Mary mi chiamò. Mi chiese di vederci a Onslow Beach, nel pomeriggio. Era la domenica prima della nostra partenza per la missione. Il messaggio che mi aveva lasciato sul telefono non spiegava il motivo, diceva soltanto che sarebbe stata lì e che aveva bisogno di vedermi.

Da quella sera a casa sua non ci eravamo più incontrati.

Arrivai in anticipo. Parcheggiai e poi camminai fino alla spiaggia attraverso una breccia fra le dune. Eravamo nel pieno dell’inverno e mi pareva di sentire la sabbia fredda attraverso la suola pesante degli scarponi. L’aria era limpida e i gabbiani si lasciavano trasportare da una brezza di terra. Mi sedetti sulla sabbia. Alcune settimane prima c’era stata burrasca e in fondo alla spiaggia un bulldozer stava ricompattando le dune.

Alle mie spalle accostò l’auto di Mary. Non mi mossi. Anche lei passò dalla breccia fra le dune e guardò avanti, verso l’oceano. Le onde lambivano morbidamente la spiaggia liscia e bagnata che brillava come un tessuto squamoso. Poi mi notò proprio dietro di lei. Portava un paio di jeans e una grossa felpa le copriva la pancia. Si era raccolta i capelli scuri in una coda di cavallo. Il vento le sferzava la faccia, e gli occhi le lacrimavano come se avesse pianto. Però io sapevo che non era così.

Mi alzai. Lei si sedette.

Mi sedetti di nuovo.

«Hai saputo la notizia?» chiese.

«Andiamo in macchina a parlare. Fa un freddo cane.»

Mi ignorò. «Non è tuo.»

«Volevi vedermi per questo?»

«Non volevo lasciarti nel dubbio.» Mary spostò lo sguardo sulla spiaggia, verso i bulldozer.

Tremava leggermente.

«Quella sera mi hai detto che eri incinta. Perciò non mi sono posto nessuna domanda.»

«Bene» disse lei, e non aggiunse altro. Restammo seduti in silenzio per un po’. I gabbiani in alto si stancarono di noi e si lasciarono trasportare al largo dal vento. Lei teneva ancora lo sguardo fisso sulla spiaggia, lontano da me, verso le dune da ricompattare. La brezza non le sferzava più il viso. Infine mi guardò. Aveva gli occhi rossi, non per il vento. Rapida mi baciò sulla bocca. Aveva le labbra fredde e molli. Avrei ricambiato il bacio, ma non me ne diede il tempo. Si alzò e ripercorse il cammino attraverso le dune. Sentii che metteva in moto e si allontanava. Rimasi seduto a lungo sulla spiaggia. La sabbia si fece ancora più fredda. I gabbiani volarono verso terra e il conducente del bulldozer sulla spiaggia finì il suo turno di lavoro.