Ventisei
Su una delle due pantere della Squadra omicidi che stanno sfrecciando a sirene spiegate verso il Lady Godiva sono seduti il vice questore Costanza Confalonieri Bonnet e l’ispettore capo Orlando Appicciafuoco. È lui a parlare per primo, intuendo i pensieri della sua superiora.
«Dottoressa, non sarebbe cambiato niente, mi creda. Per salvargli la vita avremmo dovuto fermarli, portarli in Questura, trattenerli. Ma in base a cosa? Con quale pretesto?»
«Avrei dovuto lasciare Emerson con loro. Oppure fargli accompagnare Karina e Zavoli in un posto sicuro.»
«No, davvero, Costanza. Adesso saremmo qui a piangere anche Emerson. Questi non si fermano davanti a niente. Sono addestrati, sono professionisti. Sono soldati, fanno la guerra. Noi siamo poliziotti. Non è solo questione di ruoli, sono proprio due sport diversi. Scacchi contro wrestling. Secondo lei chi può vincere? Il più intelligente? Sì, forse, alla lunga. Ma se ci arriva, alla lunga. Se sopravvive, il meschinello. Non so se le è chiaro che qua, adesso, siamo tutti in pericolo.» Fa una lunga pausa poi aggiunge: «Sicut nox silentes. Lo sa che cos’è, vero?».
Sì, Costanza lo sa. È il motto dei Nocs, il corpo speciale della Polizia. È una buona idea, forse l’unica soluzione. Ma lei non può chiamare il questore per via delle microspie. Orlando intuisce i suoi dubbi e le dice: «Non si preoccupi, ci penso io».
La pantera intanto si ferma davanti al night club.
Costanza, con la faccia sempre più come quella canzone di De Gregori, scende.
Orlando riparte a sirene spiegate.
Emerson Balducci e Cecilia Cortellesi accompagnano il loro capo giù per le scale del Lady Godiva.
I cadaveri di Ruben e Karina sono, esattamente, dove li avevano lasciati da vivi. Ragione per cui tutto deve essere successo subito dopo la loro visita della notte precedente. L’uomo sta dietro al banco del bar. La donna nello squallido camerino.
Questa volta i due cadaveri non mostrano i segni di ossa rotte, o di torture. Solo due fori in mezzo alla fronte. Uno ciascuno. Un’esecuzione veloce.
«Avevano pressa» commenta Emerson, chinandosi sul corpo di Karina. «Quegli altri là dovevano farli parlare. Questi qua dovevano farli tacere.»
L’agente scelto Cecilia Cortellesi, guardando il corpo della ragazza, riprende a piangere. Emerson non ha più fazzoletti. Costanza la accompagna fuori dal camerino.
«Vai a vedere se ci sono telecamere all’esterno» le dice.
«Ho già guardato. Sono coperte dalla neve.»
Il vice sovrintendente Balducci esce anche lui dal camerino ardente. Ha in mano l’altro copricapezzolo, questo è rosso, a forma di cuore. Lo infila nel taschino della divisa.
Costanza chiama prima la Scientifica, poi il piemme Maltese, poi la dottoressa Albanese.
Le due amiche non si chiedono come stai. Sanno già che stanno di merda.