Non era la prima volta che Hal riponeva la propria fiducia in un uomo che, fino a poco tempo prima, era suo nemico. E ancora una volta Tromp si dimostrò degno di quella fiducia, impressionandolo con la sua abilità in mare e guidandoli attraverso i banchi di sabbia e gli scogli, basandosi solo sui ricordi. C’era alta marea e le insidie erano quasi tutte nascoste, ma lui aveva la memoria di una volpe che tornava alla tana. Istruendo Tyler al timone, li guidò verso l’isola mentre Hal e John Lovell tenevano d’occhio il vento nella velatura, levando di continuo lo sguardo verso gli amadoda appesi in testa d’albero, pronti a serrare le poche vele che la Bough rivolgeva ancora alla brezza.
Il resto dell’equipaggio tratteneva il fiato e teneva a freno la lingua, le orecchie tese, timorose di cogliere il sinistro grattare della chiglia sulla barriera corallina. I loro piedi erano immobili sul ponte come ragni sui loro fili serici, pronti a percepire la minima vibrazione indicativa dell’incagliarsi dello scafo.
Ma non giunse alcun rombo minaccioso dalle viscere della nave né vi fu alcun tremito delle coste, cosa che spinse Hal e gli ufficiali a scambiarsi occhiate colme di sollievo e cenni d’assenso a riconoscere la maestria di quella manovra. Quelle erano acque pericolose e non stupiva che Rivers e il suo equipaggio avessero fissato la loro base lì, sottovento rispetto allo sperone dell’isola che si addentrava fra le secche.
«Profondità dieci, comandante!» gridò uno dei marinai, ritirando la sagola con il piombo dal fondale e apprestandosi a farla oscillare di nuovo.
«Al segno, sette, comandante!»
«Non ci spingiamo oltre, comandante», disse Tromp, che raggiunse Hal asciugandosi la fronte imperlata di sudore. «Da qui in poi si va con le lance.»
«Grazie, signor Tromp», replicò lui, poi si voltò a impartire gli ordini. «Ammainate le controrande, ragazzi!» Gli amadoda sfrecciarono sui pennoni, agili come scoiattoli su una quercia.
«Signor Tyler, date fondo. Non vogliamo avvicinarci oltre.» Circa due gomene di limpida acqua turchese li separavano dalla spiaggia bianca in fondo alla quale, a non più di sette piedi sopra il livello del mare, si stagliava una cortina di vegetazione lussureggiante. L’insediamento, se così si poteva chiamare, doveva trovarsi là dietro.
Hal non poté non ammirare la scelta di un simile covo. «Una nave di passaggio potrebbe avvistare il brigantino», ammise, «ma se non si fosse all’ancora questa Ilha de Metundo apparirebbe deserta come una qualsiasi altra isola delle Quirimbas.»
Mentre anche la Delft ammainava le vele, la Golden Bough rallentò, perdendo slancio tanto da iniziare a dondolare placidamente sull’onda morta. L’ancora colpì l’acqua con un tonfo e la catena cantò mentre si srotolava. La nave oscillò piano, prima di perdere l’abbrivo, e i membri dell’equipaggio non impegnati nelle manovre raggiunsero il parapetto di sinistra per vedere meglio le persone radunate sulla spiaggia a osservare la Bough.
«Quella è la loro piccola Armada, eh?» chiese Hal, osservando il bel brigantino alla fonda accanto a tre grandi sambuchi e varie imbarcazioni più piccole, a ridosso della baia.
«L’Achilles», disse Tromp, «potrebbe non sembrare il tipo di nave capace di far tremare un comandante esperto, ma ha catturato le sue belle prede.»
«Vi credo sulla parola, signor Tromp», replicò Hal. «Scommetto che è veloce.»
«Esatto, come una freccia», confermò l’olandese. «E i suoi serventi ai pezzi maneggiano quelle mezze colubrine e quei sagretti meglio di ogni altro equipaggio.»
I cannoni dell’Achilles non erano gli ammazzanavi lunghi otto piedi della Golden Bough, ma nemmeno avevano bisogno di esserlo. Sarebbero stati caricati quasi sempre con mitraglia invece che a palla. «È nell’arrembaggio che Rivers si guadagna il suo oro», spiegò Tromp. «I suoi uomini sono dei veri demoni, Courteney. Quasi tutti gli equipaggi preferirebbero tuffarsi fuori bordo, piuttosto che affrontarli.»
Hal rifletté sul capo dei pirati che stavano per incontrare. Ne aveva già sentito parlare da altri comandanti, amici di suo padre. Era un rinnegato, un sopravvissuto alla guerra civile fuggito dall’Inghilterra, che adesso girava per l’oceano Indiano dal capo di Buona Speranza alla costa dell’Africa orientale a nord del Madagascar, depredando mercantili e navi negriere entro i limiti consentiti dai monsoni, senza curarsi di quale bandiera battevano.
«È un assassino, Sir Henry», lo avvisò Tromp.
«Così ho sentito.» Hal annuì con aria pensosa. Dubitava più che mai dell’opportunità di trattare con un omicida, nientemeno che un nemico della corona inglese.
«Ma io ho un accordo con lui», gli assicurò l’olandese.
«Già, siete entrambi dei pirati», ribatté Hal, lanciandogli un’occhiata severa.
Con una scrollata di spalle Tromp si fece scivolare addosso quelle parole, come acqua su un giaccone di tela cerata. «La cosa che due uomini hanno in comune diventa spesso il grasso che fa girare le ruote del commercio.» Poi, notando il disagio del suo interlocutore, sorrise. «Comunque vedo che per voi, un onorevole baronetto inglese, l’idea di trattare con un uomo del genere risulta... come dire? Disgustosa.»
Hal sospirò, guardando i pirati che affollavano la spiaggia. Era quasi tentato di gridare a Ned Tyler di salpare, dare le vele al vento e riportare la Bough in acque migliori, profonde e oneste.
«Non posso fare a meno di chiedermi cosa ne penserebbe mio padre», ammise.
«Lasciate questa faccenda a me.» Tromp stava cercando di non sorridere. «Tratterò con Rivers e voi non dovrete sporcarvi le mani.»
Hal lo guardò con aria scettica e l’altro alzò una mano in un gesto conciliante.
«Non dovrete quasi sporcarvele, comunque», si corresse.
Hal si voltò di nuovo a guardare la spiaggia. Ormai siamo qui, pensò, quindi proseguiamo. Ma avrebbe fatto di testa sua.
«Signor Lovell, preparare le lance!» gridò. Tromp poteva anche riporre la sua fiducia in quel pirata di Rivers, ma lui non intendeva affatto fidarsi. Non avrebbe raggiunto la spiaggia, infilandosi in quel covo di pirati, a bordo di una dannata lancia. No, sarebbe andato là con una pinaccia, sulle cui falchette erano montati cannoni brandeggiabili e sui cui banchi erano pronti uomini armati, con moschetti e stoppini accesi.
«È quello, signor Tromp?» chiese, pur sapendo che era una domanda inutile: non nutriva alcun dubbio sul fatto che il tizio alto con i lunghi capelli brizzolati legati dietro la nuca fosse Rivers. Portava ampi calzoni di tela fermati sotto il ginocchio e una camicia di cotone, quasi come ogni altro uomo presente, ma erano il suo viso e il suo portamento a tradirlo, persino da così lontano.
«È quello.»
«Non sarà felice di vedervi portare una nave come questa nella sua tana. Non solo mi avete mostrato la strada fra gli scogli, ma da questa distanza potrei ridurre in schegge la sua Achilles, se volessi.»
«Potrebbe anche non essere contento di me», ammise Tromp, «ma una fialetta delle lacrime della Vergine Maria rimedierà alla cosa.» Gli brillarono gli occhi. «Un simile tesoro si venderà per cento sterline, o per una quantità di monete d’oro e d’argento sufficiente a riempire uno dei vostri stivali.»
Hal emise un grugnito scettico, poi guardò il suo nostromo. «Mastro Daniel, voglio quaranta uomini validi e altrettanti moschetti. E portate in coperta i barili che abbiamo preso sulla Delft. Tutti, per favore, perché sarò lieto di vederli sparire.»
«Sì, comandante!» ribatté Big Daniel, poi cominciò a scegliere il gruppo destinato a sbarcare e ordinò agli amadoda di scendere nella stiva a prendere le false reliquie.
«Signor Tyler, dite ai serventi ai pezzi di stare pronti e tenete a portata di mano il mio cannocchiale. Al primo segno di problemi voglio che affondiate quel brigantino e spalanchiate i cancelli dell’inferno per quei pirati.»
Ned Tyler gli rivolse un sorriso sdentato. «Se uno di quei mascalzoni si azzarda anche solo a guardarvi storto, vi basterà sparare un colpo con la pistola e dopo un attimo vedrete i pezzi di quella nave cadere dal cielo come dannata pioggia, comandante.»
«Benissimo», replicò Hal. Detto questo si voltò e attraversò il ponte, oltrepassando gli uomini indaffarati e raggiungendo la sua cabina per indossare abiti consoni a un baronetto, al comandante di una fregata splendida quale la Golden Bough e a un uomo fedele alla corona d’Inghilterra. E se, maledizione, il pirata Rivers li avesse ingannati, avrebbe pagato con la vita.
«Allora, Tromp, cosa ti porta qui, eh?» Rivers rivolse un gesto a un ragazzo, che corse a portargli il cappello dalla tesa larga, ornato di un pennacchio di piume bianche. «E a bordo di una nave magnifica, dannazione.» Si mise l’ampio copricapo per non essere costretto a strizzare gli occhi contro il sole e il suo riflesso sul mare, dietro Hal e il suo gruppo.
Quasi tutti gli uomini della Bough erano fermi sulla spiaggia, con le onde a lambire le loro caviglie, ma quattro rimasero sulle pinacce tirate in secca per metà, a occuparsi dei cannoni. Aboli si trovava accanto a Hal, alla sua destra, e brandiva un’ascia da arrembaggio dall’aria pericolosa. In effetti, pensò Hal, il guerriero africano sarebbe apparso perfettamente a suo agio fra quei furfanti e rinnegati di ogni colore e credo.
«Dev’essere per me, vero, comandante?» chiese.
«Ah!» replicò Tromp, ridendo. «Se quella fregata fosse mia, non me ne separerei mai.» Mentre Hal si teneva in disparte, aspettando il momento opportuno, l’olandese si fece avanti per stringere la mano al pirata. «E non sono più un comandante», aggiunse senza alcuna traccia apparente di imbarazzo. «Attualmente sono secondo ufficiale della Golden Bough.» Si girò verso Hal. «Posso presentarti il nostro comandante, Sir Henry Courteney?»
Rivers posò i suoi occhi azzurri su di lui, soppesandolo prima di tendergli la mano. Hal era restio a stringerla poiché temeva di disonorare se stesso e il proprio sangue. Sentì Tromp irrigidirsi al suo fianco, e dietro di sé percepì i suoi uomini sulle spine, pronti a imbracciare le armi nel caso la situazione precipitasse.
«Gundwane», mormorò sommessamente Aboli.
Hal avanzò e strinse la mano al capo dei pirati. «La vostra fama vi precede, comandante Rivers», disse.
L’altro non batté ciglio all’insolenza. «Nel mio campo una pessima reputazione vale tanto avorio, oro, schiavi o qualsiasi cosa vogliate quanto pesa. Un mercantile che non riconosca il mio veliero o la mia bandiera potrebbe stupidamente decidere di combattere.» Lanciò un’occhiata a Tromp. «È raro, ma succede. All’improvviso un comandante decide che il suo onore è più prezioso della vita dell’equipaggio. Di solito è l’ultimo errore che commette in vita sua.» Si accigliò. «Ma anch’io ho sentito nominare voi, comandante. Dovete essere il cucciolo di Franky Courteney. Come mai non c’è lui, al comando di quella splendida nave? Ne ha forse presa una ancora più grande?»
«Mio padre è stato ucciso», spiegò Hal. «I coloni olandesi del capo di Buona Speranza lo hanno ingiustamente accusato di pirateria per poi torturarlo e assassinarlo.»
Rivers puntò il cannello della pipa verso Tromp. «Gli olandesi vi hanno ucciso il padre, eppure qui siete in combutta con uno di loro?»
«Tromp non ha avuto nulla a che fare con la morte di mio padre.»
«Troppo impegnato a combinare guai altrove, immagino. Non è forse vero, mijnheer Tromp?»
L’olandese si strinse nelle spalle e sorrise. «Ahi, mi conosci troppo bene, Rivers.»
«Infatti... Quindi perché non mi dite cosa vi porta su quest’isola, prima che cominci a temere che stiate architettando qualcosa ai miei danni e mi prenda le vostre navi?»
«Non pensate nemmeno a una mossa così avventata, Rivers. I cannoni dei miei velieri sono tutti carichi, e gli equipaggi pronti con uno stoppino acceso in mano.»
«Voi siete giovane, comandante Courteney», dichiarò Rivers, senza la minima traccia di preoccupazione. «Che un ragazzo come voi comandi una nave del genere è davvero impressionante. E, ora che ci penso, ho sentito gli arabi lamentarsi della devastazione che avete causato nel mar Rosso durante la guerra d’Etiopia. Com’è che vi hanno soprannominato? El Tazar, che significa il Barracuda, vero?»
«Cosa c’entra tutto questo con la situazione attuale?»
«Assolutamente nulla, solo che persino un pesce come il barracuda, con tutti quei denti affilati, viene catturato da una rete, di tanto in tanto. Intrappolato, si potrebbe dire. Proprio come lo siete voi adesso.»
«A cosa vi riferite?» esclamò Hal, mentre il boato di una delle colubrine della Bough si propagava al di sopra dell’acqua.
Sussultando, si voltò a guardare la sua fregata e il pennacchio di fumo che si levava dal portello di un cannone a mezza nave. Ned Tyler aveva sparato un colpo di avvertimento, e adesso il motivo risultava evidente. Una flottiglia di canoe aveva girato intorno all’affioramento roccioso che riparava la baia e stava raggiungendo il lato di sinistra della Golden Bough, con gli uomini che pagaiavano veloci. Hal contò quattro canoe, ognuna delle quali ospitava cinque o sei marinai, oltre a una di quelle grandi, pesanti e dal fondo piatto che gli spagnoli chiamavano piraguas, gremita di altri venti o trenta.
«Si stanno infilando sotto i nostri cannoni», mormorò Aboli, «in modo che il signor Tyler non possa sparargli addosso.»
Hal imprecò. Quelle canoe erano spuntate dal nulla; gli uomini a bordo erano armati di moschetti le cui lunghe canne erano tutte puntate verso l’impavesata della Bough, pronte a riversare una raffica di fuoco letale sull’equipaggio. Lui si voltò e vide che Rivers aveva piantato nella sabbia una massiccia spada dall’elsa a cesto, che ora stava ritta di fronte a lui, vibrando appena. Quello che il pirata disse subito dopo lo colpì come un calcio nello stomaco.
«Il mio quartiermastro, il signor Dowling, e i suoi uomini hanno con sé delle granate, Sir Henry, e saranno felici di lanciarle sulla vostra nave.»
Costituite da palle di ferro o bottiglie riempite di polvere da sparo e fornite di miccia, quelle bombe avrebbero stordito, accecato e ustionato l’equipaggio della Bough. Hal e Aboli si scambiarono un’occhiata allarmata.
«E quando i vostri uomini staranno correndo per il ponte come galline con una volpe nel pollaio, i miei ragazzi metteranno fuori uso il vostro timone», aggiunse Rivers.
A quelle parole, molti dei suoi uomini lanciarono urla di gioia, esultando alla prospettiva di accaparrarsi un simile bottino senza doversi nemmeno mettere in mare.
Hal però non aveva nessuna intenzione di lasciarsi minacciare in quel modo senza ribattere.
«State dimenticando i cannoni sulla nave un tempo comandata dal signor Tromp, la Delft», affermò. «A tacere dei cannoncini sulle mie due pinacce puntati direttamente contro di voi, comandante Rivers. Ammettiamo pure serenamente che ognuno di noi può causare enormi danni all’altro. Stabilito questo, forse vi piacerebbe sapere perché sono venuto.»
Rivers lo guardò per un attimo mentre il silenzio calava sulla baia, poi scoppiò a ridere. «Accidenti, siete davvero il ragazzo di Franky. Lui era una canaglia coriacea come voi. E non guardatemi con quell’aria di superiorità, Courteney. Potete anche farvi chiamare ’Sir’, e sono sicuro che vostro padre portava con sé elaborate lettere firmate da re Charlie in persona in cui era scritto che poteva far saltare in aria qualsiasi mercantile degli olandesi o dei portochesi desiderasse. Ma la verità è che catturava navi per il denaro e per il tesoro, oltre che per divertimento. Era un pirata, esattamente come me.»
«Mio padre era un uomo d’onore, signore, un cavaliere Nautonnier dell’ordine del tempio di...»
«Bla, bla, bla!» lo interruppe Rivers. «Vostro padre era un marinaio dannatamente in gamba e un ancor più abile predatore di velieri altrui. E, ora che guardo la vostra nave, scommetto che l’avete presa a un altro uomo. Negatelo, se potete...»
«L’ho presa a un uomo che meritava di perderla.»
«Ah! Non lo meritano forse tutti?» Rivers lo squadrò. «Siete un cucciolo polemico, vero, ragazzo? Scommetto che avete fatto infuriare uomini con il doppio della vostra età tanto che vi vogliono morto.»
«Eppure eccomi qui, ancora vivo.»
«Sì, infatti.» Il comandante Rivers diede una boccata alla pipa. «Ora... ho avuto una giornata lunga e faticosa, e mi piacerebbe moltissimo stendermi sulla mia amaca per riposare un po’ all’ombra, come qualsiasi uomo saggio dovrebbe fare quando il sole è caldo come oggi. Quindi perché non dite ai vostri ragazzi di tornare sulla vostra nave, e io ordino ai miei di tornare qui? Nessun danno, nessun ferito. Quanto a voi, cucciolo di Franky, l’ordine al quale appartenete voi Courteney proibisce di bere liquori forti?»
«Sono un cavaliere, non un musulmano. Quindi sì, berrò qualcosa con voi», concesse Hal, tentando di reprimere un sorriso.
«Benissimo, allora, raggiungetemi qui al tramonto. Da solo. A quel punto parleremo. Mi direte cosa volete... perché certo siete venuto qui per chiedere qualcosa. E io vi dirò se la otterrete oppure no.»
Detto questo, Rivers estrasse la sua spada dalla sabbia, la rinfilò nel fodero sul suo fianco sinistro e, dando la schiena a Hal, risalì la spiaggia a grandi passi.
Le fiamme di alcune fiaccole piantate nella sabbia guizzavano danzando nella brezza tiepida. Le due pistole a pietra focaia di Hal erano cariche e la sua spada infilata nel fodero. Se Rivers progettava un tradimento, lui avrebbe combattuto come il demonio.
Come richiesto, era andato fin lì da solo, con profondo sgomento di Aboli e degli altri ufficiali. Ma dal poco che aveva visto del comandante Rivers aveva capito che il pirata avrebbe fatto le cose a modo suo oppure non le avrebbe fatte per nulla. E quindi eccoli lì, seduti a un tavolino sulla spiaggia, con una bottiglia di Madera e un paio di bicchieri di cristallo un tempo appartenuti al comandante portoghese la cui nave era alla fonda accanto alla barriera corallina, a sud dell’isola. Sopra di loro si estendeva, in tutta la sua magnificenza, la volta sconfinata del cielo notturno trapunto di stelle scintillanti come pietre preziose. Hal si chiese se Judith stesse guardando quelle stesse costellazioni oppure fosse prigioniera in qualche buio sotterraneo senz’aria da cui non si vedeva il cielo.
«Così Tromp ha tentato di catturare la vostra nave, eh?» chiese il capo dei pirati, riempiendogli di vino il bicchiere.
«Tentato e fallito», confermò Hal.
Aboli, Tromp e Big Daniel erano rimasti accanto alla lancia sulla spiaggia. Le barche erano tornate alla Bough e Hal era sicuro che, nel caso fossero ricomparse le canoe di Rivers, il signor Tyler le avrebbe fatte esplodere prima che riuscissero a infilarsi sotto i suoi cannoni. Quanto agli uomini di Rivers, non ne vedeva nessuno, ma dovevano trovarsi là fuori nel buio.
«Da allora, tuttavia, Tromp si è dimostrato davvero utile», aggiunse quindi.
Si guardò intorno. Gli unici segni di vita erano i piccoli granchi che correvano sulla sabbia e qualche scoppio di risate di quanti si stavano divertendo in un punto imprecisato dietro la vegetazione alle loro spalle.
«Come ben sapete, signore, i miei nemici mi hanno sottratto qualcuno.» Quelle parole dolorose erano quasi impossibili da pronunciare. «Una donna a me molto cara. Me la riprenderò, comandante, e ucciderò coloro che l’hanno rapita, ma non posso riuscirci da solo.»
Nel corso dei minuti seguenti raccontò la storia della cattura e del rapimento di Judith. Spiegò che lei sarebbe stata venduta al miglior offerente durante il successivo mercato degli schiavi a Zanzibar e che l’unico modo sicuro per riaverla era comprarla, ma che non poteva essere lui a farlo.
Rivers lo ascoltò con aria pensierosa, poi chiese: «Come mai siete così sicuro che la donna verrà messa all’asta come schiava?»
«I miei uomini e io abbiamo estorto l’informazione al console Grey.»
«Lo stesso uomo che vi ha tradito all’inizio?»
«Proprio lui.»
«Allora perché dovreste credergli adesso? Non vi è venuto in mente che questo gran parlare di un’asta potrebbe essere uno stratagemma per attirarvi in una trappola?»
«Certo, ma non farebbe molta differenza. Ho una possibilità, per quanto minima, di salvare la donna che amo se partecipo al mercato, ma nessuna se non vi prendo parte.»
«E dov’è che entro in scena io?»
«Voglio che cerchiate di comprarla per conto mio. Ovviamente non posso essere visto a contrattare, e lo stesso vale per i miei uomini. Non esiste però nessun legame fra voi e me, o almeno nessun legame noto a chi si trovi al di fuori di quest’isola. Presumo che voi siate conosciuto dai mercanti del posto.»
«Infatti.»
«E che Zanzibar, almeno, sia un luogo in cui non siete ricercato per i vostri crimini.»
«Sono stato attento a non offendere quanti la governano, e fintanto che la situazione rimane invariata sono libero di andarci. Come voi stesso avete scoperto, Courteney, Zanzibar ha leggi tutte sue. Quelle del mondo non valgono, là. Consideratela un enorme bazar. Potete acquistarvi qualsiasi cosa e persona, o quasi. Bene, lo sapete già, visto che intendete comprare la vostra donna.»
«Se non la comprerete voi per me.»
«E perché dovrei mai farlo, sapendo che non mi gioverà affatto venire associato a voi? Mi va bene rischiare la pelle, Courteney, altrimenti non sarei qui, ma devo guadagnarci. E molto.»
Hal guardò Rivers, appoggiato allo schienale e inghirlandato dal fumo della sua pipa. Sapeva che supplicare o mostrarsi disperato era inutile. Doveva mantenere la calma, a prescindere dal fatto che ogni istante di separazione da Judith gli straziava il cuore.
«Tromp vi ha mai parlato del commercio di reliquie religiose?» domandò.
Rivers annuì. «Molto diffusamente, sì. Dice che i papisti sono disposti a pagare una vera fortuna per qualsiasi schifezza polverosa possano dichiarare appartenuta a Gesù o alla Vergine Maria. E per una volta sono propenso a credergli. Ho visto i pellegrini che fanno la fila per vedere i resti di san Giacomo, a Compostela. Potrebbero essere solo vecchi ossi di gallina, per quanto ne sanno. Si possono guadagnare dei bei soldi, sfruttando quei babbei. Peccato che Tromp non li abbia mai guadagnati, avrei potuto prenderne una fetta.»
«Potete ancora farlo», replicò Hal. «Quando Tromp ha tentato di catturare la Golden Bough, lui e i suoi uomini stavano per morire di fame. Capite, non ha potuto approvvigionare adeguatamente la sua nave prima di lasciare Batavia perché aveva scialacquato – o, come lo direbbe lui, investito – tutto il suo denaro nella fabbricazione di false reliquie sacre. Quindi, quando ho catturato la Delft, nella sua stiva ho trovato barili pieni zeppi di reliquie. C’erano ampolle con le lacrime della Vergine, frammenti della Croce, persino alcuni lembi del prepuzio che si dice siano stati asportati dal nostro Salvatore durante la circoncisione. Personalmente le ritengo una paccottiglia blasfema, ma so che possono fruttare parecchio denaro a chi volesse smerciarle. Quindi vi regalerò l’intero carico, se farete quell’offerta al posto mio all’asta di Zanzibar.»
«State insinuando che io sia privo di senso morale?»
«Con tutto il rispetto, comandante Rivers, a insinuarlo è la vostra intera esistenza.»
«Con tutto il rispetto, comandante Courteney, state solo blaterando. Avete ragione sul fatto che sarei felice di rifilare quelle reliquie ai gesuiti, ai pellegrini, al papa in persona, se fosse disposto a comprarle, perché considero la fede cattolica opera dell’Anticristo e sarei felice di nuocerle in qualsiasi modo possibile. Durante la guerra ho combattuto per il parlamento e l’ho fatto perché odiavo gli Stuart, non solo in quanto tiranni ma anche in quanto papisti. Quindi prenderò quelle reliquie, le venderò e ne raccoglierò i frutti senza nessuno scrupolo di coscienza. Ma le reliquie non bastano.»
«Tromp assicura che varranno centinaia, persino migliaia di sterline.»
«Non ne dubito, ma il mio collo vale comunque di più.»
«Quindi cosa serve per convincere il vostro collo che otterrà una ricompensa adeguata?»
Rivers aspirò dalla pipa mentre rimuginava. Si appoggiò allo schienale e guardò il cielo mentre soffiava una boccata di fumo nel buio. Poi riprese a fissare Hal e disse: «Prenderò quelle reliquie. E anche la nave che le trasportava».
«Ma la Delft vale cinquecento ghinee!»
«È rubata, vero? Me l’avete detto voi stesso. Tromp ha speso tutti i suoi soldi per le reliquie. Se non poteva permettersi nemmeno del cibo, non era certo in grado di comprarsi quella magnifica nave.»
«Il modo in cui Tromp è entrato in possesso della Delft è affar suo, non mio.»
«Finché non proverete a venderla. Se qualcuno dovesse scoprire che state mettendo sul mercato una nave appartenente alla marina olandese, catturata durante la tregua tra Inghilterra e Olanda, be’, verreste impiccato per pirateria, non è forse vero?»
Quella di Rivers era un’ottima argomentazione, ma Hal era ancora restio ad acconsentire a tutte le sue richieste. Poi però, come se gli avesse letto nel pensiero, l’altro aggiunse: «Calmatevi, ragazzo. Certo, è dura per un cavaliere come voi contrattare con un vecchio pirata come me, ma, considerate questo: non volete le reliquie e non sapete cosa farvene della nave, però desiderate ardentemente la vostra donna. Quindi se barattaste due cose che non volete con una che volete fareste davvero un pessimo affare?»
«Forse no», ammise Hal.
«In ogni caso, sto prendendo in considerazione la vostra proposta solo perché una volta ho perso qualcuno.» Rivers si versò nel bicchiere l’ultimo goccio di Madera e lo bevve, perso nelle sue riflessioni. «Come si chiama questa donna?» chiese alla fine.
«Judith.» Il suono di quel nome era una vera tortura per le orecchie di Hal, pronunciarlo uno strazio per la sua anima.
«Una donna pregevole, vero?»
«La più bella che sia mai vissuta.»
«È la cosa migliore che un uomo possa avere, una donna notevole che lo ama», affermò Rivers.
Accidenti, questo vecchio bastardo ha un cuore, dopo tutto, pensò Hal. Ma quel raro momento di indulgenza passò in fretta, perché poco dopo il pirata aggiunse: «Come pensate di pagarla? Costerà una bella sommetta, se è splendida come dite».
«Conoscete già la risposta.»
«In che senso?»
«Avete citato il mio successo nella guerra d’Etiopia. Ho catturato diversi sambuchi arabi, con a bordo carichi di ogni genere. Come avete detto, sono il figlio e l’erede di Sir Francis Courteney. E per quanto possiamo discutere sul fatto che fosse stato un pirata scellerato o un corsaro onorevole, il successo da lui ottenuto è indiscutibile.»
«È l’unica cosa che ho bisogno di sapere. La mia risposta è sì, comandante Courteney. Verrò con voi a Zanzibar. E una volta là comprerò la vostra donna per voi.»