38
28 ottobre 2018, domenica
I piedi dondolano sul tappeto erboso che migliaia e migliaia di viaggiatori hanno calpestato dal Medioevo in poi. Il silenzio è straziante. Solo il canto di un pettirosso e le gocce che cadono dal pergolato in legno osano profanarlo. Nemmeno il cielo ha il coraggio di alzare un poco la voce; si accontenta di piangere con una pioggerellina che avvolge ogni cosa nell’umidità.
È la solitudine della morte. Non è la prima volta che Cestero la sente così vicina.
«Non ha retto la pressione», mormora la ertzaina.
Accanto a lei, Julia soffoca a fatica un singhiozzo.
La scena è ipnotica. È orribile, certo, come qualunque morte violenta, ma in qualche modo è anche attraente. La brezza che arriva dal mare si infila tra le foglie della vite che sostiene il pergolato. L’autunno gli dona una splendida tonalità rossiccia che contrasta con il verde dell’uva rimasta sui rami dopo la raccolta. E tutto è sorretto da robusti pilastri di pietra che punteggiano il percorso e fanno da scorta al cadavere.
Luis Olaizola ha scelto le travi che coprono il camino real da Gernika a Bermeo per togliersi la vita. Un luogo simbolico a Urdaibai, non poteva essere altrimenti per qualcuno che ha vissuto legato a quella terra fin dai suoi primi giorni.
«Povero Luis», mormora Julia.
Cestero contempla in silenzio il defunto. Aveva così tante domande da fargli.
«Gli avevo dato appuntamento in commissariato domattina presto», commenta con un filo di voce.
«Be’, ha deciso che questo pomeriggio aveva un appuntamento più importante», conclude Julia. Ha gli occhi arrossati, proprio come gli altri agenti di Polizia di Gernika che pian piano arrivano sul posto.
«Mi dispiace», si scusa Cestero. Non è molto sicura che quelle siano le parole giuste, ma non le viene in mente nulla di meglio.
Julia annuisce in silenzio.
La sottufficiale rilegge il biglietto suicida che l’ex commissario ha lasciato su un muretto. Olaizola ammette di essersi lasciato ingannare dalla possibilità di lucrare sulla questione del museo, ma nega di aver avuto qualcosa a che fare con la banda di narcotrafficanti. E ancor meno con qualunque genere di omicidio. La nota si conclude con una sentita arringa sul dolore del tradimento e il vero significato dell’amicizia e dell’amore.
«Non so se era la persona più adatta a dare lezioni del genere», sospira Cestero.
Julia la rimprovera con lo sguardo. Perché di sicuro sono quelle parole a non essere adatte, sentenze sputate su una persona impiccata, alla mercé del vento.