A PROPOSITO DELLA CRUDELTÀ DELLE FIAMME E DELLA SALVEZZA LASSÙ NEI CIELI

1  Fortezza di Brest:

la città bielorussa al confine con la Polonia, che in epoca presovietica si chiamava Brest-Litovsk, era stata la sede dell’omonimo trattato che il 2 marzo 1918 aveva sancito nella Prima guerra mondiale la pace separata tra l’appena nata Russia bolscevica e la Germania. Nella Seconda guerra mondiale la Fortezza della città fu investita fin dalle prime ore dell’invasione tedesca dell’URSS dall’urto delle forze nemiche; la guarnigione di 4000 uomini resistette dal 22 giugno a fine luglio 1941.

2  Ferrovia Bajkal-Amur:

BAM, Bajkalo-Amurskaja (železnodorožnaja) magistral’, progettata come “seconda Transiberiana”, tracciata da Tajšet, a nord del lago Bajkal, alla costa orientale della Siberia sul Pacifico, di fronte all’isola Sachalin, 1000 km a nord di Vladivostok, capolinea della Transiberiana; i lavori, iniziati nel 1937, durarono con varie modifiche al progetto iniziale fino al 1988; con i rami laterali supera i 4000 km.

3  stazione Leningradskij:

Leningradskij vokzal, con la denominazione al maschile poiché vokzal, “stazione”, è in russo di genere maschile.

4  Veksel’berg, Gref:

Viktor Veksel’berg (1957), imprenditore e finanziere, nel 2012 il più ricco della Federazione Russa; il suo gruppo multinazionale di gestione patrimoniale “Renova” ha più di 100.000 dipendenti. German Gref (1964), già ministro dello Sviluppo economico nel periodo 2000-2007, è presidente della Cassa di risparmio della Federazione Russa.

5  Tre milioni e mezzo di prigionieri:

si è già visto in questo libro, supra, pp. 57 e segg., il trattamento riservato ai prigionieri di guerra sovietici al loro ritorno dalla “campagna” di Finlandia; il massiccio attacco tedesco sul fronte dal Baltico al Mar Nero (“Operazione Barbarossa”) non incontrò praticamente resistenza, comportò la resa di intere divisioni dell’Armata Rossa e il dilagare della Wehrmacht nei territori sudoccidentali (Bielorussia, Ucraina, Russia caucasica) con l’esodo, volontario o costretto, di intere popolazioni verso il Reich; alla disfatta germanica, tutti costoro, considerati disertori o traditori della Patria, finirono in mani sovietiche (in gran parte riconsegnati dagli angloamericani all’alleato); da qui, come argomenta il narratore, quel problema di sistemare “tre milioni e mezzo di prigionieri!”

6  due soldati dell’Armata di Vlasov:

Andrej Vlasov (1900-1946), generale sovietico, pluridecorato difensore di Kiev e Mosca, nel giugno 1942, al comando della sua “Armata d’assalto” che cercava di rompere la blokada di Leningrado, finì per l’insipienza della stato maggiore sovietico in una sacca, con l’annientamento di quasi tutti i suoi 16.000 effettivi; preso prigioniero, passò al servizio dei tedeschi, costituendo un’Armata di liberazione nazionale (ROA) scarsamente impiegata sul campo e usata come rincalzo; venne consegnato ai sovietici dopo la disfatta della Germania, tradotto a Mosca, sommariamente processato e impiccato con altri 11 coimputati nel cortile del carcere di Butyrki. Come è raccontato qui alle p. 276-277, una sorte ancora peggiore toccò a molti “vlasoviani” o presunti tali.

7  sezione speciale:

l’osobyj otdel o otdelenie; tutto ciò che è osobyj nella Russia leniniana e staliniana, dalla Čeka in poi, attiene alle polizie di Sicurezza dello Stato: dai loro reparti armati “speciali” alle loro commissioni “speciali” (OSO) della repressione extragiudiziale, ai lager “speciali”; un repertorio completo di queste accezioni è nel già ricordato Jacques Rossi, Manuale del gulag, op. cit.

8  “Sol la vittoria ci è necessaria!…”:

canzone di Bulat Okudžava per il film La stazione Belorusskij (1970) di Andrej Smirnov.

9  li avevano accolti col pane e sale dell’ospitalità:

il tradizionale omaggio dei popoli slavi a un ospite gradito, in Russia chleb da sol’ o chlebosol’, una pagnotta magari ornata e una tazzina di sale (l’augurio di abbondanza e lo scongiuro per tener lontane le forze avverse).

10  E per Pesah… ci portava il matzah:

si tratta della Pasqua ebraica, festività di otto giorni che celebra l’esodo e la liberazione dalla schiavitù d’Egitto degli israeliti; tra le prescrizioni della festa c’è il cibarsi di pane azzimo (non lievitato), appunto il matzah, e di erbe amare.

11  La Polizei:

in russo Polizai, secondo la pronuncia della parola tedesca; designa i reparti di collaborazionisti volontari arruolati dalle SS tra la popolazione dei territori occupati e tra i prigionieri di guerra, con compiti di ausiliari di polizia, in arresti, perquisizioni e rastrellamenti o inquadrandoli in formazioni antipartigiane o come guardiani nei lager.

12  zemljanka:

abitazione, fissa o di fortuna, di solito formata di un solo ambiente, riscaldabile, e interrata per uno o due metri; storicamente documentata dai tempi più antichi tra le popolazioni slave, ma anche in Nordamerica, Islanda ecc.; la struttura portante è di tronchi o tavole di legno; il tetto viene coperto di terra; durante la guerra, zemljanki più o meno improvvisate e mimetizzate fornirono ricovero a soldati e partigiani.

13  samogon:

superalcolico distillato in casa mediante attrezzature più o meno artigianali, partendo da mosti di cereali, patate, barbabietole, frutta eccetera.

14  Ma dovevo baciarlo:

nei riti funebri in Russia, sia religiosi sia civili, il defunto giace nella bara scoperta e riceve l’estremo saluto di parenti e amici, che sfilano accanto al feretro.

15  “Sorgi mio immenso paese…”:

canzone-inno patriottica della Seconda guerra mondiale; il 24 giugno 1941, due giorni dopo l’invasione tedesca dell’URSS, i suoi versi vennero pubblicati contemporaneamente sulla Pravda e sulla Krasnaja Zvezda (“Stella Rossa”, il quotidiano delle forze armate); ne era autore Vasilij Lebedev-Kumač e vennero immediatamente musicati da Anatolij Aleksandrov; già il 26 giugno ce ne fu una prima esecuzione corale pubblica, replicata cinque volte di fila.

Tempo di seconda mano: La vita in Russia dopo il crollo del comunismo
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