A PROPOSITO DELLA BELLEZZA DELLA DITTATURA E DEL SEGRETO DELLA FARFALLA NEL CEMENTO (PAGINE 53-106)
1 rajkom:
acronimo di rajonnyj komitet, il comitato a livello regionale (ma anche rionale in città) del partito comunista dell’URSS.
2 campagna di Finlandia:
motivata da una richiesta respinta dalla Finlandia di accettare basi militari dell’URSS sul proprio territorio, iniziò con un proditorio attacco aereo sovietico alle città finlandesi a fine novembre 1939 e, nonostante la strenua resistenza della piccola nazione al potente vicino, si concluse nel marzo 1940 con un trattato favorevole all’aggressore.
3 Vorkuta… sul terreno permanentemente gelato:
in russo večnaja merzlota, “gelo perenne”, è il permafrost, strato di terreno gelato, probabilmente di origine glaciale, che si trova sotto la superficie terrestre, specie alle alte latitudini.
Nei lager della Vorkuta, regione degli Urali artici, finirono nel 1940 decine di migliaia di ex prigionieri sovietici rilasciati dai finlandesi dopo la fine della guerra; in precedenza, nel 1939, dopo l’annessione sovietica di parte della Polonia spartita con Hitler, era stata la volta dei polacchi; e poi dei baltici e dal 1945, sconfitta la Germania, di decine di migliaia di prigionieri di guerra e civili tedeschi.
4 lavoratrice d’assalto:
nell’immaginifico gergo sovietico, udarnik e udarnica (da udar, “colpo”, ma udarnik è anche il percussore di un’arma da fuoco), è il lavoratore o la lavoratrice che realizza il piano di produzione, ed è di esempio agli altri per dedizione, competenza e disciplina.
5 Čubajs:
Anatolij Čubajs (1955), già consigliere economico di Sobčak a San Pietroburgo, durante la presidenza El’cin fu il maggior artefice, con Gajdar, della privatizzazione delle grandi aziende di Stato, in particolare con l’introduzione dei famigerati voucher, certificati di proprietà a venire di un velleitario azionariato popolare. Chi poté farne incetta pose le basi per la propria ricchezza personale, le masse se ne liberarono svendendoli per rimediare di che vivere alla giornata.
6 TASS:
Telegrafnoe Agentstvo Sovetskogo Sojuza, è stata dal 1925 l’Agenzia ufficiale di informazione dell’URSS, nel 1992 le è subentrata la ITAR-TASS che svolge le stesse funzioni per il governo della Federazione Russa.
7 stukač:
il delatore, la spia, chi “fa una soffiata” ai servizi segreti o alle autorità carcerarie, nel gergo furbesco e dei lager, da stučat, stukat’ (bussare, battere).
8 kolchoz:
acronimo di kollektivnoe chozjajstvo, “economia collettivistica”, azienda agricola di produzione; nel dicembre 1929 venne intrapresa dalle autorità sovietiche l’accelerazione della politica di collettivizzazione dell’agricoltura, con l’inserimento forzato dei contadini nei kolchozy, la liquidazione di coloro che vi si opponevano (i cosiddetti kulaki, da “eliminare come classe”) mediante deportazioni e stermini; questo comportò la rovinosa crisi dell’agricoltura in Russia, Ucraina ecc., dalla quale l’URSS non si sarebbe più risollevata; nella Russia postcomunista dall’inizio degli anni Novanta è stata intrapresa la ristrutturazione dei kolchozy nelle tradizionali arteli, di tipo cooperativistico.
9 con le Solovki e il Belomorkanal:
acronimo di Belomorsko-baltijskij kanal, “Canale Mar Bianco-Mar Baltico”, lungo 230 km, costruito tra il 1931 e il 1933, in 20 mesi da quasi 300.000 detenuti, uomini e donne (ne morì un terzo). Ne parlano diffusamente il già citato Varlam Šalamov, I racconti di Kolyma, cit., e Jacques Rossi, Manuale del gulag, Napoli, ed. l’ancora del mediterraneo, 2006. Delle isole Solovki s’è detto in una precedente nota di questo repertorio.
10 Invece della bandiera rossa – Cristo è risorto!:
Christos voskrese! è l’annuncio pasquale che sacerdoti e fedeli cristiani ortodossi si scambiano durante le funzioni celebrative della Pasqua. Nella Russia postsovietica la Chiesa ortodossa Russa del Patriarcato di Mosca ha riacquistato, di fatto, dopo decenni di persecuzioni, il ruolo di Chiesa di Stato che rivestiva nella Russia zarista dell’Ottocento.
11 non vale un copeco:
copeco (pl. copechi) è italianizzazione di kopejka (pl. kopejki), centesimo del rublo.
12 tenore di vita dei “nuovi russi”:
a parte i super-ricchi (“oligarchi”), proprietari dei citati panfili e castelli, e i loro rampolli e famigli, lo strato sociale dei “nuovi russi” (novye russkie, ma non sono solo russi bensì anche delle altre nazionalità dell’ex URSS) è ben più numeroso ed è costituito dai parvenues che hanno saputo affermarsi a partire dagli anni Novanta nelle condizioni dell’economia di libero mercato del postcomunismo. Si caratterizzano per lo scialo e l’ostentazione della propria ricchezza, con status symbols quali abbigliamento vistoso, grosse macchine straniere, catene d’oro e anelli-sigillo, orologi di gran marca, guardaspalle eccetera. Hanno saputo conquistarsi un durevole disprezzo presso la popolazione, che considera i loro soldi “facili” e “mafiosi” ed essi stessi ignoranti e ottusi. Questo rifiuto si esprime in film, spettacoli teatrali e televisivi, favole attualizzate e barzellette.
13 Kasparov:
Garry Kasparov (1963), scacchista di fama internazionale, campione del mondo per l’URSS e poi per la Russia dal 1985 al 2000, autore di molti libri sulla materia, dal 2007 si è impegnato in politica col partito “L’altra Russia” come oppositore di Putin: lo racconta in Garry Kaspara, Gli scacchi, la vita, Milano, Mondadori, 2007.
14 Uspenskij e Korolenko:
Gleb Uspenskij (1843-1902), giornalista e scrittore, legato all’intellighenzia radicale, campione dell’“andata al popolo”, nel 1890 svolse una efficace campagna in favore delle popolazioni rurali colpite dalla carestia. Vladimir Korolenko (1853-1921), scrittore saggista, vicino ai narodniki (populisti) soffrì arresti e condanne al confino: fu poi però accolto nel 1900 nell’Accademia russa delle Scienze. Nei primi anni del potere bolscevico, dall’alto della sua chiara fama, cercò invano di frenarne l’intolleranza e violenza: famose le Lettere a Lunačarskij, 1922; anche in italiano, Vladmir Korolenko, Lettere e racconti, Milano, Feltrinelli, 1980.
15 Šolochov… in difesa dei contadini:
nella lettera del 4 aprile 1933 a Stalin, lo scrittore Michail Šolochov (1905-1984), autore del celebrato Il placido Don (1928-1940) denuncia, per esserne stato testimone oculare nella propria stanica (villaggio cosacco) Vëšenskaja, le atroci modalità della collettivizzazione dei contadini: tra l’altro, famiglie con donne e bambini lasciati in strada con 20° sotto zero fuori dalle proprie case espropriate, con la proibizione ai vicini di ospitarli, pena essere espropriati a loro volta.
16 I pareri di Berezovskij e Potanin… e non quelli di Okudžava e Iskander:
due degli “oligarchi”, Boris Berezovskij, il politico e miliardario allora in auge, cui già si è accennato e l’altro magnate, re del nickel, Vladimir Potanin, sarebbero cioè “maestri di vita” più ascoltati dei letterati Bulat Okudžava e Fazil’ Iskander (1929), lo scrittore russo-abchazo autore del celebre Sandro di Čegem (1972).
17 Pavka Korčagin:
Pavel (Pavka) Korčagin è il protagonista del romanzo Così fu temprato l’acciaio (1935); il suo autore, Nikolaj Ostrovskij (1904-1936) lo scrisse costretto a letto da una malattia incurabile che l’aveva reso cieco: autore e personaggio, in gran parte autobiografico sono l’emblema del puro eroismo e dedizione alla causa comunista.
18 “Non è la mente ma la merda della nazione”:
così Vladimir Lenin, riferendosi agli intellettuali, che si opponevano ai bolscevichi; in russo la frase suona: “eto ne mozg, a govno” e il leader rivoluzionario lo scrisse in una lettera a Maksim Gor’kij del 15 settembre 1919 (Opera omnia sovietica degli scritti di Lenin, vol. 51, Mosca, 1978).
19 non ci ho incontrato né fisici né lirici:
la questione, certo dibattuta da sempre, ma non oziosa per la Russia poststaliniana e del “disgelo” alla ricerca di nuovi orizzonti, di cosa sia più necessario, se la scienza o l’arte, era stata posta da una poesia di Boris Sluckij (1919-1986) intitolata Fisici e lirici pubblicata sulla Literaturnaja gazeta, il 13 ottobre 1959 e aveva acceso un lungo e animato dibattito negli ambienti intellettuali e sulla stampa.
20 gabinetto di istruzione politica… istruttore:
in russo, rispettivamente, partkabinet… instruktor, ufficio di consulenza e assistenza negli studi del marxismo-leninismo e addetto al controllo della correttezza dell’istruzione e della propaganda politica in un dato ente o struttura sociale.
21 popolo “portatore di Dio”:
in russo narod bogonosec; quella di una missione salvifica per il mondo del popolo russo, in quanto unico custode della “vera fede” (ortodossia), è una confusa idea messianica che innerva la cultura e civiltà della Russia sotto varie forme, compresa la “variante” bolscevica e comunista. In particolare Dostoevskij la fa esporre a Šatov, un personaggio del romanzo I demòni (1873), nel cap. VII della Seconda parte.
22 Giorni dannati di Ivan Bunin:
Ivan Bunin (1870-1953), emigrato nel 1920 in Francia, premio Nobel 1933 per la letteratura; il libro citato, in russo Okajannye dni, è un diario quotidiano, a Mosca e a Odessa, dal gennaio 1918 al giugno 1919, dell’“orgia di morte” dalla quale doveva nascere un “radioso avvenire”. Mai pubblicato in URSS, negli ultimi anni ha avuto diverse edizioni nella Federazione Russa.
23 Notizie di Odessa… Izvestija:
il quotidiano locale Odesskie Novosti, rileva Bunin, non c’era più: nata nel 1884, la testata seguì in quel periodo la sorte che man mano toccava a tutti i quotidiani e periodici non bolscevichi di qualsiasi orientamento; le Izvestija (“Notizie”), quotidiano fondato nel 1917 a San Pietroburgo, di lì a pochi anni organo del Soviet supremo dell’URSS costituirà la voce del governo, così come la Pravda sarà la voce del partito, in una situazione praticamente di incontrastata egemonia quanto ai mezzi di informazione. La testata Izvestija esiste tuttora, la proprietà è privata e vicina al governo.
24 Novočerkassk:
città in provincia di Rostov sul Don, nei giorni 1-2 giugno del 1962 fu teatro di uno sciopero operaio, cortei e manifestazioni duramente represse dalle autorità anche con l’intervento dell’esercito e delle truppe del KGB; un centinaio di vittime tra i lavoratori e successivamente 7 condanne a morte per i capi della sommossa e decine di deportati.
25 “ogni diuzzo sa di necrofilia”:
sentenza di Lenin, molto meno nota e citata di quella sulla religione “oppio dei popoli” di Marx; in una lettera a Gor’kij del 13 o 14 novembre 1913, Lenin si espresse proprio così: “vsjakij božen’ka est’ trupoložestvo”; ironia della Storia, proprio la salma del leader bolscevico è rimasta per decenni, ed è tuttora, offerta alla venerazione dei fedeli nel mausoleo sulla Piazza Rossa.
26 Bukovskij:
Vladimir Bukovskij (1942), uno dei dissidenti più famosi fin dall’inizio degli anni Sessanta, subì condanne al lager e internamenti in ospedali psichiatrici; nei brevi periodi di libertà non fece altro che denunciare quelle pratiche all’opinione pubblica internazionale. Infine nel 1976 venne dalle autorità sovietiche scambiato con Luis Corválan, il leader del PC cileno. Si stabilì a Cambridge (GB). Oltre ai libri di denuncia degli abusi psichiatrici in URSS, Vladimir Bukovskij scrisse anche Il vento va e poi ritorna, Milano, Feltrinelli, 1978; Gli archivi segreti dell’URSS, Milano, Spirali, 1999 (quest’ultimo libro nasce da una ricerca commissionatagli da El’cin durante la sua presidenza).
27 specmagazin:
acronimo di special’nyj magazin, i negozi riservati alle élites del partito e del governo, riforniti di ogni prodotto, alimentare, di abbigliamento ecc., spesso deficitario nei negozi “non speciali”, a prezzi stracciati. Spec-rete distributiva, spec-ospedali, spec-farmacie, spec-case di vacanza ecc. garantivano una vita privilegiata alla nomenklatura.
28 samizdat:
letteralmente “autoeditoria”, oramai termine d’uso comune, fu nell’URSS dagli anni Cinquanta in poi, ma anche prima, la diffusione da parte degli stessi autori o dei loro lettori, per evitare la censura, di libri, anche voluminosi, poesie ecc. e nell’ambito del movimento per i diritti, di documenti, programmi e proclami, intere “riviste” e “bollettini” periodici; tutto questo materiale era di solito ribattuto a macchina (in una situazione in cui fotocopiatrici, ciclostili, macchine da scrivere erano rigidamente controllate) o a mano. Nonostante le severe sanzioni che colpivano anche la semplice detenzione di materiali samizdat, il fenomeno assunse proporzioni imponenti.
29 radiodisturbo:
durante la guerra fredda più di 3000 trasmettitori in 200 siti erano destinati alla ricerca e al radiodisturbo delle trasmissioni in lingua russa e in quelle delle altre nazionalità dell’URSS, in onde corte, della BBC, Radio Liberty, Kol Israel, Deutsche Welle, Voice of America, Radio Beijing, Radio Tirana; il “servizio” di radiodisturbo contrastava anche le emissioni dirette alla Polonia e alle nazioni del Blocco di Varsavia.
30 “prosa contadina”:
anche “della campagna”; tendenza della prosa sovietica degli anni Sessanta-Settanta del Novecento, immetteva nella lingua una vena popolare e gergale e denunciava i guasti provocati dai tragici rivolgimenti storici nella vita contadina, senza sottacere la sua miserevole condizione di sempre; esponenti più rappresentativi: V. Astaf’ev, V. Rasputin, F. Abramov, V. Belov.
31 “Così non si può più vivere”:
in russo Tak bol’še žit’ nel’zja; anche recentemente M. Gorbačëv ha rivendicato come primo slogan della perestrojka questa affermazione; a suo tempo (1990) essa dette il titolo a un film, diretto da Stanislav Govoruchin, che sbalordì e commosse il pubblico.
32 l’abrogazione dell’articolo 6 della Costituzione:
quello che sanciva il ruolo guida del partito comunista in ogni ambito e attività della società. Si arrivò alla sua abrogazione il 14 marzo 1990 anche per le pressioni dell’opinione pubblica e la mobilitazione in questo senso del Congresso dei deputati; nella stessa occasione il neoeletto Soviet supremo introdusse la carica di presidente dell’URSS; si era assai battuto contro l’articolo 6 Andrej Sacharov il quale era allora impegnato nella stesura di un suo progetto di Costituzione (morì il 14 dicembre 1989).
33 spremere fuori… ciò che di sovietico c’era in me:
si riecheggia qui la famosa espressione di Anton Čechov (1860-1904) in una lettera del 7 gennaio 1889 a F. Suvorin circa la necessità di “spremere fuori goccia a goccia lo schiavo che si ha dentro”: “Po kaple vydavlivat’ iz sebja raba.”
34 “grosse riviste”:
in russo tolstye žurnaly, fascicoli di due o trecento fitte pagine a numero, sono riviste letterarie e di cultura con sezioni di poesia, narrativa, critica letteraria; tradizionalmente vi vengono pubblicati, prima che in volume, talvolta a puntate, interi romanzi, raccolte di poesia e di racconti; tra le testate più prestigiose: Novyj Mir, Znamja, Neva, Moskva, Oktjabr’.
35 Sobčak:
Anatolij Sobčak (1937-2000), nel 1991 fu il primo sindaco democraticamente eletto di San Pietroburgo: di formazione giuridica dette un importante contributo alla stesura della Costituzione “el’ciniana” della Federazione Russa; dal 1997 al 1999 emigrò a Parigi, per dei guai giudiziari; rientrato in Russia tornò a sostenere Putin e Medvedev fino alla morte prematura, sembra per attacco cardiaco.
36 Lichačëv:
Dmitrij Lichačëv (1906-1999), eminente studioso della letteratura e cultura russa antica, accademico russo e associato dei Lincei, lasciò numerose importanti opere tra cui illuminanti Memorie (in italiano La mia Russia, Torino, Einaudi, 1999).
37 nepmany:
al singolare nepman (da NEP e Mann, “uomo” in tedesco), nomignolo popolare dei protagonisti della NEP, la “Nuova Politica Economica”, parzialmente orientata sul libero mercato istituita da Lenin nel 1921 come misura provvisoria per risollevare la Russia dai disastri della rivoluzione e della guerra civile; si rivelò indispensabile, ma i suoi protagonisti, i nepmany appunto, piccoli imprenditori stimolati ad arricchirsi, furono oggetto di disprezzo e vennero liquidati quando non servirono più; ci pensò Stalin nel 1929 con l’introduzione dell’economia di piano.
38 Duma:
in russo Gosudarstennaja Duma, è la camera bassa dell’Assemblea Federale della Federazione Russa: ha sostituito il Soviet supremo con la nuova Costituzione introdotta da El’cin dopo la crisi istituzionale del 1993.
39 Herzen e Ogarëv… a Londra:
i letterati Aleksandr Herzen (Gerzen, 1812-1870) e Nikolaj Ogarëv (1813-1877) editarono a Londra e Ginevra, dal 1857 al 1867, il giornale Kolokol (“La campana”), punto di riferimento per le forze sociali progressiste, in particolare del movimento russo per la liberazione dei servi della gleba.
40 A Janaev tremavano le mani:
Gennadij Janaev (1937-2010), primo e unico vicepresidente dell’URSS nel 1990-1991 fu a capo del Comitato per lo stato di emergenza (GKČP) che esautorò Gorbačëv, in vacanza a Foros e “malato”, nel fallito putsch del 19-21 agosto 1991; alla conferenza stampa televisiva della sera del 19 agosto, Janaev, delegato ad annunciare la proclamazione dello stato d’emergenza, sembrava ubriaco, presagio per molti del fallimento del colpo di mano.
41 un volumetto di poesie dell’Achmatova:
Anna Achmatova (1889-1966), una delle voci più alte della poesia russa del XX secolo, visse per intero la tragedia del proprio popolo, la sua miseria e i lutti: il primo marito, poeta anche lui, Nikolaj Gumilëv (1886-1921) fucilato dai “rossi” e il figlio imprigionato nel 1938. Requiem (1935-1940), circolò solo nel samizdat e fu pubblicato all’estero nel 1963; trad. italiana in: Anna Achmatova, Poema senza eroe e altre poesie, Torino, Einaudi, 1966, 1993.
42 libri di Brežnev La piccola terra e Rinascita:
le prove letterarie del segretario generale del PCUS Leonid Brežnev (1906-1982, in carica dal 1964 alla morte) in realtà costituiscono una trilogia autobiografica: Malaja zemlja (1978), Vozroždenie (1978), e Celina (“Terra vergine”, 1979); a suo tempo questi scritti vennero esaltati come modelli di una letteratura che bada ai contenuti, “l’edificazione del socialismo” (e programmaticamente aliena dai valori estetici e letterari).
43 Grande guerra patriottica:
in russo Velikaja Otečestvennaja Vojna, così viene chiamata e sentita la Seconda guerra mondiale, ieri nell’URSS e oggi in Russia.
44 il XX congresso e il rapporto Chruščëv:
il periodico congresso del partito comunista dell’URSS si svolse dal 14 al 25 febbraio 1956; il 16 febbraio Nikita Chruščëv, Gensek del partito dopo la morte di Stalin, dette lettura di un “rapporto segreto” con la parziale denuncia dei crimini di Stalin, ribadita in due congressi successivi: dai gulag uscirono milioni di detenuti, iniziò il “disgelo” in campo culturale; la svolta fu epocale, paragonabile solo alla perestrojka dei successivi anni Ottanta.
45 “corvo nero”:
in russo cërnyj voron, furgoni di vario tonnellaggio per il trasporto dei detenuti, anche divisi in minuscole gabbie individuali; durante il “Grande Terrore” per non allarmare la restante popolazione con l’eccessivo andirivieni di questi “uccelli del malaugurio” si cominciò a mascherarli da furgoni per il trasporto di merci con le scritte “Pane”, “Carne” in russo, e in altre lingue europee; memorabile a questo riguardo la chiusa del romanzo Il primo cerchio di Solženicyn (Aleksandr Solženicyn, Il primo cerchio, Milano, Mondadori, 1968 e succ.).
46 Gavroche:
il ragazzo di strada parigino, spavaldo e generoso, immortalato da Victor Hugo nel romanzo I miserabili (1862); sulle barricate della sommossa del 1832 si fa uccidere dai soldati mentre recupera proiettili inesplosi che possono essere riutilizzati dai rivoltosi.
47 kommunjaki:
termine postsovietico abbastanza insultante, qualcosa come “comunistoide”; ma sarà “comunisteggiante” quando si vorrà descrivere la mentalità, nutrita di modernariato e gadget vari, dilaganti ad esempio in internet, di nostalgici veri e propri o “di ritorno”.
48 tempo di torbidi:
riferimento all’“Epoca dei Torbidi” (Smutnoe vremja), il periodo storico, dal 1598 al 1613, dell’interregno tra la dinastia dei Rjurikidi e quella dei Romanov, nel quale la Russia sprofondò nel caos, anche per la carestia e gli intrighi e l’intervento militare della vicina Polonia; emblematica la vicenda del reggente e poi usurpatore Boris Godunov narrata nella tragedia di Puškin (1831) e resa immortale dall’opera lirica (1869-1874) di Modest Musorgskij.
49 Šalamov e Platonov:
i racconti di Kolyma di Šalamov circolarono per decenni nel samizdat; la stessa sorte toccò a molte opere proscritte dalla censura di Andrej Platonov (1899-1951), meno conosciuto da noi ma da molti considerato, insieme a Michail Bulgakov, il maggior prosatore della prima metà del Novecento russo.
50 Radio Russia:
l’emittente radiofonica nazionale, in russo Radio Rossii, ha iniziato le trasmissioni il 10 dicembre 1990.
51 Lenin sull’autoblindo:
il 3 aprile 1917, Lenin rientrò in Russia dall’esilio svizzero viaggiando in treno attraverso la Germania in guerra con la Russia; alla stazione pietroburghese “di Finlandia” dall’alto della torretta di un autoblindo arringò la folla con un discorso incendiario; tra gli astanti, alcuni membri del governo provvisorio nato dalla rivoluzione di Febbraio, venuti ad accogliere il leader bolscevico, lo sentirono, stupiti, incitare la folla plaudente alla lotta fino alla vittoria per la rivoluzione socialista.
52 gruppo “Alpha”:
creato nel 1974, è un gruppo d’élite degli specnaz (truppe “a destinazione speciale”), per operazioni antiterrorismo ma anche segrete: il 27 dicembre 1979 assaltò il palazzo presidenziale di Kabul per togliere di mezzo il leader dell’Afghanistan Daud Khan, che aveva rovesciato la monarchia ma era di ostacolo alla “rivoluzione comunista” nel paese; l’operazione “mirata” comportò l’assassinio oltre che di Daud, dell’intera famiglia e dei testimoni. Per niente “chirurgiche” risultarono invece altre operazioni come nel 2002 l’assalto al teatro Dubrovka e nel 2004 quello alla scuola elementare di Beslan per liberare masse di persone ostaggi di guerriglieri ceceni, conclusesi entrambi con la morte di qualche decina di terroristi e di qualche centinaio di ostaggi (200 bambini nel secondo eccidio).
53 Gorbačëv è ritornato da Foros:
la località della Crimea dove in una dacia governativa, nella quale si trovava per il fine settimana, il presidente dell’URSS era stato trattenuto dai putschisti nell’agosto 1991 durante il loro tentativo di prendere il potere.