Capitolo 12
Mackenzie
Sto flirtando in modo spudorato e credo che lui se ne sia accorto. Aveva ragione Helena: davanti a un belloccio viene naturale. Fra un po’ mi metterò a sbattere le ciglia come Betty Boop.
“Stupida!”, mi rimprovera la mente.
“Continua così!”, mi incoraggia il cuore.
Mai che fossero d’accordo.
Forse dovrei smetterla, ma giuro che non lo faccio in modo premeditato. È un meccanismo inconscio, o meglio, la conseguenza spontanea generata da alcuni fattori scatenanti. Primo fattore: appena entrata ho sentito odore di bagnoschiuma. Aveva appena fatto la doccia. Secondo fattore: ha i capelli ancora bagnati. Un ciuffo ricade ribelle sulla fronte. Terzo fattore: lo scollo a V della maglietta lascia intravedere della leggera peluria. Adoro gli uomini che non si depilano. Quarto fattore: da quando sono qui si sarà passato una mano sulla barba almeno cinque volte. Insomma, ci sono donne che annegherebbero in occhi cerulei. Io annegherei tra quella barba.
“Okay, Mac, hai ampiamente dimostrato che questo tizio ti rende scema, direi che può bastare. Non dimenticare che questa storia è cominciata con lui che era tuo nemico”.
La ragione continua a rimproverarmi, ma…
“Tu ascolterai sempre il cuore, vero? E il cuore ti dice che è bello provare queste curiose sensazioni che partono da un angolo non ben definito per finire nello stomaco e più giù, fino a…”.
Va bene. È chiarissimo!
“Toglitelo dalla testa, Mackenzie, non fa per te”. E per una volta credo che la ragione non abbia torto.