Svetlana Aleksievič è nata in Ucraina nel 1948, da padre bielorusso e madre ucraina, entrambi insegnanti nelle scuole rurali. Giornalista e scrittrice, è nota soprattutto per essere stata cronista, per i connazionali, dei principali eventi dell’Unione Sovietica della seconda metà del XX secolo. Fortemente critica nei confronti del regime dittatoriale in Bielorussia, è stata perseguita dal regime del presidente Aleksandr Lukašenko e i suoi libri sono stati banditi dal paese. Dopo dodici anni all’estero, ora è tornata a Minsk.
Ha pubblicato libri tradotti in oltre quaranta lingue e ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra gli ultimi il Premio per la pace degli editori tedeschi alla Fiera di Francoforte (2013), il Prix Médicis essai (2013) e il Premio Masi Grosso d’Oro Veneziano (2014). Nel 2013 il suo nome figurava tra i candidati al premio Nobel per la letteratura. Di Svetlana Aleksievič sono usciti in Italia: Preghiera per Černobyl’ (2002), Ragazzi di zinco (2003) e Incantati dalla morte (2005).