con anche un disegnino, una mappa da dare alle truppe cammellate.