65
Le superiori di Innsmouth High. Ginger è al secondo anno ed è la giornata in cui gli studenti incontrano alcuni rappresentanti del mondo del lavoro.
«Cosa vuoi fare da grande?»
«L’agente dell’FBI, come mio padre.»
«Un proposito lodevole, cara, ma devi migliorare in alcune materie.»
«Quali?»
«L’inglese va bene, ma devi lavorare un po’ su matematica e scienze. Sono sicura che tuo fratello ti potrà aiutare.»
«Sì, gli piace, quella roba.»
Oliver aiuta Ginger a fare i compiti nella grande e cadente casa del nonno sul fiume Inn. D’estate zanzariere, trappole per formiche e insetti. D’inverno freddo, stufe a legna e a kerosene.
Daniel insegna ai gemelli ad andare a caccia nei posti più sperduti della valle del Miskatonic. A scuoiare gli animali e ad affumicare la loro carne.
Daniel racconta loro storie di quando faceva il poliziotto e, prima ancora, il soldato.
Ginger e Oliver lavorano sodo ed entrambi riescono a iscriversi alla Boston University – Olly a informatica, Ginger a psicologia. Il nonno ne è molto fiero.
Entrambi vanno molto bene. L’unico problema è il prestito che devono chiedere per pagarsi gli studi. Daniel non è ricco e soldi non ce ne sono mai.
Dopo la laurea, Oliver viene contattato da cinque o sei start-up della Silicon Valley, mentre Ginger riceve proposte dall’FBI, dalla CIA e dall’ATF.
Ginger entra nel Bureau.
Tutti la trattano con molto affetto. «Che tristezza, la storia di tuo padre...»
Ginger si impegna e parte con il piede giusto. Sfrutta le conoscenze. «Lo conoscevo, tuo padre. Un agente coi controcoglioni. Lui e io...»
Lavora fino a tardi e piano piano comincia a fare carriera.
A volte si chiede se sta facendo tutto questo per se stessa, per compiacere il nonno o per dimostrare di essere meglio di suo padre. E se la sua vita fosse il risultato del rapporto che aveva con lui?
Segue corsi all’Unità di analisi comportamentale a Quantico, dove ci sono tutti gli strizzacervelli che vuole per aiutarla a rispondere alle sue domande. Un insegnante cita il poeta tedesco Novalis: «Il misterioso cammino va verso l’interno». Rachel ne è colpita. Un giorno le piacerebbe fare quel viaggio e scoprire perché è quello che è, ma lo deve fare da sola. Non può fidarsi di nessuno strizzacervelli, con quello che ha fatto e che le passa per la testa.
Oliver si trasferisce in California, lavora prima per la Apple, poi per Uber e infine per alcune start-up più azzardate di cui è socio. «Se una sfonda, diventiamo milionari.»
Ma ne falliscono due di fila.
Poco importa.
Ginger ha trovato un altro modo di fare soldi.
Soldi veri.
Intorno al 2010, Ginger scopre la storia dei ragazzi di Jalisco, quelli che hanno esportato dal Messico un nuovo modello di distribuzione dell’eroina. Cartelli e gang sono troppo violenti e terrificanti, per gli Stati Uniti. I ragazzi di Jalisco se ne rendono conto e capiscono che c’è un immenso mercato per i loro prodotti, se approcciano il consumatore nel modo giusto.
Così, per costruirsi una clientela, cominciano a distribuire eroina gratis fuori dalle cliniche per veterani, dai centri di disintossicazione e dalle farmacie. La diffusione legale di antidolorifici come l’ossicodone ha creato schiere di dipendenti dagli oppiacei, che sono caduti nel panico quando la DEA ha deciso di darci un taglio.
E a quel punto entra in scena la brown. Migliore dell’ossicodone e del metadone, e gratis, almeno all’inizio. I pusher non fanno neanche paura, niente pistole in vista e tanti sorrisi.
Tempo due anni e il cartello di Jalisco conta un milione di clienti, oltre a diversificarsi in altre attività criminali.
Ginger viene assegnata a una task force che si occupa del cartello. Deve ricostruire i suoi legami con la malavita di Boston. Grazie a pentiti e infiltrati, il clan dei Patriarca è in declino, ma il cartello di Jalisco va a gonfie vele.
Ginger viene a sapere di una particolare modalità di rapimento adottata dal cartello per riscuotere i debiti. Un membro della famiglia di chi deve i soldi viene tenuto in ostaggio, ma a questo punto interviene un elemento umano, diciamo così: un suo famigliare, se vuole, può prenderne il posto.
È un meccanismo in cui l’impiego di violenza è minimo e di cui Ginger intuisce il potenziale inespresso, chiedendosi se possa essere modificato per i suoi scopi.
Ricorda le catene di lettere di quando era piccola, e ne parla con Olly.
Con l’aiuto di un genio della programmazione come lui, nel 2013 la Catena nasce a Boston.
Non tutto funziona come previsto. C’è qualcosa da calibrare. Si sparge più sangue del dovuto.
Per non sporcarsi le mani, usano sicari di Jalisco e di Tijuana che hanno un bisogno disperato di soldi. Non sanno chi sia il loro datore di lavoro, a parte il fatto che è una donna, e la chiamano Mujer Roja o Muerte Roja. Dicono che sia la moglie di un signore della droga, un’americana seguace di Nuestra Señora de la Santa Muerte.
I sicari messicani hanno il grilletto facile. Non capiscono che le operazioni negli Stati Uniti richiedono maggior finezza. Nel primo periodo ci sono troppi morti e la Catena rischia di collassare.
Ginger si sbarazza dei messicani e sfrutta i suoi contatti con il clan in declino dei Patriarca. È gente del New England, che da decenni è abituata ad ammazzare in modo pulito, all’americana.
Alla fine la Catena ingrana.
I killer della famiglia Patriarca vengono tolti di mezzo.
La Catena diventa un meccanismo che si autoregola.
Ginger manda i messaggi.
Ginger fa le telefonate.
Ginger commissiona le azioni punitive.
Un’industria del crimine milionaria basata su rapimenti, ricatti e minacce gestita come un’azienda di famiglia.
«La Catena sta ai rapimenti come Uber sta ai taxi», dice Olly. «Solo che sono i clienti a fare quasi tutto il lavoro.»
Se potessero quotare in borsa la Catena, varrebbe decine di milioni di dollari.
Ma loro si accontentano.
Estinguono i prestiti. Diventano ricchi.
Aprono conti in banche svizzere e nelle isole Cayman.
Adesso la Catena è a prova di bomba.
Oliver ha fatto svariate simulazioni per testare la sicurezza della Catena e ha individuato solo tre punti critici che potrebbero causare problemi.
In primo luogo c’è la tendenziale pigrizia di Ginger. Le ha raccomandato di cambiare indirizzo Wickr, cellulare e conto Bitcoin a ogni nuovo anello della Catena, ma lei non sempre lo fa. È una scocciatura e di solito lo fa solo una volta al mese. Le ha anche raccomandato di non usare mai i cellulari usa e getta quando è al lavoro, quando è a casa a Back Bay o da nonno Daniel.
Ginger promette sempre di stare più attenta, anche se è faticoso mantenere il lavoro all’FBI, fare un dottorato e contemporaneamente gestire una sofisticata impresa criminale. Comunque non è così facile risalire dalla Catena a loro due, tra cifrature, gabbie di Faraday e identità fasulle.
Il secondo punto critico è l’uso della Catena da parte di Ginger per motivi personali. Per quanto ne sa Olly, è già successo tre volte. In teoria, affari e questioni private non dovrebbero mai mescolarsi, ma con gli esseri umani c’è sempre rischio di confusione. E le regole di un sistema in fondo sono sempre fatte su misura del creatore di quel sistema.
L’uso della Catena per motivi extralavorativi si mescola infine con il terzo punto critico: la vita sessuale di Ginger.
Olly si rende conto di essere un po’ strano, dal punto di vista dei rapporti con l’altro sesso. Non ha mai avuto una vera fidanzata né è mai stato innamorato. È un introverso, non gli piacciono le situazioni sociali e i contatti fisici. Forse gli hippie gli hanno davvero incasinato i neuroni quando era piccolo.
Ginger, dal canto suo, è immersa nel mondo. Come coppia di gemelli, lei e Olly sarebbero un case study molto interessante. Lei ha sempre avuto dei ragazzi sin da quando andava al liceo, e da quando lavora all’FBI è uscita con una decina di uomini, due dei quali sposati.
Dal punto di vista intellettuale e scientifico, Olly sa che il sesso è importante, che è il jolly grazie al quale il dna dei mammiferi cambia in continuazione ed è sempre un passo avanti rispetto ai virus e agli agenti patogeni che cercano di spazzare via ogni specie. Ma il sesso è un’incognita e l’amore è ancora peggio.
Il potere corrompe e il potere assoluto corrompe assolutamente. Quando poi mescoli sesso e potere, ottieni quello che Ginger ha fatto a volte con la Catena. Spesso Olly si è accorto che la sorella usava i database dell’FBI per motivi estranei alla Catena, e sospetta che ci sia altro di cui non è a conoscenza.
Non va bene, e deve porvi rimedio.
Adesso è seduto nello studio del nonno e tiene in mano il taccuino di Erik Lonnrott. Nel caminetto brucia la legna e fuori sta nevicando.
Olly esamina il taccuino. Sembra che abbia messo in bella copia una serie di annotazioni precedenti. Il frutto di un lungo lavoro. Olly si era accorto che qualcuno stava indagando sulla Catena e aveva sospettato di Erik. Il fatto di non essere mai riuscito a beccarlo non dimostrava la sua innocenza, anzi, tanto più che molte piste portavano dritte ai computer del MIT.
Non è stato possibile recuperare il suo portatile e il cellulare, ma il taccuino sì. Erik si è preso la briga di scrivere quasi tutto con un sistema crittografico, ma Olly non se ne preoccupa. Non esiste tecnica sicura al cento per cento. Per di più il povero Erik era così eccitato, nelle ultime settimane, da dimenticarsi di crittografare i suoi appunti, scrivendoli semplicemente in russo o in ebraico. Povero illuso.
Olly legge gli ultimi appunti ed è sollevato. Erik era in alto mare. Non aveva sospetti, pare che non avesse trovato il collegamento con il cartello di Jalisco, faceva una gran confusione.
Alcuni degli ultimi appunti sono solo nomi e parole a caso.
Parla di una app a cui sta lavorando, ma non dice a cosa dovrebbe servire.
L’ultima annotazione risale probabilmente a pochi giorni prima.
Dice semplicemente , una parola
che in ebraico significa «pecora».
E che si pronuncia «rakhél».
Olly sospira e guarda fuori.
Marty, il nuovo fidanzato di Ginger, non ha un’ex moglie che si chiama Rachel?
Questa piccola riunione di famiglia si sta rivelando molto più interessante del previsto. Prende il cellulare e manda un messaggio alla sorella: Ginger, appena puoi ti devo dire una cosa.