Erano passate meno di dodici ore da quando Hal aveva acconsentito alla richiesta del duello avanzata da Pett. Non voleva che la questione restasse sospesa su tutti loro, irrisolta, quindi la sfida era stata lanciata poco dopo l’alba e accettata subito. Adesso i due uomini si fronteggiavano, a venti passi di distanza l’uno dall’altro, sul ponte della Bough. Pett aveva la schiena rivolta verso poppa, il capitano Tromp verso prua, e i membri dell’equipaggio bordavano i parapetti, gremivano il sartiame ed erano persino seduti a cavalcioni dei pennoni su tutti e tre gli alberi per godere di una buona visuale. Gli otto prigionieri olandesi erano stati portati sul ponte per assistere, e persino lo scarno equipaggio piazzato da Hal sulla Delft, ancorata a sinistra, era appeso alle sartie ad aspettare pazientemente che lo spettacolo iniziasse.

Gli amadoda, quasi tutti disposti sul sartiame, dal momento che ormai avevano il piede fermo come gli uomini provenienti da Portsmouth o Plymouth, stavano gridando di gioia e chiacchieravano animatamente.

«Puoi ancora fermare tutto, Henry», disse Judith. Era in piedi accanto a lui sul cassero, a guardare dall’alto i due uomini intenti a controllare le pistole e a regolare la lunghezza della miccia, per assicurarsi che l’estremità fumante colpisse il bacinetto con la polvere da sparo non appena fosse stato dato il segnale di fuoco.

Hal scosse il capo. «Ormai è troppo tardi.» In realtà era rimasto colpito dalle obiezioni di Judith più di quanto volesse ammettere, e aveva chiesto consiglio ad Aboli prima di impartire l’ordine finale che autorizzava il duello.

«Lascia che risolvano la cosa con le armi, Gundwane», gli aveva detto il guerriero africano. «Averli entrambi a bordo, con il signor Pett che smania per dare soddisfazione al suo senso dell’onore, non è un bene per noi. Meglio estrarre il proiettile e pulire la ferita, che permetterle di suppurare e avvelenare la carne attorno. Questa disputa ha creato problemi fra l’equipaggio. Daniel ha dovuto impedire a due dei nostri uomini di pestare a morte uno dei marinai olandesi. Vediamo di mettere fine alla cosa.»

«E se Tromp uccide Pett? Agli uomini non piacerà. Questo non peggiorerebbe la situazione?»

Aboli si era stretto nelle spalle. «Se ne curano così tanto? Pett è inglese, ma non è uno della Golden Bough. Nessuno piangerà per lui. Lasciali fare quel duello. Offri uno spettacolo all’equipaggio, qualcosa su cui scommettere.» Aveva sorriso. «Anche se naturalmente il loro comandante non saprà mai che stanno scommettendo sull’esito.»

Hal ci aveva riflettuto, concludendo che l’argomentazione di Aboli era più che valida: un diverbio irrisolto avrebbe potuto guastare l’umore dell’equipaggio, mentre due uomini che combattevano, sotto gli occhi di tutti, lo avrebbe risollevato. E così il signor Pett stava per affrontare il signor Tromp.

L’olandese aveva tentato di liquidare la questione senza ricorrere alla violenza. «Non trovo giusto battermi contro un avversario così debole», aveva affermato in più di un’occasione. Ma non poteva continuare in eterno a svicolare senza venire lui stesso accusato di codardia e così, alla fine, aveva accettato la sfida, benché con un peso sul cuore.

Con suo profondo stupore, Pett aveva lasciato a lui la scelta dell’arma.

«In tal caso scelgo le pistole», aveva detto.

«La vostra decisione mi sorprende», aveva commentato Hal in seguito, quando lui e Tromp si erano ritrovati abbastanza vicini sul ponte da poter conversare senza che nessuno li sentisse. «Vi ho visto battervi con la spada e la maneggiate bene. Se preferite la pistola dovete essere un tiratore davvero eccezionale.»

«Al contrario, con una spada sarei di gran lunga più sicuro di vincere. Ed è proprio questo il problema. Troverei davvero difficile non uccidere quello stolto di Pett, se duellassimo con la spada. Se invece ci battiamo con le pistole... be’, sono armi notoriamente inaffidabili e spesso non sparano affatto. Persino quando lo fanno colpiscono di rado il bersaglio, se non a distanza ravvicinata. E sulla terraferma. In mare, su un ponte che si muove, be’... se Pett riesce a uccidermi, significa che Dio è davvero dalla sua parte e non è affatto contento di quelle dannate reliquie.»

Hal aveva riso. In realtà, a dispetto delle sue truffe, Tromp gli piaceva molto di più del freddo, pallido ed esangue Pett. Comunque, a prescindere dalle sue colpe, Pett non poteva certo definirsi un codardo. Il semplice fatto che fosse pronto a prendere posto sul ponte, con la pistola in mano, dimostrava che non mancava certo di coraggio.

Gli uomini del capitano Tromp erano allineati lungo il parapetto di dritta, a mezza nave, incatenati gli uni agli altri dai ceppi alla caviglia. Lui si rivolse loro in olandese, assicurando che li avrebbe resi di nuovo orgogliosi di lui facendo un buco in testa all’inglese. Pochissimi dei sottoposti lo incitarono, perché li aveva condotti alla rovina e non riuscivano a perdonarglielo.

«Sta sudando come un formaggio stagionato», affermò un marinaio esperto di nome Ralph Bigg, indicandolo.

«Sì, è fradicio come le mutande di una baldracca spagnola!» gridò un altro, suscitando un coro di risate e insulti lascivi rivolti al capitano olandese.

«Guardate invece il signor Pett», disse un abile gabbiere, un certo Bosely. «Non c’è una goccia di sudore su di lui. È calmo come l’acqua di una gora.»

«Freddo, semmai», lo corresse un compagno. «Freddo come la brina sulle tette di una strega.»

I due uomini indossavano soltanto calzoni e camicia, i piedi e la testa nudi laddove quasi chiunque altro a bordo si era coperto il capo in qualche modo, così da ripararsi dal sole. Hal si tolse il cappello dalla tesa larga e si tamponò la fronte con un fazzoletto; si stava avvicinando mezzogiorno e cominciava a fare caldo. Persino Judith iniziava a sudare, pur essendo nata e cresciuta sotto il sole africano, e lui aveva insistito per montare un tendone allo scopo di garantire l’ombra a lei e al bimbo che portava in grembo.

«È il caldo, non la paura, a far sudare Tromp», sottolineò, benché non fosse disposto a scommetterci. Ormai di sicuro anche l’olandese si stava chiedendo come mai Pett, presumibilmente assai più efficiente negli affari che in guerra, gli avesse concesso la scelta delle armi con una tale sicurezza di sé, e come mai ora si stava esaminando lo sporco sotto le unghie come se non avesse alcuna preoccupazione al mondo.

«Siete pronti, signori?» chiese Big Daniel, appeso alle sartie dell’albero di maestra, sei piedi sopra il ponte, vicino a Pett e Tromp eppure lontano dalla linea di fuoco.

Entrambi i duellanti risposero con un cenno affermativo e il silenzio calò sul ponte. Le puntate erano state piazzate, i fischi e gli insulti si erano da tempo dispersi sopra l’oceano come fumo di pistola nella brezza, e il palcoscenico era pronto.

«Non sparerete finché non dirò: ’Fuoco’», continuò Daniel. «A quel punto potrete esplodere un colpo a testa, come e quando lo desiderate. Il duello verrà considerato concluso solo nel caso che uno di voi due rimanga gravemente ferito, tanto da non poter sparare, o che entrambe le pistole abbiano fatto fuoco. È tutto chiaro?»

«Cominciamo», replicò il capitano Tromp. Pett si limitò ad annuire.

Hal si spostò istintivamente davanti a Judith. Tromp avrebbe potuto centrare qualcuno sul cassero soltanto se avesse sparato un pessimo colpo, magari nel momento in cui veniva lui stesso ferito, ma Hal preferiva non correre rischi.

Il tempo parve dilatarsi, sconfinato come l’oceano. Da qualche parte un uomo si lasciò sfuggire una sonora flatulenza, causando un gorgoglio di risate che spinse Big Daniel a prolungare l’attesa, il braccio di entrambi gli uomini teso verso l’avversario, con la pistola nella mano di Tromp che cominciava a tremare.

«Fuoco!» urlò Big Daniel.

Vi fu una breve pausa, poi una fiammata e una voluta di fumo, seguite da un forte crepitio della pistola di Tromp. La spalla sinistra di Pett venne scagliata all’indietro, ma i suoi piedi rimasero piantati sul ponte. Dalla folla si levò un mormorio e un fiore scarlatto sbocciò sulla camicia di Pett. Hal immaginò che entrambe le pistole avessero sparato contemporaneamente e lui avesse mancato il bersaglio. Ma un attimo dopo divenne chiaro che Pett doveva ancora fare fuoco: il suo braccio era ancora teso e la pistola nella mano aveva il cane alzato, con la miccia che bruciava senza fiamma.

Pett non sentiva quasi la ferita dalla quale il sangue gli stava colando lungo il fianco sino a macchiare i calzoni, perché stava assaporando il momento come un nobile che gusti il suo vino migliore. Non mancava mai il bersaglio, da quella distanza. Non gli era mai successo di mancare un uomo che voleva uccidere, quindi ora li avrebbe fatti aspettare tutti, per mostrare loro come si faceva. Era talmente concentrato sulla pistola nella sua mano e sulla figura di Tromp, fermo davanti a lui con un’espressione di terrore sul viso – l’espressione di chi capisce troppo tardi che è stato ingannato e sta per subirne le conseguenze – da non notare nemmeno il silenzio totale che era sceso non soltanto sul ponte, ma anche nella sua testa. Le voci si erano zittite.

Tirò il grilletto, il cane spinse sul bacinetto l’estremità accesa della miccia e vi fu un lampo seguito da una detonazione. L’olandese trasalì quando il proiettile gli strappò un brandello di carne dalla spalla sinistra.

«Jesus Christus!» sbottò, digrignando i denti.

Pett guardò torvo la propria arma, come se lo avesse tradito.

«Sarebbe stato meglio usare le spade!» gridò un marinaio di nome Logward, irritato, mentre sul ponte serpeggiava la delusione. Hal, tuttavia, accolse con gioia quello sviluppo, emettendo un lungo respiro di sollievo. Entrambi gli uomini erano sopravvissuti. Sapeva benissimo che un semplice graffio poteva uccidere, se causava una cancrena, ma avrebbe affrontato quel problema se e quando si fosse presentato.

«Bene!» esclamò Big Daniel. «È finita.» I duellanti rimasero immobili, a fissarsi. Era evidente che nessuno dei due aveva subito una ferita mortale, benché fosse impossibile stabilire se si sentivano sollevati di essere ancora vivi o piuttosto desiderassero altra polvere da sparo e proiettili per ritentare.

«Siete soddisfatto, signor Pett?» chiese Tromp, trasalendo per il dolore non appena ebbe posto la domanda.

Pett restituì la pistola a Big Daniel. «Sono soddisfatto, capitano Tromp», replicò, ma il tono piatto e il volto inespressivo erano in netto contrasto con la tempesta che gli infuriava nel cervello.

«Aboli, vai nella mia cabina a prendere il brandy francese», disse Hal.

«Festeggiamo, comandante?» chiese Will Stanley.

«È per lavare le loro ferite, idiota», spiegò Ned Tyler.

«Posso pisciarci sopra, così risparmi il brandy», si offrì Aboli, a voce abbastanza alta da essere sentito dai due duellanti. La sua convinzione che l’urina umana impedisse alle ferite di infettarsi era risaputa fra quanti navigavano con lui da tempo, e alcuni avevano persino avuto motivo di ammettere, a denti stretti e tappandosi il naso, che la cura sembrava funzionare.

«Tieni nei pantaloni il tuo serpente nero», gridò Tyler, «altrimenti scommetto che il signor Tromp preferirà affrontare gli squali.»

La frase strappò una risata all’equipaggio della Bough e Hal fu felice di sentirla: suggeriva che il duello era servito allo scopo. Nessuno era rimasto ucciso, ma entrambi gli uomini erano sporchi di sangue, e a bordo erano in parecchi – compreso John Lovell, a giudicare da come sogghignava – ad aver vinto qualche moneta scommettendo sull’esito dello scontro.

«Sono contenta che sia finita», affermò Judith con la sua voce pastosa, sommessa, quindi scosse il capo. «Voi uomini e il vostro orgoglio.»

Gli occhi di Hal la scrutarono in volto, osservando gli occhi color miele dalle lunghe ciglia arcuate, la pelle dai toni scuri della gomma di acacia e la curva piena delle labbra.

«Forse l’orgoglio è davvero un peccato come sostengono i papisti», ribatté, «ma non posso condannare Pett per questo. So cosa si prova a vedersi portare via tutto, a venir trattato come un animale e ritrovarsi sull’orlo della disperazione.» Tacque mentre rammentava i giorni e le notti trascorsi in catene sulla Gull of Moray, e i lunghi mesi di lavori forzati nella colonia del capo di Buona Speranza. «Talvolta, amore mio, l’orgoglio è tutto ciò che ci rimane.»

Si voltò e scese la scaletta del cassero per raggiungere il signor Pett a poppavia dell’albero di maestra. L’uomo si era tolto la camicia per esaminare la ferita alla spalla.

«Un semplice graffio, comandante», disse.

Hal annuì. «Siete stati entrambi fortunati», affermò. «Devo ammettere che mi ha sconcertato, che siate riuscito a mantenere la mano salda e a colpire il vostro avversario dopo essere stato ferito. Non potrei pretendere di più nemmeno dai miei uomini, che hanno preso parte a numerose battaglie, mentre voi non siete mai sceso in azione.»

«Mio padre ha combattuto in guerra, a Cheriton nel ’44 e a Naseby», spiegò Pett. Gli uomini attorno a loro mormorarono qualcosa, sentendo nominare quelle battaglie cruente; tutti contavano amici o familiari rimasti uccisi nel corso delle guerre civili. «Mi ha insegnato a sparare, quindi sono stato contento, quando l’olandese ha scelto le pistole. Non ce l’avrei fatta, se avesse optato per le spade.»

Hal sorrise. «Quindi la fortuna continua ad arridervi, signor Pett», disse, guardando Tromp che si stava facendo esaminare la ferita da Big Daniel. «Come conferma il fatto che io abbia del brandy francese per la vostra ferita. E sono sicuro che sarete d’accordo con me sul fatto che è meglio dell’urina di Aboli.»

«Non ho mai testato quel metodo, comandante Courteney», dichiarò Pett in tono solenne. «Potrebbe risultare benefico.»

«Bene.» Hal fece un rapido cenno d’assenso. «Vogliate scusarmi, ma devo rimettere al lavoro questi furfanti. Il vento si sta alzando di nuovo», disse, guardando i colori che sventolavano in cima all’albero di mezzana. «A salpare, signor Tyler. Signor Moone, signor Stanley! Fate tornare questi pigri figli di Satana alle loro postazioni e mettete in vela.» Nel giro di pochi istanti la Golden Bough divenne un alveare di laboriosa attività, mentre gli amadoda si arrampicavano sulle sartie e sfrecciavano lungo i pennoni. La tela si gonfiò e la nave parve fremere di piacere, come se fosse anch’essa ansiosa di puntare nuovamente verso sud e sentire l’oceano sfrecciarle lungo lo scafo.

E mentre Aboli gli versava un ottimo brandy francese sulla ferita alla spalla, il signor Pett osservò il comandante Courteney, chiedendosi quale piano avesse per lui il Santo e quando gli sarebbe stato chiesto di metterlo in atto.

Quanto a Tromp, non avrebbe saputo dire come avesse potuto mancarlo da quella distanza, eppure sapeva che il Santo aveva avuto un ruolo nella cosa.

A due uomini era stato consentito di vivere quando lui aveva deciso che morissero. Non gli era mai successo nulla di simile. Un fenomeno così straordinario doveva avere un significato, rifletté. E a tempo debito, ne era sicuro, avrebbe scoperto quale.

Il leone d'oro
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