A PROPOSITO DELLE TENEBRE DEL MALE E DI UN’ALTRA VITA CHE SI PUÒ COSTRUIRE A PARTIRE DA QUESTA
Elena Razdueva, operaia, 37 anni
Per questa storia ho impiegato molto tempo a trovare un’“accompagnatore”, un narratore o un interlocutore. Non saprei io stessa come definire chi mi è venuto in aiuto nel mio viaggio nel mondo degli uomini. Attraverso la nostra vita. Si sono rifiutati tutti: “Questo è un caso psichiatrico”, “La vicenda di una madre che abbandona i suoi tre figli a causa delle sue fantasie malate, va bene per un tribunale e non per uno scrittore”, “E Medea? Come la mettiamo con Medea che ha ucciso i suoi tre figli per amore?”, “Ma quello è un mito e qui si tratta di persone reali.” La realtà non è solo un ghetto a uso degli artisti, ma anche un mondo libero.
Poi ho appreso che sulla mia eroina avevano già girato un film intitolato Sofferenze allo Studio Fi ška-film. Ho incontrato la regista del film Irina Vasil’eva. Abbiamo discusso insieme e visionato la pellicola e poi abbiamo ripreso la nostra discussione.