21.



Tre quarti d'ora dopo, Canfield rientrò senza fare rumore nella cabina di Elisabeth Scarlatti. Appena la donna sentì la chiave nella toppa, gridò con voce apprensiva: «Chi è?»

«Canfield.» L'uomo entrò.

«L'ha trovato?»

«Si. Posso sedermi?»

«Prego. Cos'è successo? In nome del cielo, signor Canfield! Cos'è successo? Chi è?»

«Si chiama Boothroyd. Faceva l'agente di cambio in una ditta di New York. Era evidentemente prezzolato, o comunque incaricato di ucciderla. E morto, e i suoi resti sono dietro di noi... pressappoco tre miglia, direi.»

«Sant'Iddio!» La donna si sedette.

«Vogliamo cominciare dall'inizio?»

«Giovanotto, sa quello che ha fatto? Ci saranno delle ricerche, delle indagini! La nave sarà tutta in subbuglio!»

«Oh, qualcuno sarà in subbuglio, glielo concedo. Ma dubito che ci sarà niente di più di un'inchiesta di routine e, sospetto, alquanto sommessa. Con una vedova affranta e confusa confinata nei suoi appartamenti.»

«Che cosa vuole dire?» Canfield le raccontò come avesse trovato Boothroyd, cadavere, vicino alla sua cabina. Poi accennò brevemente agli aspetti più macabri della vicenda, la perquisizione del corpo e lo scarico a mare, ma descrisse più dettagliatamente come fosse ritornato nel salone per apprendere che, in teoria, Boothroyd aveva perso i sensi alcune ore prima. Il barista, probabilmente esagerando, disse che c'era voluta una mezza dozzina di uomini per portarlo via e metterlo a letto.

«Vede, questo vistosissimo alibi è la spiegazione più logica della sua... scomparsa.»

«Frugheranno la nave finché non saremo arrivati in porto!»

«No, non lo faranno.»

«Perché no?»

«Ho strappato via un lembo del suo maglione e l'ho infilato in un angolo della balaustra di fronte alla sua cabina. Apparirà evidente che il signor Boothroyd, in stato di ebbrezza, tentò di raggiungere nuovamente la festa ed ebbe un tragico incidente. Un ubriaco più un tempo pessimo a bordo di una nave è una cattiva combinazione.» Canfield si fermò e rifletté. «Se operava da solo, siamo a posto. Se invece no...» Canfield decise di tacere.

«Era necessario buttare a mare quell'uomo?»

«Sarebbe stato meglio lasciare che lo trovassero con quattro pallottole in corpo?»

«Tre. Ce n'è una piantata nel soffitto della camera da letto.»

«Ancora peggio. Risalirebbero a lei. Se quell'uomo avesse un complice a bordo, lei sarebbe morta entro domani mattina!»

«Suppongo che lei abbia ragione. Cosa facciamo ora?»

«Aspettiamo. Parliamo e aspettiamo.»

«Che cosa?»

«Che qualcuno cerchi di scoprire cos'è successo. Forse sua moglie. Forse la persona che gli ha dato la chiave. Qualcuno.»

«Pensa che lo faranno?»

«Credo che dovranno farlo, se c'è qualcuno a bordo che lavorava con lui. Per il semplice motivo che tutto è andato a rotoli.»

«Forse era solo un ladro.»

«No. Era un killer. Non voglio allarmarla.» La vecchia signora guardò attentamente Canfield negli occhi. «Chi sono 'loro', signor Canfield?»

«Non lo so. E qui che comincia il discorso.»

«Lei crede che siano collegati con la scomparsa di mio figlio, non è così?»

«Sì... Lei no?» Elisabeth non diede una risposta diretta. «Lei ha detto che dovremmo cominciare dall'inizio. Qual è per lei?»

«Il momento in cui scoprimmo che obbligazioni americane per il valore di milioni di dollari venivano vendute segretamente su una Borsa straniera.»

«Questo che cos'ha a che fare con mio figlio?»

«Lui era li. Era esattamente in quella zona quando cominciarono le voci. Un anno più tardi, dopo la sua sparizione, ricevemmo da fonti attendibili l'informazione che la vendita era stata compiuta. E lui era di nuovo li. Chiaro, no?»

«Oppure del tutto casuale.»

«Questa teoria è già stata messa fuori gioco quando lei mi ha fatto entrare un'ora fa.» La vecchia fissò l'uomo, che dondolava sulla sedia. Questi, a sua volta, la guardò attraverso gli occhi socchiusi. Vide che era furente ma controllata.

«Le sue non sono che ipotesi, signor Canfield.»

«Non credo. E dal momento che sappiamo chi era il suo aspirante assassino e chi sono quelli per cui lavorava -Godwin e qualcos'altro, Wall Street - penso che il quadro sia abbastanza chiaro. Qualcuno, qualcuno della quinta agenzia di cambio di New York è abbastanza arrabbiato con lei o spaventato da lei da volerla morta.»

«Queste sono congetture.»

«Congetture un corno! I miei lividi le provano!»

«Com'è arrivata Washington a stabilire questa... discutibile connessione?»

«Washington impiega troppa gente. Noi siamo un piccolo reparto. Normalmente ci occupiamo con discrezione di funzionari governativi ladri ma d'alto livello.»

«Lei sembra un individuo alquanto sinistro, signor Canfield.»

«Niente affatto. Se uno zio dell'ambasciatore svedese fa un colpo nelle importazioni dalla Svezia, noi preferiamo sistemare la cosa in segreto.» Canfield la osservava attento.

«Ora sembra innocuo.»

«Non sono né l'uno né l'altro, gliel'assicuro.»

«Questi titoli, allora?»

«L'ambasciatore, appunto.» Canfield sorrise. «Il quale, per quanto ne so io, non ha nessuno zio nelle importazioni.»

«L'ambasciatore svedese? Mi pareva avesse detto che si trattava del senatore Brownlee.»

«Non io. L'ha detto lei. Brownlee ha sollevato abbastanza rumore da far si che il ministero della Giustizia si rivolgesse a tutti coloro che avevano avuto qualcosa a che vedere con Ulster Scarlett. A un certo punto abbiamo cominciato a occuparcene noi.»

«Lei è con Reynolds!»

«Di nuovo, questo lo dice lei. Non io.»

«La smetta coi giochetti. Lei lavora con quell'uomo, Reynolds, non è vero?»

«Sia chiaro che non sono suo prigioniero. Non subisco interrogatori.»

«D'accordo. Allora, questo ambasciatore svedese?»

«Non lo conosce? Non sa niente della storia di Stoccolma?»

«Oh, santo cielo, naturalmente no!» Canfield le credette. «Quattordici mesi fa l'ambasciatore Walter Pond mandò a Washington la notizia che un'associazione di finanzieri di Stoccolma aveva promesso trenta milioni di dollari per grossi pacchetti di obbligazioni americane se fosse stato possibile introdurle clandestinamente. Il suo rapporto era datato 15 maggio. Il visto di suo figlio mostra che lui entrò in Svezia il 10 maggio.»

«Assurdo! Mio figlio era in luna di miele. Un viaggio in Svezia non era niente di straordinario.»

«Era solo. Sua moglie era rimasta a Londra. Questo è fuori dell'ordinario.»

«Era più di un anno fa. Il denaro era stato soltanto promesso...»

«L'ambasciatore Pond ha confermato che l'affare è stato concluso.»

«Quando?»

«Due mesi fa. Subito dopo che suo figlio è scomparso.» Elisabeth smise di andare su e giù e guardò Canfield. «Le ho fatto una domanda prima che corresse dietro a quell'uomo.»

«Ricordo. Mi ha offerto un lavoro.»

«Potrei ricevere la collaborazione della sua agenzia solo col suo benestare? Abbiamo lo stesso obiettivo. Non ci sono conflitti.»

«Questo cosa significa?»

«Le è possibile riferire che io mi sono offerta volontariamente di collaborare con lei? La verità, signor Canfield, nient'altro che la verità. Hanno attentato alla mia vita. Se non fosse stato per lei, sarei morta. Sono una vecchia donna terrorizzata.»

«Crederanno che lei sappia che suo figlio è vivo.»

«Non lo so. Lo sospetto.»

«Per via delle obbligazioni?»

«Questo mi rifiuto di ammetterlo.»

«Allora perché?»

«Prima mi risponda. Potrei usare l'influenza della sua agenzia senza venire interrogata ulteriormente? Dovendo rispondere solo a lei.»

«Il che significa che io devo rispondere a lei.»

«Esattamente.»

«E possibile.»

«Anche in Europa?»

«Abbiamo degli accordi bilaterali con la maggior parte dei Paesi.»

«Allora ecco la mia offerta» l'interruppe Elisabetta «Aggiungo che non è negoziabile... Centomila dollari. Pagati in rate da fissare di comune accordo.» Matthew Canfield guardò quella vecchia donna sicura di sé e improvvisamente si scoprì spaventato. C'era qualcosa di terrificante nella somma che Elisabeth Scarlatti aveva appena nominato. Canfield ripetè con voce quasi impercettibile. «Centomila dollari...»

«Accetti la mia offerta e si goda la vita.» Il contabile stava sudando, e non faceva caldo nell'appartamento. «Conosce la mia risposta.»

«Si, penso di si... Non si faccia mettere in crisi. Il passaggio del denaro non richiede che dei piccoli adattamenti. Lei avrà abbastanza da star comodo, ma non abbastanza, considerando la responsabilità che si prende. Quella si che sarà scomoda... Dunque, dov'eravamo rimasti?»

«Come?»

«Ah, si. Perché sospetto che mio figlio sia vivo? A prescindere completamente da quei titoli di cui parla lei?»

«Perché?»

«Dall'aprile al dicembre dell'anno scorso, mio figlio s'è fatto trasferire centinaia di migliaia di dollari in banche di tutt'Europa. Credo che intenda vivere di quel denaro. Sto cercando quei depositi. Sto seguendo la traccia di quel denaro.» Elisabeth vide che il contabile non le credeva. «Si dà il caso che sia la verità.»

«Lo stesso vale per i titoli, no?»

«Parlandone a qualcuno ch'è sul mio libro paga e visto e considerato che fuori di questa cabina negherò di saperne alcunché... Si.»

«Perché negarlo?»

«Una buona domanda. Non credo che lei capirà, ma proverò. Le obbligazioni mancanti non verranno scoperte per circa un anno. Io non ho alcun diritto legale di indagare sulla proprietà di mio figlio - nessuno ce l'ha, finché non scadono le obbligazioni. Farlo significherebbe accusare pubblicamente la famiglia Scarlatti. Distruggere le Industrie Scarlatti. E rendere sospette tutte le operazioni Scarlatti in ogni istituto di credito di tutto il mondo civile. E considerando la quantità di denaro che c'è di mezzo, ciò getterebbe nel panico centinaia di società.» Canfield raggiunse i limiti della sua concentrazione. «Chi era Jefferson Cartwright?»

«La sola altra persona che sapesse delle obbligazioni.»

«Oh, mio Dio!» Canfield si tirò su nella sedia.

«Crede veramente che sia stato ucciso per quelle ragioni?»

«Non sapevo affatto che ce ne fossero.»

«Erano indirette. Cartwright era notoriamente un donnaiolo.» Il contabile guardò negli occhi la donna. «E dice che lui era l'unica persona oltre a lei a sapere delle obbligazioni?»

«Si.»

«Allora penso che sia questa la ragione per cui è stato ucciso. Nella sua zona della città non si uccide un uomo perché dorme con la propria moglie. La si usa come scusa per dormire con la sua.»

«Quindi ho proprio bisogno di lei, vero, signor Canfield?»

«Che cosa ha deciso di fare quando arriveremo in Inghilterra?»

«Precisamente quello che ho detto che avrei fatto. Incomincerò con le banche.»

«Che cosa potrebbe scoprire?»

«Non sono sicura. Ma c'erano notevoli somme di denaro soggette a norme ordinarie. Questo denaro doveva andare da qualche parte. Certamente non era destinato a essere portato in giro in sacchetti di carta. Forse altri conti sotto falso nome; forse piccole imprese messe insieme rapidamente - non so. Ma quello che so è che questo è il denaro che verrà usato finché i pagamenti per le obbligazioni non saranno liquidi.»

«Cristo, ha trenta milioni di dollari a Stoccolma!»

«Non necessariamente. C'è la possibilità di aprire dei conti in Svizzera per un totale di trenta milioni - probabilmente pagati in lingotti - ma non quella di fare prelevamenti prima di un periodo notevolmente lungo.»

«Quanto lungo?»

«Il tempo che ci vuole per certificare l'autenticità di ogni documento. Dal momento che sono stati venduti su una Borsa estera, potrebbero volerci dei mesi.»

«Così lei cercherà di rintracciare questi conti?»

«Sembrerebbe che sia l'unico punto di partenza.» Elisabeth Scarlatti aprì un cassetto e tirò fuori un foglio di carta.

«Suppongo che lei ne abbia una copia. Vorrei che lo leggesse attentamente e che si rinfrescasse la memoria.» Elisabeth gli porse il foglio. Era la lista delle banche estere dove la Waterman Trust aveva depositato somme di denaro per Ulster Scarlett. Canfield ricordò che faceva parte del materiale mandato dal ministero della Giustizia.

«Si, l'ho vista, ma non ne ho una copia... Qualcosa meno di un milione di dollari.»

«Ha notato le date dei prelevamenti?»

«Ricordo che l'ultimo era stato fatto circa due settimane prima che suo figlio e la moglie ritornassero a New York. Un paio di conti sono ancora aperti, vero? Si, qui...»

«Londra e L'Aja.» La donna lo interruppe, e continuò senza fermarsi. «Non è questo che voglio dire, ma potrebbe essere utile. Ciò a cui alludevo è lo schema geografico.»

«Che schema geografico?»

«Parte da Londra, poi a nord, in Norvegia; poi a sud di nuovo in Inghilterra; poi a est, a Parigi; di nuovo a nord, Danimarca; a sud, Marsiglia; a ovest, Spagna, Portogallo; a nordovest, Berlino; di nuovo a sud, in Nordafrica, Cairo; a nordovest per l'Italia, Roma; poi i Balcani; tornando a ovest ripassa in Svizzera - e prosegue. Un mosaico.» La vecchia signora aveva sciorinato quella sequenza a memoria mentre Canfield cercava di seguire la lista delle date.

«Cosa vuol dimostrare, madame Scarlatti?»

«Non ci trova niente di strano?»

«Suo figlio era in viaggio di nozze. Io non so come voialtri andate in viaggio di nozze. Tutto quello di cui ho sentito parlare sono le cascate del Niagara.»

«Questo non è un itinerario normale.»

«Io non saprei dire.»

«Mettiamola così... Lei non farebbe un viaggio di piacere da Washington a New York per poi tornare a Baltimora e fare la tappa successiva a Boston.»

«Suppongo di no.»

«Mio figlio si muoveva a zigzag entro un semicerchio. La destinazione finale, l'ultimo e il più grosso prelevamento fu fatto in un punto che sarebbe stato più logico raggiungere mesi prima.» Canfield si era smarrito nella lista delle banche e delle date.

«Lasci stare, signor Canfield. Era la Germania. Un'oscura cittadina nel sud della Germania. Si chiama Tassing... Perché?»



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