Un giorno di maggio, 2012
Non dimenticherò mai quel giorno.
Tanti sforzi, tanti fallimenti, tante lacrime di impotenza... E poi finalmente ci ero riuscito.
Due capsule. Solo due di una piantagione di più di venti tulipani. Tutti gli altri fiori erano marciti senza dare alcun frutto, come ogni volta in cui ci avevo provato prima di quella. Ma in quell’occasione, finalmente, ce l’avevo fatta.
Ricordo la delicatezza del bisturi che incide le capsule, e la fine pioggia di semi che i loro ventri generosi avevano rilasciato. Erano minuscoli e così numerosi che non potevo crederci.
Li contai, a uno a uno. Duecentosedici semini. Erano un sacco di tulipani.
Credo di aver pianto di emozione, anche se non potrei giurarlo.
Era la mia creazione. Io gli avevo dato vita, una nuova varietà di tulipano che mi sarebbe sopravvissuta e avrebbe reso immortale il mio nome, come quello di tanti altri che ce l’avevano fatta prima di me.
Non fu un compito facile. Il fatto che mi fossi intestardito a creare una nuova ibridazione a partire dalla varietà Red Emperor non facilitò le cose. Era un tulipano splendido, perfino il suo nome sembrava impossibile da migliorare, e non era la varietà più semplice con cui fare incroci. Non importava, ero disposto a provarci tutte le volte che fosse stato necessario.
Quante volte usai quel pennello per portare il polline dei tulipani di una varietà a quelli dell’altra? Quanti fiori vidi marcire senza che dessero alcun seme? Tanti tentativi infruttuosi che mi fecero temere che non avrei mai ottenuto l’ibrido che sognavo.
Fu un’idea brillante rivolgermi alla fine alla Sociedad de Ciencias. Con l’aiuto delle ragazze della sezione botanica riuscii a imparare tutto sull’impollinazione incrociata. Grazie a loro, finalmente, tutti i miei vani tentativi si tradussero nel successo di quella mattina di maggio.
Ricordo come fosse ieri l’entusiasmo con cui mi accolsero al vecchio ospedale psichiatrico sopra Zorroaga, a Donostia, che avevano trasformato nella loro sede. Passai mattinate intere nei loro laboratori, tra germinatoi e microscopi. La scusa che stavo preparando una tesi di dottorato sull’ibridazione dei tulipani le catturò fin dal primo momento, e decisero di aiutarmi come meglio potevano.
Con loro imparai ogni cosa, soprattutto che la pazienza è la miglior compagnia quando si ha a che fare con le piante. E ancor più se si tratta di tulipani.
Quale pianta è così capricciosa da aver bisogno di cinque anni di precisissime cure per fiorire quando si coltiva a partire dai semi?
Quella era la grande sfida che avrei dovuto affrontare ora.
Mi ero procurato i semi. Il mio ibrido era nato. Ora mancava la parte più difficile: portare quei semi a fioritura.
La prima fase del mio piano si era conclusa. La seconda era appena cominciata.