A PROPOSITO DI FRATELLI E SORELLE, DI CARNEFICI E VITTIME… E DELL’ELETTORATO (PAGINE 107-124)
1 “Fratelli e sorelle”… kulaki e manutengoli dei kulaki:
“Fratelli e sorelle”: il 3 luglio 1941, a quasi due settimane dall’invasione tedesca, Stalin si rivolse alla nazione. Per radio e sui giornali con le parole “Fratelli e sorelle… amici miei”.
In russo kulaki i podkulačniki ovvero i “fiancheggiatori, complici” ecc.; un’altra pseudocategoria sociale per giustificare la repressione che spopolò la campagna sovietica negli anni Trenta fu serednjaki, vale a dire non “contadini agiati” ma “semiagiati”.
2 emulazione socialista:
definito “movimento socialista di massa dei lavoratori inteso a realizzare e superare i piani mediante l’incremento della produttività e qualità del lavoro”; le gare lanciate nei vari settori produttivi intendevano stimolare operai e contadini ad aumentare impegno e resa; famoso il movimento “stachanovista”, dal nome del minatore Stachanov che nell’agosto 1935 superò di 14 volte la norma: 102 tonnellate di carbone invece di 7.
3 Ha restituito il suo biglietto a Dio:
il riferimento è alla ribellione contro Dio di Ivan (nel romanzo di Dostoevskij I fratelli Karamazov, 1879-1880) che rende il suo “biglietto d’ingresso” nel mondo se l’armonia del Creato ha il prezzo della sofferenza anche di un solo bambino (parte II, cap. IV).
4 shtetl:
significa in yiddish “piccola città”; era la denominazione nell’Europa orientale degli insediamenti, villaggi e piccole cittadine, con un’elevata percentuale di popolazione di lingua e religione ebraica; in Russia, specie in Ucraina e Bielorussia, la denominazione era mestečko, letteralmente “posticino”.
5 Il Nove maggio… la nostra festa:
per i popoli dell’URSS e oggi in Russia, l’anniversario della vittoria sui nazisti, che negli altri paesi già alleati si festeggia il giorno prima; la resa senza condizioni della Germania fu sottoscritta nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1945 a Berlino.
6 domovoj:
nel folclore russo è il genio della casa (dom) e suo guardiano, un piccolo dio domestico che vive nascosto dalle parti del focolare dell’isba; vecchio barbuto e peloso, incline ai dispetti, i contadini sanno che lo devono temere e rispettare.
7 “Bacio!Bacio!”:
in russo il coro dei commensali che invitano gli sposi novelli a baciarsi è in realtà: “Gor’ko! Gor’ko!”, cioè: “È amaro!”, e va addolcito col bacio.
8 la tratta ferroviaria Abakan-Tajšet:
linea ferroviaria di 647 km, chiamata “Linea del Coraggio”, costruita tra il 1959 e il 1965 grazie al lavoro di giovani komsomoliani affluiti da tutta l’URSS, che unisce Abakan, capitale della Repubblica autonoma della Hakassia e la città di Tajšet nella oblast’ di Irkutsk.
9 la norma… caspita se la completavamo!:
la norma è la quota di produzione assegnata al lavoratore nella giornata; calcolata minuziosamente è assai gravosa per i contadini e braccianti delle “grandi opere” e spesso impossibile per i detenuti nei campi di lavoro forzato, le cui razioni di cibo dipendono dalla quota di completamento della norma: è una spirale verso la completa inedia e la morte.
10 “Si perde lontana la via…”:
canzone del 1962 intitolata Verso le nuove dimore sulla colonizzazione delle terre vergini; musica di E. Rodygin e parole di N. Solochin.
11 alla sua tomba… in sua compagnia:
nei cimiteri russi, ombreggiati da alberi, attorno a ogni tomba c’è un piccolo spazio recintato nel quale spesso è collocata una panchetta di legno.