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A causa della visita a Weiterstadt, Sabine arrivò con qualche minuto di ritardo al modulo «Controllo di identità e ispezione dei veicoli».

«Ti avevo avvertita che se avessi saltato altre lezioni non l’avresti passata liscia», le bisbigliò all’orecchio Tina, ma Sabine la ignorò.

«Non hai la minima idea di quel che significa, vero?» insistette Tina. «Il direttore Hess ha fatto controllare il registro delle tue presenze. Probabilmente dovrai sostenere degli esami su tutte le lezioni perse.»

Ovvio, Hess non si sarebbe mai lasciato scappare un’occasione del genere. Ma ne era valsa la pena. Le due lettere del dottor Jahn le offrivano un altro punto di vista sul caso Centipede. Purtroppo però non poteva condividere le sue teorie con Sneijder, che aveva ancora il cellulare spento ed era sparito. Forse si era trattenuto a Norimberga. Le restava solo un indizio per seguire la sua pista: il video dell’uomo con la maschera da cavallo.

Dopo la lezione Sabine, Tina e Meixner trascorsero la pausa pranzo all’aperto. Erano sedute sulle panchine all’ombra della pensilina vicino alla pista di atterraggio. Da dietro, attraverso le finestre a ribalta sull’ampia facciata di vetro, giungeva il gorgoglio della piscina coperta. Anche quel giorno era in corso un esercizio in subacquea.

Meixner si aprì il primo bottone della camicetta e stese le lunghe gambe al sole. «Avete idea di dove si sia cacciato Sneijder?»

Tina e Sabine tacquero.

«Lo vedrebbe anche un cieco che voi due sapete qualcosa.»

A quel punto Tina, nonostante le occhiate allarmate di Sabine, le raccontò del video girato nella cantina a Norimberga.

Meixner si alzò, intrecciò la lunga chioma bionda e guardò Sabine da sopra il bordo degli occhiali da sole. «Su, non fare tanto la preziosa, fammelo vedere! Siamo o no colleghe?»

Fino a pochi giorni prima, Sabine avrebbe risposto a quella domanda con un secco «no», ma dopo la chiacchierata fra donne alla toilette Meixner non le pareva più così male. Tirò fuori dallo zaino la chiavetta usb. «Ma mi raccomando: non deve vederlo nessun altro.»

«Ovvio.» Meixner aprì il portatile e copiò i dati sull’hard disk. «Oh merda!» esclamò dopo aver visto metà filmato. «Quei due stanno proprio dando una bella lezione al vecchio frocio.»

Sabine ebbe l’impressione che Meixner avesse una certa dimestichezza con quel genere di video.

«Risparmiaci i tuoi pregiudizi», disse Tina. «In sottofondo si sente musica classica; quei froci almeno hanno buongusto.»

«L’ho sentita.» Meixner interruppe il video e aprì un altro programma. «Alla polizia abbiamo un paio di strumenti per schiarire l’immagine, renderla più nitida e filtrare il suono.»

«E ovviamente tu li hai sgraffignati», notò Tina laconica.

«Come diceva l’orso Baloo? ’È facile trovar quel che ti occorre per campar’», rispose Meixner riaprendo il video con il nuovo programma. Intanto cercò nelle tasche dei pantaloni gli auricolari, se li mise all’orecchio e infilò il jack nel portatile. Poco dopo storse la bocca in segno di apprezzamento. «La qualità è buona... Ascoltate anche voi.» Passò l’auricolare a Sabine.

Il programma aveva eliminato le urla, i tuoni e lo scroscio della pioggia e ora si sentiva in modo piuttosto chiaro la musica. Non era nitida come se avessero ascoltato un cd, ma si riconosceva comunque la melodia.

Sabine passò gli auricolari a Tina. «Hai idea di cosa possa essere?»

Tina si infilò gli auricolari. «Sembrerebbe un’opera lirica», gridò. «Ma non si addice molto a queste schifezze sadomaso.»

«Vacci piano!» sibilò Meixner. «Tra l’altro, sembra che la musica non provenga dalla cantina, ma da un’altra stanza sopra.» Si chinò per avvicinarsi a Sabine. «Dove l’hai trovato questo filmato?»

«Nell’archivio.»

«Be’, ovvio.» Meixner mise il broncio. «Con i tuoi agganci!»

Da lontano Sabine vide Schönfeld attraversare la pista di atterraggio e avvicinarsi. «Nemico in avvicinamento.»

Meixner si girò e cercò di ridurre il video a icona. Sullo schermo comparve la foto della figlia. Quell’angioletto aveva gli stessi capelli biondi e gli occhi azzurro lucente della madre.

«Disturbo?» Schönfeld accarezzò Meixner sulle spalle e le diede un bacio dietro il collo. «Ehi, ve la spassate con il porno online?»

«Sì, abbiamo scaricato qualche video per te», rispose Meixner.

Tina si tolse gli auricolari. «Ehi, genio», disse a Schönfeld staccando il jack dal portatile. «Lo riconosci?»

A Schönfeld bastarono cinque secondi. «L’olandese volante di Wagner. Ma cosa state combinando qua?»

«L’olandese volante», grugnì Tina, e si coprì la bocca con la mano.

Anche Meixner sogghignò. «Stiamo tentando di scoprire dove si sia cacciato Sneijder», rispose prima che qualcuno dicesse altro. «Il resto non sono affari tuoi.»

«Uuuh, che mistero! Non fareste meglio a godervi queste giornate senza di lui?» disse Schönfeld sedendosi con loro al tavolo.

 

A Sabine non faceva affatto piacere che i risultati delle sue ricerche si diffondessero sempre di più. Se continuava così, di lì a poco l’intero campus avrebbe saputo di cosa si occupava nel tempo libero. Ma i suoi colleghi non avevano nessuna intenzione di fermarsi.

«La musica non sembra provenire dalla cantina», disse Tina.

«Me n’ero accorta anch’io», notò Meixner appoggiandosi alla spalla di Schönfeld. «Forse viene da un teatro o da una sala concerti.» Si voltò verso il compagno. «Quali auditorium conosci a Norimberga?»

Schönfeld alzò le spalle. «Nessuno. Ma state parlando del caso per cui hanno chiamato Sneijder?»

Nessuno rispose.

«Le vostre facce sono libri aperti. Avete visto anche il video con l’Uomo Cavallo?»

Lo fissarono tutte con gli occhi sgranati.

«Avanti!» Alzò le braccia come per discolparsi. «Era su Internet, ma un paio d’ore fa i federali hanno oscurato la pagina.»

«Di’ una sola parola a Gomez e sei morto!» lo avverti Meixner.

«Sì, certo, Moneypenny.»

Schönfeld già sapeva in quale caso stavano ficcando il naso, tanto valeva coinvolgerlo. Sabine tirò fuori il portatile dallo zaino, lo avviò e si collegò a Internet.

«A Norimberga ci sono un Teatro dell’opera, l’Istituto superiore di studi musicali e una sala da musica al Palazzo dei congressi», elencò dopo un istante. «Quando Sneijder è stato chiamato a investigare sul caso, la vittima aveva in corpo il veleno già da due giorni. Perciò l’hanno frustato lunedì o martedì. Ma L’olandese volante non era in programma da nessuna parte.»

«Mi sembrate proprio Qui, Quo e Qua a caccia dell’assassino», fu il commento corrosivo di Schönfeld. «Con Zio Paperone in trasferta.»

«È una faccenda seria.» Meixner era concentrata sul suo portatile. «Nel video si sentono bene gli scrosci di pioggia. Secondo il meteo, però, a Norimberga non è piovuto né lunedì né martedì ma... domenica sera c’è stato un temporale.»

Sabine colse l’indizio. «Domenica l’orchestra sinfonica di Norimberga ha eseguito al Teatro dell’opera brani tratti da L’oro del Reno, L’olandese volante e I maestri cantori di Norimberga

«Quindi quel tizio è stato frustato domenica sera, è sopravvissuto con il veleno in circolo per tre giorni e mezzo ed è morto giovedì mattina», riepilogò Tina. «Dove si trova il Teatro dell’opera?»

Sabine aveva già aperto Google Maps. «Vicino alle mura della Frauentor, all’estremità sud del centro storico.»

«Una zona frequentata da prostitute. Di sicuro ci sarà anche qualche vecchio birrificio.» Meixner diede una gomitata al suo compagno. «Altro che Qui, Quo e Qua! Abbiamo appena scoperto luogo e ora del reato.»

«E ora con la vostra scoperta cosa ci fate?»

«Un bel niente», rispose Tina. «Di sicuro Sneijder lo avrà scoperto già da un bel po’.»

Presi dall’entusiasmo, non si erano accorti che Gomez era già alle loro spalle.

«Ehi, amico, non puoi arrivare così di soppiatto!» gli gridò Meixner.

Gomez aveva le mani in tasca e sembrava non aver sentito niente della loro conversazione. «Forza, gente, ora abbiamo ’Gestione di violenza domestica e perquisizione di abitazioni’.»

«Poi andiamo in un pub nella zona pedonale?» propose Schönfeld.

«Puoi starne certo», rispose Meixner lanciando un’occhiata invitante a Sabine. «Vieni anche tu?»

Era il primo tentativo di unire il gruppo e Sabine sapeva che Meixner stava cercando di coinvolgere anche lei. Per la prima volta dal suo arrivo a Wiesbaden si sentiva a suo agio con i colleghi, ma scosse comunque il capo. «Grazie, andate pure senza di me. Dopo la lezione voglio passare da Erik in ospedale.»

... e poi andare a Norimberga.