OSSERVAZIONI DI UNA DONNA COMUNE
“Che cosa dovrei ricordare? Vivo come tutti quanti. Abbiamo avuto la perestrojka… Gorbačëv… La postina un giorno ha aperto il cancelletto: ‘Hai sentito? I comunisti non ci sono più.’ ‘Come, non ci sono più?’ ‘Hanno abolito il partito.’ Senza sparare un colpo, senza niente. Adesso dicono che la nostra era una grande potenza e che abbiamo perduto tutto. Ma cosa ho perduto io? Ho sempre vissuto qui in questa casetta senza comodità: senz’acqua, senza fognature, né gas. È così che vivo. Ho lavorato onestamente tutta la mia vita. Ho sempre arato, arato per pochi copechi, non ho fatto altro, ci sono abituata. Ho sempre mangiato pasta e patate e continuo a mangiarle anche adesso. La vecchia pelliccia che porto è ancora quella dei tempi dell’Unione Sovietica. Da noi la neve non manca!
Il mio ricordo più bello risale a quando mi sono sposata. Ci amavamo. Ricordo che il lillà era tutto fiorito quando siamo tornati dal municipio. Il lillà era coperto di fiori e sui suoi rami cantavano gli usignoli… Me lo ricordo… Abbiamo vissuto in armonia per un paio d’anni e abbiamo messo al mondo una figlia… Poi Vladik ha cominciato a bere e la vodka l’ha ucciso. Mio marito era giovane, aveva solo quarantadue anni. Così ora vivo da sola. Mia figlia è cresciuta, si è sposata e se n’è andata via di casa.
In inverno siamo sommersi dalla neve, tutto il nostro villaggio è sotto una coltre di neve, le case, le macchine… A volte per settimane non circolano gli autobus. Che cosa succede nella capitale? Da qui a Mosca ci sono mille chilometri. La vita di Mosca la vediamo in televisione. È come essere al cinema. Putin, Alla Pugačëva li conosco.. Tutti gli altri no… I meeting, le manifestazioni… Qui continuiamo a vivere come abbiamo sempre vissuto. Sotto il socialismo, sotto il capitalismo… Per noi non c’è differenza tra bianchi e rossi. Aspettiamo la primavera… Pianteremo le patate. (Resta a lungo in silenzio.) Ho sessant’anni… Non vado in chiesa, ma fa bene parlare con qualcuno… Parlare d’altre cose… Di come non avrei voglia di invecchiare. Proprio nessuna. E di quanto mi rincresce dover morire. Ha visto che bei lillà? La notte, quando esco, risplendono… Resto lì a guardarli. Ora vado a raccoglierne un mazzo per lei…”