Adoro avvicinare il naso alla tua testolina e annusare i tuoi capelli, biondi come quelli di tuo padre. Gli piacerebbe sapere che dopo il suo ritorno in America qualcosa di lui è rimasto da questa parte del mare. È un brav’uomo, non uno di quelli che si disinteressano dei loro figli. Sono sicura che ti ama, in qualche modo saprà che esisti, qualcosa nel suo cuore gliel’avrà detto, e ti ama, ti ama con tutto se stesso, come me. Mi hai cambiato la vita. Sei la mia gioia, mi riempi a tal punto che non ho bisogno d’altro.
Ti hanno portato il giorno dopo il parto, quando ormai avevo perso tutte le speranze. Ancora mi vergogno se penso a come mi sono inginocchiata davanti alla superiora per ringraziarla di aver avuto pietà di noi. Ora so che quella è solo la procedura abituale in questo posto disumano.
Qualche giorno fa ho sentito delle grida nella cella in fondo. Un pianto lacerante che spezzava il cuore. Soprattutto perché so cosa significa. Non era un neonato affamato o bisognoso d’affetto. Era una donna come me che aveva appena visto arrivare la sua ora. Il suo problema, quel problema di cui parla sempre la madre superiora, era appena scomparso. Non avrebbe più avuto una testolina da annusare né una faccetta soddisfatta da contemplare durante l’allattamento.
Scusami se sto inzuppando il tuo volto sereno con le mie lacrime, scusa se ti abbraccio così forte da svegliarti spaventata. Non posso farne a meno. Al solo pensiero che un giorno verranno a prenderti e che tutto sarà finito sento che mi rompo in mille pezzi. Morirò dentro, lo sai?
Le odio con tutte le mie forze. Perché mi fanno questo? Perché i miei genitori hanno deciso di castigarmi così? Non potrò mai perdonarli per avermi portato via la cosa che amo di più.
Mai.
Non tornerò mai in quel posto che chiamavo casa. Quando uscirò da qui, quando questi mostri con i loro crocifissi ti porteranno via strappandomi la vita, me ne andrò. Così lontano che nessuno mi troverà mai.
Ogni giorno mi sveglierò con il rumore della porta che si apre e la tua culla sarà vuota. E quando arriverà il momento credo che non avrò la forza nemmeno di scrivere. Queste potrebbero essere le ultime righe che scrivo in vita mia. Non immagino un futuro senza di te.
So che non potrai mai leggere questa lettera, ma spero che in qualche modo capirai che ti amo con tutto il mio cuore. Quando ti strapperanno dalle mie braccia con te si porteranno via per sempre il mio sorriso. Spero che almeno tu possa essere felice.
Ovunque sarai, ovunque la vità ti porterà, spero che tu sappia che ti amo come non ho mai amato né amerò nessun altro!
Voci, sento delle voci là fuori. Un chiavistello. È quello della mia cella.
Stanno arrivando, figlia mia. Sono qui.