Sedano selvatico. Pronto soccorso per la gotta
I semi di sedano che vengono aggiunti al Bloody Mary per conferire più brio non hanno nulla a che vedere con la costa di sedano che si usa per mescolarlo.
I semi di sedano derivano da una pianta appartenente alla stessa famiglia chiamata Appio palustre che cresce negli acquitrini salati e negli estuari dei fiumi in tutta Europa e in India. È altresì noto con il nome di sedano selvatico e ha un aspetto molto simile a quello del sedano comune – la varietà coltivata nei nostri orti come verdura – ma è talmente amaro da non essere commestibile. I semi, invece, non solo sono commestibili ma posseggono anche incredibili virtù. La spezia più piccola al mondo (450 grammi contengono ben 750.000 semi) nasconde un enorme talento terapeutico in quanto è stracolma di fito-nutrienti che sostengono le cellule del nostro organismo, principalmente ftalidi (sostanze antinfiammatorie che conferiscono al sedano e ai semi di sedano il loro caratteristico mordente) e apigenina, un olio volatile con proprietà antiossidanti. Tradizionalmente, i medici usavano i semi di sedano per trattare malattie delle vie aeree superiori come raffreddori, bronchiti, influenza e asma, ma anche l’indigestione, la ritenzione idrica e le malattie del fegato. Oggi il sedano selvatico è maggiormente noto come rimedio casalingo per i dolori e l’infiammazione da artrite, ivi inclusa la forma artritica che colpisce dolorosamente l’alluce del piede, la cosiddetta gotta.
METTIAMO FINE ALLA GOTTA
La gotta è causata da un accumulo di acido urico, un prodotto di scarto delle urine. Col passare del tempo, l’acido urico in eccesso si sedimenta formando cristalli di urato che migrano verso le estremità inferiori fino all’alluce, sebbene possano depositarsi anche in altre articolazioni.
Lo sviluppo della gotta dipende da numerosi fattori di rischio; tra questi figurano un eccessivo consumo di carne e alcol – entrambi ricchi di purine, un componente alimentare che viene scomposto in acido urico –, una condizione di sovrappeso e patologie quali il diabete di tipo 2 e l’ipertensione, che indeboliscono i reni deputati allo smaltimento delle purine. Infine, i soggetti più a rischio sono gli uomini: tre individui affetti da gotta su quattro sono di sesso maschile (colpa della genetica e… della birra!).
La gotta assume due forme: acuta e cronica. La condizione acuta è una crisi, ossia scatena un dolore così lancinante che soltanto sfiorare il lenzuolo con l’alluce può essere un’esperienza atroce. La gotta cronica invece è una condizione patologica vera e propria: l’organismo non riesce più a controllare l’eccesso di acido urico e i cristalli di urato formano degli aggregati, detti tofi, che gradualmente deformano e distruggono le capsule articolari.
La gotta richiede un trattamento farmacologico: un antinfiammatorio per sedare il dolore delle crisi e allopurinolo (Zyloprim) per arrestare la produzione endogena di acido urico. Tuttavia, il sedano selvatico è sempre stato propagandato dalla medicina naturale (e dalle tormentate vittime) come complemento efficace, se non addirittura un valido sostituto, dei farmaci poiché calma le crisi e favorisce il controllo dell’acido urico a lungo termine. Provate a digitare i termini semi di sedano e gotta in un motore di ricerca in Internet ed entrerete in un mondo di testimonianze secondo cui tale spezia combatte la gotta. Ma saranno tutte vere?
Il dottor James Duke, insigne esperto di fitoterapia nonché vittima della gotta da lungo tempo, ritiene di sì. «Da quando ho cominciato ad assumere semi di sedano, ho abbandonato rallopurinolo», ha dichiarato. «Per quanto mi riguarda, il sedano selvatico è efficace a livello terapeutico quanto il suo artificiale concorrente farmaceutico, e forse di più». (Comunque sia vi raccomando di seguire tale esempio solo previa approvazione e sotto la supervisione del vostro medico).
In ogni caso, esistono prove scientifiche a supporto dell’aneddoto del dottor Duke.
Notando che il sedano selvatico veniva tradizionalmente usato per combattere numerose condizioni flogistiche: asma, bronchite, osteoartrite, artrite reumatoide e gotta, i ricercatori dell’Università di Stato del Michigan decisero di sezionare e analizzare chimicamente i semi alla ricerca di composti specifici con proprietà antinfiammatorie. E le trovarono.
Svariati composti presenti nei semi di sedano inibivano la ciclossigenasi 1 (COX-1) e la ciclossigenasi 2 (COX-2), due enzimi cellulari che scatenano l’infiammazione (dolore, calore, arrossamento e gonfiore) alla base della gotta e di numerose altre affezioni dolorose.
Su Phytomedicine, i ricercatori scrissero che «le attività biologiche (riscontrate nei composti presenti nei semi di sedano) collimano con l’impiego aneddotico dei semi di sedano per alleviare il dolore artritico e associato alla gotta».
Citando questa ed altre ricerche, il dottor Michael Whitehouse, medico e ricercatore presso l’Università del Queensland, in Australia, promuove le proprietà antinfiammatorie dei semi di sedano sulla rivista Immunopharmacology. «Gli estratti derivati dai semi di sedano indiani», scrive, «sono potenti nutraceutici che amplificano l’efficacia (dei farmaci convenzionali) nel trattamento di infiammazioni croniche preesistenti» in ambito di patologie come la gotta. In tale articolo esprime inoltre la speranza che le pessime notizie sulla pericolosità della classe di farmaci nota come inibitori delle COX-2 – quali il rofecoxib (Vioxx) e il valdecoxib (Bextra), attualmente ritirati dal commercio – «stimolino un serio riesame (dei semi di sedano e di altre) terapie antinfiammatorie tradizionali».
DAI DISTURBI MESTRUALI ALLE PUNTURE DI ZANZARA
Recenti testi divulgativi sulla salute testimoniano il fatto che l’infiammazione rappresenta un grosso problema. Quando si sviluppa un’infiammazione, il sistema immunitario chiama a raccolta il suo esercito di cellule specializzate e prende d’assalto il sito di una lesione, qualunque cosa essa sìa, da un brutto taglio a un preoccupante accumulo di colesterolo. Il danno collaterale che ne risulta può provocare o complicare molti problemi di salute. I minuscoli semi di sedano contengono approssimativamente due dozzine di composti antinfiammatori che consentono di combattere non solo la gotta ma anche molti altri tipi di disturbi.
Dolori mestruali. I ricercatori hanno studiato 180 donne con dolorosi crampi mestruali suddividendole in tre gruppi: ad uno venne somministrata una formula fitoterapica contenente estratto di semi di sedano, zafferano e anice, il secondo fu trattato con un analgesico antinfiammatorio, mentre al terzo venne somministrato un placebo. Dopo tre mesi, le donne che assunsero la formula fitoterapica e il farmaco presentavano una sostanziale riduzione del dolore, sia in termini di intensità che di durata dei crampi.
Cardiopatie e ictus. Diversi studi condotti su animali hanno evidenziato che l’estratto di semi di sedano può ridurre significativamente i livelli di colesterolo totale, di lipo-proteine a bassa densità (LDL, il colesterolo «cattivo») e di trigliceridi (un altro tipo d lipide presente nel sangue ecuore). L’estratto ha inoltre ridotto i valori pressori in animali ipertesi e contribuito a proteggere il cervello dai danni provocati da ictus sperimentalmente indotto.
Malattie del fegato. Conducendo esperimenti su animali da laboratorio, alcuni ricercatori indiani hanno scoperto che gli estratti di semi di sedano proteggevano le cavie dal danno epatico causato da sostanze chimiche tossiche. Lo studio, pubblicato sul Journal of Ethnopharmacology, convalida dunque il tradizionale impiego dei semi di sedano nel trattamento e nella prevenzione delle malattie del fegato. Un ulteriore studio condotto su animali e comparso sulla rivista Cancer Letters ha evidenziato che l’estratto di semi di sedano costituisce una protezione contro i tumori epatici.
Punture di zanzara. Un’équipe di scienziati tailandesi ha applicato un repellente ad uso topico derivato dai semi di sedano sulla pelle di alcuni volontari e li ha esposti a sette differenti specie di zanzara. Il risultato fu che il repellente fornì una protezione totale per 3-4 ore. I volontari continuarono a usare il repellente a base di semi di sedano con ottimi risultati per altri nove mesi.
Effetti collaterali dei farmaci. Un frequente effetto collaterale negli uomini affetti da epilessia e sottoposti a trattamento con valproato di sodio (Epilim) è il danno all’apparato riproduttivo a causa del brusco calo dei livelli di testosterone. In ricerche condotte su animali, gli scienziati hanno osservato che i semi di sedano erano in grado di impedire tale effetto collaterale.
Ulcere. Alcuni ricercatori inglesi hanno constatato che l’estratto di semi di sedano è in grado di uccidere l’Helicobacter pilori, il batterio responsabile delle ulcere gastriche.
Infezioni micotiche. Studi in vitro dimostrano che il semi di sedano possono arrestare la crescita di diversi ceppi di miceti, inclusi quelli responsabili delle infezioni vaginali.
Il sedano selvatico può contribuire a prevenire e/o curare:
Malattie del fegato |
Artrite |
Colesterolo |
Pressione alta |
Candidosi vaginale |
Gotta |
Ulcera |
Ictus |
Crampi mestruali |
Puntura di zanzara |
ALLA SCOPERTA DEL SEDANO SELVATICO
All’indomani di un pasto pantagruelico, gli antichi romani spesso indossavano delle ghirlande di foglie e semi di sedano selvatico come «cura» per i postumi del banchetto. Anche alcuni contemporanei privilegiano i semi di sedano in un classico «rimedio» ricostituente per il dopo-sbronza: il Bloody Mary, un cocktail di vodka contenente semi di sedano, rafano e pepe nero macinato.
Tuttavia, sebbene i semi di sedano fossero stati impiegati per millenni nell’ambito della medicina tradizionale, si dovette attendere il Medioevo perché iniziassero ad ottenere il favore della popolazione come condimento, almeno in Francia e in Italia. Oggi, il sedano selvatico è una spezia diffusa nella cucina americana ed europea, ove viene aggiunto al succo di pomodoro, nelle minestre di pollo, nei condimenti per insalate, nell’insalata di cavolo crudo e come ingrediente in salsicce, Wurstel e corned beef. Nell’industria alimentare viene impiegato nella lavorazione della mortadella, negli hot dog, e altre carni trattate, nonché in bevande analcoliche, minestre, sottaceti e persino nel gelato e in prodotti da forno.
Il sedano selvatico è altresì un pilastro della cucina dell’India settentrionale, dove viene adoperato nei curry, nei sottaceti e nelle salse chutney.
CONSIGLI PER L’ACQUISTO
Il sedano selvatico ha un sapore pungente e un aroma erbaceo che ricorda il fieno. I minuscoli semi sono di colore marrone scuro con venature chiare lungo le coste, difficili da distinguere a occhio nudo. Sono reperibili interi in qualsiasi drogheria con un reparto spezie ben fornito.
Poiché hanno dimensioni così ridotte, la macinatura non è necessaria, sebbene si possano trovare in commercio semi leggermente pestati o macinati. Tuttavia, la cosa migliore è acquistarli interi poiché la macinatura disperde gli oli volatili che tanto beneficio recano alla salute. I semi interi si mantengono per due anni o più, mentre i semi macinati devono essere consumati nell’arco di pochi mesi.
È probabile che vi siate imbattuti nel sale di sedano in qualche supermercato o in qualche ricetta. Si tratta di una miscela composta di sale per circa il 60% e semi di sedano, talvolta con l’aggiunta di prezzemolo e aneto. Se i semi di sedano non sono disponibili, questo sale è un sostituto accettabile.
La maggior parte dei semi di sedano importata negli Stati Uniti proviene dall’India.
IL SEDANO SELVATICO IN CUCINA
Allo stato naturale i semi di sedano sono amari, ma assumono un sapore dolce quando vengono cucinati. Se intendete aggiungere del sedano selvatico a un piatto crudo, potete addolcirne i semi tostandoli leggermente a secco. State attenti a non bruciarli.
Questa spezia va usata con parsimonia: le dimensioni minuscole dissimulano l’impatto aromatico che tali semi possono avere su una pietanza. Nonostante ciò, non fatevi scrupolo di usarli, anzi: i ricercatori dell’Università di Tokio hanno scientificamente dimostrato che il sedano selvatico è indispensabile per aromatizzare le minestre; quando hanno chiesto ai volontari coinvolti neH’esperimento di assaggiare del brodo con e senza semi di sedano, questi hanno descritto il brodo ricco di semi come più denso, di sapore più pieno e più soddisfacente.
Altri suggerimenti per introdurre più sedano selvatico nell’alimentazione quotidiana:
• L’abbinamento gastronomico con tutto ciò che contiene pomodoro è uno dei più fortunati. Aggiungete dunque semi di sedano al gazpacho, ai cocktail con succo di pomodoro, alle minestre e ai sughi di pomodoro.
• Anche l’accostamento con le uova è perfetto: aggiungete una presa di semi alle uova strapazzate o alle omelette. Un pizzico di semi tostati è ottimo sulle uova alla diavola.
• Aggiungete dei semi di sedano ai brodi e alle minestre di pollo.