34

Sabato, ore 16.00

Rachel va al centro commerciale del New Hampshire e ne ritorna con un kit di pronto soccorso, bambole, dvd, giochi e una tenda da principessa indiana. Puro senso di colpa. Amelia intanto sta meglio. Ha giocato a scale e serpenti con Pete e ha mangiato un panino al formaggio.

Dopo aver montato la tenda, mettono Frozen nel lettore dvd. Per un’ora rimangono a osservare Amelia che guarda il film finché sul cellulare di Rachel arriva il suono di notifica di Wickr. Mentre va di sopra a leggerlo, vede che è un messaggio di 2348383hudykdy2.

Riscatto Dunleavy pagato, si limita a comunicare.

Rachel prende un cellulare usa e getta e chiama i genitori di Amelia.

«Pronto», risponde Helen.

«Adesso che avete pagato il riscatto, sapete cosa dovete fare.»

«Ma come? È una follia. È impossibile», dice Helen.

Si sentono dei rumori e una voce che dice «no».

Mike Dunleavy si è impossessato dell’apparecchio. «Mi stia a sent...» inizia, ma Rachel lo interrompe subito.

«Ridai il telefono a tua moglie o tua figlia è morta.»

«Voglio sapere chi...»

«Passa il telefono a tua moglie, coglione! Ho una pistola puntata alla testa di tua figlia!»

Un secondo dopo Rachel sente la voce di Helen: «Mi spiace che...»

«Avrai tutto il tempo per spiacerti. Fa’ quello che devi fare o non rivedrai mai più Amelia. Quando la lista dei bersagli è pronta, mandatela al contatto su Wickr», ringhia Rachel prima di terminare la chiamata.

Toglie la scheda e la rompe insieme al telefono sul pavimento della cucina, prima di buttare tutto nel sacco di plastica.

Qualche minuto dopo, Pete visualizza sul suo portatile lo schermo del computer dei Dunleavy. E guarda un po’, stanno setacciando Facebook e Instagram. Così fan tutti, al giorno d’oggi.

«Novità?» le chiede Pete, entrando in cucina.

«Hanno pagato il riscatto.»

«Non mi sorprende. È la seconda parte che...»

«Già. Come sta la...?»

«Tranquilla. Sta ancora guardando il film. Dopo le ho promesso di giocare all’Allegro chirurgo.»

Rachel annuisce distrattamente.

«Vai pure a casa, Rach. Rimango io», dice Pete.

«Passo io la notte con Amelia», insiste Rachel.

«Vuole che rimanga io.»

«Perché?»

«Ha paura di te.»

«Ah.»

«Meglio che rimanga io. Sono abituato ad arrangiarmi. Un sacco a pelo per terra non è un problema.»

«Allora facciamo così.»

Si scambiano un’occhiata senza dire nulla. C’è una questione in sospeso a proposito del contenuto di quel sacchetto, ma Rachel non sa come affrontarla.

«Sicuro di star bene, Pete?» gli chiede Rachel.

«Tutto bene», risponde lui.

«Se non ci fossi non saprei cosa fare.»

«Fidati di me. Tranquilla.»

Pete ha capito che lei ha capito. Adesso è ora di preparare la sua dose. Ne ha bisogno. Il suo corpo la reclama. Aveva pensato di poter approfittare di questa esperienza per smettere, ma non è così semplice. Sennò non sarebbe una dipendenza.

«Chiamami», si limita a dire Rachel, alzandosi.

«Lo farò.»

Rachel lo saluta cupamente ed esce.

Le onde sferzano le dune e Rachel è accolta da un vento gelido. La pioggia cade di traverso, e in direzione di Cape Ann il cielo è venato dai lampi.

A casa, Rachel prende una birra dal frigo. Non basta. Riempie mezzo bicchiere di vodka e ci aggiunge dell’acqua tonica. Ripensa alla prima voce che l’ha chiamata. Alla frase secondo la quale i vivi non sono altro che una varietà di morti. Una cosa che avrebbe potuto dire ai suoi amici quando faceva il primo anno di filosofia. Profonda solo in apparenza. Come se chi sta dietro la Catena fingesse di essere un saggio cinquantenne, mentre ha la sua età o è più giovane.

Rachel un tempo pensava che ci volesse una vita per diventare così malvagi, ma si sbagliava. Pensa a te, Rachel. Madre inadeguata, rapitrice, torturatrice di bambini. Dentro di te sai che avresti lasciato morire Amelia. Ne avevi l’intenzione, ed è questo che conta per la morale, la legge e anche la vita.

Un crollo vertiginoso. Ormai stai precipitando all’inferno. Ed è solo l’inizio. Non c’è limite al peggio. Prima il tumore, poi il divorzio, poi il rapimento di tua figlia: e adesso sei diventata un mostro.

The chain - Edizione italiana
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