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Washington, DC, USA
Procter incontrò Clarke nello Smithsonian National Zoological Park. Stava aspettando accanto al recinto dei felini, intento a osservare una coppia di tigri di Sumatra sdraiate a terra, a non far nulla. Era una giornata calda, il che significava che era rovente per un tizio delle dimensioni di Procter. Si mise di fianco a Clarke e osservò le tigri. Continuavano a non fare nulla.
«Sembrano annoiate» disse Procter dopo un momento.
Clarke non si girò a guardarlo. «Quale animale nato per uccidere vorrebbe semplicemente essere nutrito?»
Procter annuì. Nei paraggi c’erano pochi altri visitatori, ma Procter parlò comunque sottovoce. «So cosa mi dirà, perciò non lo faccia, va bene? Le cose non sono andate esattamente come programmato la settimana scorsa a Minsk.»
Clarke non disse nulla. Una tigre sbadigliò.
«Yamout è uscito vivo dal Paese, è vero, ma Yamout è solo il vescovo, noi stiamo dando la caccia al re. La cosa importante è che abbiamo colpito la rete di Ariff nel punto più sensibile. Dimentichi il fatto che Yamout è sopravvissuto, ciò che conta è che Ariff sarà furioso al pensiero che il suo migliore amico per poco non c’è rimasto secco. Farà comunque le due cose che volevamo: starà in guardia contro ulteriori attacchi e vorrà farla pagare cara al colpevole. E, grazie a Callo, sia Ariff che Yamout crederanno che dietro tutto questo ci sia Kasakov. Perciò, abbiamo segnato il primo punto.
«Per quanto riguarda il secondo, Kasakov sa che l’RDX che ha ucciso Farkas proviene dalla partita rubatagli durante l’omicidio di suo nipote. Se non ha ancora iniziato a muoversi contro Ariff, lo farà molto presto. Ma ora che Ariff sa che Kasakov ce l’ha a morte con lui, sarà molto più difficile colpirlo, dunque Vladimir non sarà in grado di spazzarlo via dalla faccia della terra come avrebbe potuto, se Ariff non avesse preso le misure necessarie per proteggersi. Kasakov è già difficile da colpire.» Procter fece una pausa per un secondo. «Il risultato è esattamente quello che vogliamo: i due trafficanti di armi più prolifici al mondo sono assetati l’uno del sangue dell’altro e trincerati in una guerra che si spera durerà anni. Il flusso di armi illecite subirà talmente tanti danni che forse non si riprenderà mai. Salveremo un’infinità di vite.»
Clarke si mostrò stizzito. «So benissimo qual è la strategia, Roland.»
«Lo so» concordò Procter. «Ma non fa mai male ricordarlo, quando le cose si fanno un po’ meno semplici di quanto ci sarebbe piaciuto.»
Clarke stava ancora osservando le tigri, una delle quali adesso dormiva. «Roland,» disse, continuando a non rivolgergli lo sguardo «odio essere io a dirglielo, ma le cose non potrebbero essere più ingarbugliate. Il suo ragazzo è riuscito ad abbattere, se non sbaglio, dodici persone. E, se i rapporti iniziali sono corretti, tra i morti ci sono quattro persone che alloggiavano nella suite accanto.»
«E io sono molto dispiaciuto per queste morti civili» lo rassicurò Procter «ma Tesseratto non aveva molta scelta in quanto al punto di attacco. Sarebbe stato bello se Yamout e Petrenko si fossero incontrati in una casetta in mezzo al nulla, ma non è stato così. Le vittime civili sono sempre una possibilità in questo genere di cose, e dobbiamo aspettare di parlare con Tesseratto, prima di giudicare.»
Clarke lo derise. «Il suo uomo non è riuscito a uccidere Yamout e ha fatto fuori quattro civili e lei vuol parlare con lui prima di giudicare? Roland, la prego. Deve accettare i fatti: Tesseratto non è bravo come sperava lei, ed è un peso ancor più grande di quanto temessi. È stato capace di uccidere una vittima civile ogni due cattivi. Tanto valeva che bombardassimo l’edificio. Quantomeno, avremmo fatto fuori anche Yamout.»
«Visto che lei viene dall’esercito» fece Procter «dovrebbe essere più tollerante verso i danni collaterali.»
Clarke socchiuse gli occhi.
«In quanto ai danni collaterali» aggiunse Procter «devo metterla al corrente di una cosa. Si tratta di Xavier Callo. Quei collaboratori britannici che abbiamo usato mi hanno contattato dopo aver fatto la telefonata agli uomini di Yamout. Callo ha tentato di fuggire. Abbot e Blout sono stati costretti a neutralizzarlo prima di restare compromessi. La cosa mi fa incazzare, ma non mi farà perdere il sonno, e non dovrebbe farlo perdere neppure a lei. Callo era un aborto di persona. E questo lo sa anche lei.»
Clarke sospirò e scosse il capo. «Sono stato io a garantire per Abbot e Blout, dunque mi assumo la responsabilità di ciò che è successo a Callo. Ma, come ha detto lei, la cosa non mi farà perdere il sonno. Vorrei poter dire lo stesso riguardo a Tesseratto.»
Procter poggiò i palmi sul recinto. «Ci sono un sacco di cose che non sappiamo, Peter, perciò evitiamo di essere avventati e condannare senza tutti i fatti. Quando il mio uomo ci riferirà l’accaduto, tireremo le somme. Il nostro obiettivo primario è stato raggiunto, anche con Yamout vivo. Io lo ritengo un successo.»
Clarke disse: «Penso sia ora che rivalutiamo il nostro rapporto con questo assassino.»
La seconda tigre si unì alla prima e chiuse gli occhi. Giacquero fianco a fianco.
Procter scosse il capo. «Faccio fatica a capire la ragione per cui lei è così lesto a considerarlo incapace. Vorrei ricordarle che ha portato a termine i primi due compiti alla perfezione. Se non avesse salvato Kasakov a Bucarest, non saremmo mai stati nella posizione di ottenere la nostra piccola guerra. Siamo in grado di procedere con i nostri piani e discutere su come portarli avanti solo grazie al lavoro svolto da lui. Kasakov darà la caccia ad Ariff, e Ariff darà la caccia a Kasakov. Tutto questo grazie a Tesseratto.»
«Esatto» disse Clarke. «Abbiamo messo in moto le cose, quindi adesso possiamo iniziare a pensare a chiudere le questioni in sospeso.»
«Aspetti un attimo, Peter. Le cose sono in moto, è vero, ma avremo ancora bisogno di Tesseratto almeno una volta, non lo dimentichi.»
«Sempre che riusciamo ad arrivare a quella fase. E non ci arriveremo, se Tesseratto non ne è uscito pulito. Sono certo che i bielorussi non si preoccuperanno molto per la morte di una massa di delinquenti e mercenari, ma che mi dice dei quattro civili? Vorranno sapere perché sono morti e chi li ha uccisi. È un ennesimo riflettore puntato su di noi. Potremmo avere problemi a girare da quelle parti. Non possiamo permetterlo.»
Procter sospirò. «Dubito fortemente che Tesseratto abbia lasciato impronte in quel maledetto albergo. Finché quell’uomo non diventerà un vero problema, non voglio più sentirla parlare così.»
«Il senso di protezione che dimostra nei confronti del suo animaletto è piuttosto toccante, Roland. Ma se Tesseratto è diventato o diventerà un peso mi aspetto da lei un’azione rapida e decisa.»
Procter annuì e disse: «Certo. Ha la mia parola.»