Curcuma. La grande crociata contro la malattia
Un tempo sprezzantemente chiamata «zafferano dei poveri» per il suo brillante colore giallo, ora la curcuma è considerata l’oro dell’India. Il motivo per cui tale spezia è stata innalzata al rango di celebrità risiede nella salute invidiabile delle persone che ne fanno un uso quotidiano in cucina nonché nella sua emergente reputazione a livello scientifico come uno tra i più potenti strumenti di cura di origine naturale.
La curcuma è un alimento di base della cucina indiana, presente in quasi tutti i piatti che attraversano la tavola, dettaglio che non è sfuggito agli scienziati, i quali trentanni fa notarono che l’incidenza di malattie croniche nella popolazione indiana era notevolmente più bassa rispetto ai paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti.
La curcuma deve le proprie capacità curative e di prevenzione al principio attivo che la caratterizza: la curcumina, un composto che esplica un’azione antiossidante e antinfiammatoria così potente e diversificata che si è dimostrata in grado di proteggere e migliorare la salute praticamente di tutti gli organi del corpo. Ad oggi, migliaia di studi condotti su animali ed esseri umani hanno evidenziato che la curcumina può combattere oltre 70 malattie, incluse alcune delle più gravi minacce alla salute umana come il cancro, le patologie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e il morbo di Alzheimer. E l’elenco continua ad allungarsi.
Di fatto, la ricerca a livello intemazionale indica che la curcuma, assunta come integratore di curcumina, è efficace quanto i farmaci o, in alcuni casi, persino più efficace, ma soprattutto è priva degli effetti collaterali di questi ultimi. Recentemente, io e i miei colleghi del Centro Oncologico M.D. Anderson dell’Università del Texas abbiamo messo a confronto la curcumina con farmaci antinfiammatori, analgesici e antitumorali, testando l’efficacia di tali agenti nel ridurre l’infiammazione e arrestare la proliferazione delle cellule tumorali. La curcumina si è dimostrata più efficace dell’aspirina da banco e dell’ibu-profene nel ridurre l’infiammazione, ed efficace quanto il ben più potente celecoxib (Celebrex), un farmaco ottenibile solo su prescrizione medica. Nel contrastare le cellule del carcinoma mammario ha altresì dimostrato un’efficacia pari a quella del tamoxifene, un farmaco ampiamente prescritto per arrestare la metastasi o la recidiva del cancro al seno. Questi risultati sono a dir poco stupefacenti.
«Se dovessi avere un’unica erba su cui fare affidamento per tutte le possibili esigenze di salute e alimentari, sceglierei la spezia indiana chiamata curcuma», disse il dottor David Frawley, fondatore e direttore deiristituto Americano sugli Studi Vedici di Santa Fe, Nuovo Messico. È una spezia, dichiarò, che tutti «dovrebbero imparare a conoscere e introdurre nella loro vita».
Sono completamente d’accordo: attualmente., non c’è spezia che la comunità scientifica stia esaminando più minuziosamente negli Stati Uniti e in tutto il mondo – e non c’è spezia che offra maggiori promesse nell’ambito della salute – della curcuma.
Il passo falso di Marco Polo
Quando Marco Polo «scoprì» la curcuma in Cina nel 1280, la assimilò al costosissimo zafferano, la spezia che, se aggiunta a un liquido, assume un colore giallo brillante. Non avrebbe potuto prendere un abbaglio più grosso. Lo zafferano e la curcuma non hanno nulla in comune se non il colore.Tale errore è la ragione per cui, circa settecento anni più tardi, la curcuma è ancora considerata un sostituto economico dello zafferano.
Al pari dello zafferano, essa conferisce ai piatti una sfumatura giallo-dorata ma non può esserne un sostituto, non più di quanto lo zafferano possa sostituire la curcuma. In quanto spezie culinarie, il loro sapore e aroma sono completamente differenti.
I MECCANISMI TERAPEUTICI DELLA CURCUMA E DELLA CURCUMINA
La curcuma svolge oltre una cinquantina di azioni terapeutiche, dall’alleviamento del dolore al miglioramento della circolazione, ed è per questo motivo che i guaritori indiani (e cinesi) l’hanno utilizzata per oltre duemila anni per trattare tutta una serie di malattie. Ad esempio, i medici tradizionali hanno impiegato la curcuma nei seguenti modi:
• come antiacido per calmare problemi di digestione;
• come polvere per accelerare la rimarginazione di ferite e prevenire infezioni (in India le bende sovente contengono curcuma);
• come analgesico per alleviare il mal di testa (la curcumina è un ingrediente del Tylenol, un antidolorifico da banco);
• come stimolante per migliorare il flusso sanguigno;
• come pomata ad uso topico per risolvere disturbi cutanei;
• come decongestionante per liberare i seni nasali (alcuni spray nasali contengono curcumina).
In qualità di rimedio popolare è stata utilizzata per trattare circa 60 disturbi, dal morbillo, la varicella e le coliche ai raffreddori, le gengiviti, la flatulenza, l’indigestione e lo stress.
La sua posizione ai primi posti nella classifica delle spezie curative, tuttavia, deriva dal fatto che è un antiossidante con potenti proprietà antinfiammatorie. Ma vediamo perché tale caratteristica è così importante.
L’ossidazione è una sorta di «ruggine» interna al nostro organismo causata da ciò che gli scienziati definiscono specie reattive dell’ossigeno (in sigla, ros), ossia molecole che, avendo un elettrone in meno nel guscio, sottraggono un elettrone alle molecole vicine producendo un danno ossidativo, altrimenti detto stress ossidativo. I ros sono prodotti da numerosi fattori, come l’esposizione alla luce solare, l’inquinamento, una dieta ad alto contenuto di grassi e persino il normale processo di invecchiamento.
Lo stress ossidativo provocato dai ros conduce a sua volta a uno stato di infiammazione cronica di basso grado, una versione insidiosa dello stesso tipo di arrossamento, calore e gonfiore causati dalla normale reazione immune che accompagna una ferita. È stato dimostrato che uno stato di infiammazione cronica scatena o aggrava molte delle patologie che caratterizzano la vita moderna; tale gruppo include la malattia cardiovascolare (MCV), che è causa di infarti e ictus, il diabete di tipo 2, che quadruplica il rischio di MCV e può determinare inoltre insufficienza renale, cecità e ulcere di gravità tale da richiedere l’amputazione, il morbo di Alzheimer e di Parkinson, l’asma e le malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide e la psoriasi. In esperimenti condotti su colture cellulari, animali ed esseri umani, l’azione antiossidante e antinfiammatorie della curcumina si è dimostrata efficace contro tutte queste patologie.
Ma la potenza della curcumina come antiossidante ha attratto l’attenzione della medicina convenzionale negli Stati Uniti e nel resto del mondo essenzialmente per via della sua capacità scientificamente provata di combattere il cancro.
LA SPEZIA ANTI-CANCRO
Anche lo scettico più incallito avrebbe serie difficoltà a mettere in dubbio gli oltre mille studi di ricerca che espongono il medesimo risultato: la curcumina è un agente antitumorale. La ricerca dimostra che la curcumina presente nella curcuma è in grado di combattere il cancro a più livelli. Essa è in grado di:
• inibire l’attivazione dei geni che scatenano il tumore;
• inibire la divisione (proliferazione) delle cellule tumorali;
• inibire la trasformazione di una normale cellula sana in cellula cancerosa;
• uccidere le cellule che hanno subito la mutazione in cellule tumorali;
• ridurre la massa del tumore;
• prevenire la metastasi, ossia la diffusione del cancro ad altri organi;
• prevenire lo sviluppo delle strutture vascolari necessarie alle cellule tumorali per formarsi e proliferare;
• amplificare gli effetti della chemioterapia e della radioterapia.
La curcumina ha evidenziato alcune o tutte le azioni sopra descritte contro 22 differenti tipi di cancro, tra cui i tumori maligni statisticamente più letali: il carcinoma mammario, il carcinoma del colon, del polmone e della prostata. Ha altresì rallentato la progressione di alcune delle neoplasie più difficili da trattare, come i tumori cerebrali e a carico delle ossa, le leucemie, i tumori a carico dell’esofago, del fegato, del pancreas, dello stomaco, della cervice uterina e i melanomi (la forma più letale di tumore cutaneo). Non esiste nessun’altra sostanza di origine naturale che abbia dimostrato di possedere un tale livello di efficacia contro il cancro. Ecco di seguito i resoconti di alcuni studi sulla curcumina e i tumori.
Carcinoma mammario. Alcuni dei risultati più notevoli sono stati raggiunti contro il cancro della mammella, e la curcumina si sta rivelando promettente persino nei casi di carcinoma più resistenti al trattamento chemioterapico. Nell’ambito di uno studio, quando i ricercatori aggiunsero della curcumina al paclitaxel (Taxol), un agente chemioterapico normalmente impiegato nel trattamento di tale tumore, non solo questa aumentò gli effetti del farmaco ma ne ridusse anche gli effetti collaterali, rendendo la chemioterapia un regime più tollerabile per i pazienti. In un altro studio, apparso sulla rivista Menopause, i ricercatori osservarono che la curcumina riduceva il rischio di carcinoma mammario nelle donne sotto terapia ormonale sostitutiva (TOS) estroprogestinica, un fattore di rischio del tumore ampiamente assodato.
Carcinoma del colon. Numerosi studi condotti su animali hanno evidenziato che la curcumina può contribuire a prevenire e ritardare l’insorgenza del carcinoma del colon, e studi condotti su soggetti umani stanno iniziando a produrre i medesimi risultati. In uno studio, i ricercatori dell’Università della California di Los Angeles hanno scoperto che la curcumina preveniva la formazione di polipi (masse carnose sviluppatesi sulla mucosa dell’intestino crasso) in soggetti con poliposi adenomatosa familiare (FAP), una patologia ereditaria che può condurre a carcinoma del colon. In un altro studio, gli individui affetti da FAP che assunsero 480 mg di curcumina associati a 20 mg di quercitina (il principio attivo presente nelle cipolle) svilupparono un numero minore di polipi e di dimensioni più contenute.
Carcinoma della cervice. La curcumina si è dimostrata efficace nell’uccidere il virus del papilloma umano, vale a dire la principale causa di carcinoma della cervice uterina. È stato altresì dimostrato che la curcumina combatte le alterazioni cellulari precancerose che sovente precedono tale patologia.
Carcinoma polmonare. Svariati studi condotti su animali indicano che la curcumina può fornire protezione contro il cancro del polmone indotto da tabagismo. Nell’ambito di uno studio, 16 fumatori assunsero 1500 mg di curcumina al giorno e, dopo trenta giorni, i campioni di urina evidenziavano che avevano espulso una quantità significativamente maggiore di tossine correlate al tabacco rispetto ad altri 6 fumatori che non assunsero la spezia.
Carcinoma pancreatico. Studi in vivo condotti sia su animali che su esseri umani indicano un futuro promettente per la curcumina nella lotta contro il carcinoma del pancreas, una forma di tumore maligno caratterizzata da un altissimo tasso di mortalità che non risponde adeguatamente ai farmaci chemioterapici. Nei nostri laboratori presso l’M.D. Anderson, abbiamo scoperto che la curcumina assunta in combinazione a gemcitabina (Gemzar), un agente chemioterapico, migliora l’azione del farmaco in soggetti animali.
In un altro studio, a 34 pazienti affetti da carcinoma pancreatico in stadio avanzato – di norma con esito mortale nell’arco dell’anno – sono state somministrate ogni giorno elevate dosi di curcumina: nel 64% dei casi la spezia ha rallentato, contro le previsioni date, la progressione della malattia.
Carcinoma prostatico. In uno studio riportato sulla rivista Cancer Research, i ricercatori avevano indotto il cancro in alcuni topi suddividendoli poi in quattro gruppi e sottoponendo ciascun gruppo a una terapia differente. Un gruppo di topi venne trattato con curcumina, un secondo gruppo con un farmaco chemioterapico, il terzo venne sottoposto a radioterapia e il quarto non ricevette alcun trattamento. Dei quattro trattamenti, la curcumina si dimostrò più efficace nel controllare la progressione del tumore. In un altro studio, i ricercatori della Rutgers University notarono che un regime terapeutico combinato di curcumina e isotiocianato – un composto con proprietà antitumorali presente negli ortaggi della famiglia delle crucifere, come il cavolfiore, il cavolo cappuccio e il cavolo riccio – fece regredire la crescita di tumori prostatici in topi da laboratorio.
Melanoma. Nei nostri laboratori del Centro Oncologico M.D. Anderson abbiamo inoculato in alcuni topi sostanze che producono il melanoma. Successivamente, abbiamo trattato metà dei topi aggiungendo della curcumina nel mangime e l’altra metà applicando un impasto di curcumina sulle lesioni cancerose. In entrambi i casi, la spezia rallentò la progressione della malattia nella maggioranza degli animali. In un altro esperimento abbiamo testato la curcumina su cellule di melanoma coltivate in laboratorio per stabilire se la spezia fosse in grado di limitare la sopravvivenza e la riproduzione delle cellule tumorali. Il risultato fu che quanta più curcumina aggiungevamo alla coltura, tante più cellule morivano.
Inoltre, gli studi scientifici evidenziano che il tasso di tumori è minimo nei paesi che presentano il più alto apporto dietetico di curcumina. Sono convinto che non si tratti di una coincidenza se il tasso delle più comuni forme di cancro – polmone, mammella, colon e prostata — è dieci volte più basso in India, risaputa amante della curcuma, rispetto agli Stati Uniti.
La curcumina può contribuire a prevenire e/o curare: ictus, infezioni oculari (uveite), inquinamento, malattie cardiovascolari, malattie del fegato, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, obesità, pressione alta (ipertensione), prurito, psoriasi, acne, allergie, artrite reumatoide e osteoartrite, asma, colecistopatie, colesterolo, colite (malattia infiammatoria dell’intestino), degenerazione maculare senile, depressione, dermatite da contatto, diabete di tipo 2, dolori, ferite, fibrosi cistica, gotta, pustole, rash cutaneo, sclerodermia, tumori.
PROTEZIONE CONTRO I TUMORI LEGATI ALL’INQUINAMENTO
L’incidenza di leucemie in età infantile è aumentata del 50% dal 1950 e molti ricercatori sospettano che uno dei fattori responsabili sia l’esposizione, nel periodo prenatale e postnatale, a inquinanti come il benzene, una sostanza cancerogena che si trova nei prodotti di scarto industriali. La curcuma può venire in soccorso.
A una recente conferenza sulle leucemie pediatriche, i ricercatori del Loyola University Medical Center di Chicago hanno riferito prove secondo cui mangiare cibi speziati con curcuma può ridurre il rischio di leucemia contratta in età pediatrica. I ricercatori, che hanno studiato la curcuma per vent’anni, sono convinti che la spezia agisca proteggendo i bambini da agenti chimici ambientali nocivi.
Hanno inoltre scoperto che la curcuma ha il potere di:
• limitare la tossicità degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), ossia sostanze chimiche ambientali cancerogene. Gli IPA si formano anche nella carne bovina, nel pollame e nel pesce quando vengono cucinati sulla griglia o fritti a temperature superiori a 180 °C;
• inibire il danno causato dalle radiazioni ionizzanti, quali quelle prodotte dalla luce solare, dai raggi X e da altri mezzi di indagine clinica;
• prevenire la formazione di composti cancerogeni sospetti presenti nei cibi lavorati industrialmente e sottoposti a particolari processi di conservazione.
Perché la curcuma possa proteggere in modo ancora più efficace l’organismo dai pericoli ambientali che possono provocare il cancro, aggiungete una spolveratina di curcuma e pepe nero sui cibi. Gli studi dimostrano che sia la curcumina presente nella curcuma che la piperina presente nel pepe nero contrastano l’aggressione degli agenti ambientali nocivi. Inoltre, la piperina favorisce l’assorbimento della curcumina.
UNA PROMESSA PER IL MORBO DI ALZHEIMER
Durante gli ultimi venticinque anni, negli Stati Uniti il tasso di incidenza della malattia cerebrale che ci priva della memoria e che conosciamo con il nome di Alzheimer è raddoppiato. Di fatto, sta aumentando quasi dappertutto sul pianeta, ad eccezione dell’India, dove colpisce meno dell’1% della popolazione. Il motivo potrebbe essere riconducibile alla curcumina.
Il morbo di Alzheimer è causato da un accumulo di placca che infiltra le cellule del cervello (neuroni) alterandone la comunicazione intercellulare. Gli scienziati non conoscono la causa della formazione delle placche ma conoscono i meccanismi attraverso cui si forma. L’elemento scatenante è una proteina detta amiloide A. Nel tessuto cerebrale sano tale proteina viene demolita ed eliminata; nel morbo di Alzheimer, invece, la proteina si aggrega e si ispessisce. Studi condotti su animali indicano che la curcumina si lega all’amiloide A impedendone l’aggregazione e il conseguente blocco dell’attività neuronaie.
I farmaci attualmente impiegati nel trattamento del morbo di Alzheimer riducono in parte i sintomi e rallentano la malattia, ma nessun farmaco è considerato altamente efficace. La curcumina potrebbe essere la medicina del futuro: non solo è in grado di ostacolare l’amiloide A, ma gli studi indicano che può anche rallentare il danno ossidativo arrecato ai neuroni, ridurre il danno a carico delle sinapsi neuronali – ossia le vie di comunicazione tra le cellule cerebrali – e ridurre i livelli di metalli tossici neH’ambiente cerebrale che possono contribuire all’insorgenza dell’Alzheimer.
L’apporto regolare di curcuma si sta anche dimostrando una protezione naturale contro il declino delle funzioni mnesiche e cognitive che possono accompagnare l’età avanzata. In Asia alcuni scienziati hanno condotto uno studio sul consumo di curcuma e l’acutezza mentale nelle persone anziane non affette da morbo di Alzheimer, e hanno scoperto che quanti consumavano cibi particolarmente ricchi di curcuma avevano un punteggio più alto nei test mentali standard rispetto a quanti non consumavano curcuma o solo raramente.
UN AIUTO PER IL MORBO DI PARKINSON
Il morbo di Parkinson è una patologia degenerativa causata dalla morte delle cellule cerebrali che producono dopamina, un neurotrasmettitore che controlla numerose funzioni tra cui la comunicazione tra sistema nervoso centrale e muscoli. Sia il danno ossidativo che l’infiammazione sono due fattori implicati nell’insorgenza della malattia, e tale fatto ha indotto i ricercatori della Facoltà di Medicina della Johns Hopkins University a chiedersi se la curcumina potesse contribuire a proteggere tali cellule dalla distruzione.
Per verificare la teoria, i ricercatori crearono un modello sperimentale di morbo di Parkinson in cui gli pseudoneuroni producevano una proteina che uccise il 50% delle cellule. L’aggiunta di curcumina al modello cellulare ridusse il tasso di mortalità delle cellule del 19%, riducendo al tempo stesso drasticamente il tasso di danno ossidativo a carico delle stesse. «Questi risultati suggeriscono che la curcumina è un potenziale candidato atto a inibire il danno ossidativo che conduce al morbo di Parkinson», dichiarò il dottor Wanli Smith, docente di psichiatria e scienze comportamentali presso la Johns Hopkins. «Tale spezia di uso comune potrebbe essere un’arma efficace per proteggere il cervello».
UN AUSILIO PER ALLEVIARE I SINTOMI DELL’ARTRITE
L’infiammazione è la caratteristica principale delle più frequenti forme di artrite, vale a dire l’osteoartrite (che conduce alla distruzione della cartilagine che ricopre e ripara la porzione terminale delle ossa), l’artrite reumatoide (una malattia autoimmune che colpisce le articolazioni) e la gotta (un quadro clinico caratterizzato da un eccesso di cristalli di acido urico che distruggono le articolazioni).
Per combattere l’infiammazione numerosi pazienti affetti da artrite assumono farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’aspirina, il naprossene (Aleve, Naprosyn) o l’ibuprofene (Motrin). Sebbene contribuiscano a ridurre l’infiammazione, i FANS possono però irritare la mucosa del tratto gastrointestinale, tanto che circa 1 su 3 dei 13 milioni di individui che assumono FANS soffre di disturbi gastrointestinali che, ogni anno, determinano il ricovero in strutture ospedaliere di 103.000 pazienti e provocano la morte di oltre 16.000 persone in seguito a emorragie massicce e improvvise a causa dell’ulcera. Si presumeva che la nuova classe di FANS detti inibitori delle COX-2, come il celecoxib (Celebrex), risparmiasse il tratto gastrointestinale ma, purtroppo, finirono per aumentare l’incidenza di malattie cardiovascolari e ictus.
Non sorprende, dunque, che le persone affette da artrite stiano cercando un agente antinfiammatorio sicuro ed efficace, e la curcumina potrebbe rappresentare una valida alternativa.
Recentemente, alcuni ricercatori della Thailandia hanno comprovato il potere antinfiammatorio della curcumina ponendo la spezia a confronto con l’ibuprofene nell’ambito di un esperimento che ha coinvolto 107 soggetti anziani affetti da osteoartrite al ginocchio. Per un periodo di sei settimane metà dei pazienti assunse 800 mg di ibuprofene, mentre la restante metà venne trattata con 2000 mg (2 grammi) di un estratto contenente curcumina come principio attivo. Ogni due settimane i ricercatori procedettero a misurare il livello di dolore, la flessibilità del ginocchio, la capacità di fare le scale in salita e in discesa e il tempo necessario a percorrere una distanza di 100 metri (poco più di un campo da calcio).
Gli studiosi osservarono che la curcumina «potrebbe essere altrettanto efficace dell’i-buprofene nell’alleviare il dolore al ginocchio e nel migliorare la mobilità dello stesso».
Nell’ambito di uno studio condotto su 18 persone affette da artrite reumatoide, i ricercatori scoprirono che 1200 mg di curcumina assunta per un periodo di due settimane riduceva efficacemente i sintomi dell’artrite quanto il fenilbutazone (Butazolidina), un potente antinfiammatorio non steroideo. I soggetti trattati con curcumina riferirono una riduzione del gonfiore e della rigidità mattutini nonché un miglioramento della capacità di eseguire normali attività quotidiane.
Uno studio condotto su animali, invece, ha dimostrato il modo in cui agisce la curcumina. I ricercatori dell’Università dell’Arizona indussero in via sperimentale l’artrite in animali da laboratorio e scoprirono che la somministrazione di curcuma piima dell’induzione della malattia preveniva l’infiammazione articolare. «La curcuma ha esibito una profonda azione inibitoria sullartrite indotta, raramente riscontrata in altri casi», riferì la dottoressa Janet L. Funk, responsabile dello studio. Negli animali affetti la curcuma ridusse la distruzione cartilaginea del 66% e la distruzione ossea del 57% rispetto ai soggetti che non ricevettero la spezia.
Quando i ricercatori analizzarono il meccanismo con cui agisce la curcuma, scoprirono che «dirottava» i meccanismi genetici e molecolari dell’artrite. Più specificamente, influenzava l’azione del fattore nucleare kB, un cosiddetto «fattore di trascrizione» che attiva e disattiva i geni, e in questo caso la curcuma stimolava il fattore a disattivare i geni pro-infiammatori che finivano per distruggere la cartilagine e l’osso.
Curcuma contro curry in polvere
Non confondiamo la curcuma con il curry, una «spezia» che si può trovare ovunque ad eccezione dell’India e della maggior parte dell’Asia.
Il classico curry in polvere non è una spezia, bensì una combinazione di spezie che gli inglesi inventarono nel 1700 come «scorciatoia» per non dover affrontare il compito apparentemente laborioso di creare più combinazioni di spezie allo scopo di esaltare differenti piatti di curry. Ebbene, possono avere risparmiato del tempo ma ne hanno anche uniformato il sapore. Pertanto, se tutti i curry che preparate hanno lo stesso identico gusto, prendetevela con il curry in polvere.
Le spezie presenti nel curry in polvere tipicamente includono coriandolo, cumino, fieno greco, pepe nero e, immancabilmente, curcuma, la spezia che conferisce al curry la caratteristica sfumatura gialla.
Fin dal momento in cui fu introdotto sul mercato, il curry in polvere divenne popolare in tutto il mondo. Alcuni paesi, come la Francia e la Danimarca, inventarono ognuno la propria versione, ma la polvere di curry «buona per tutti gli usi» non prese mai piede in India o in altre regioni dell’Asia dove la creazione di curry è una vera e propria arte, e l’uso di una miscela standard di spezie è tutto meno che creativa. Nella cucina asiatica, curry differenti richiedono differenti combinazioni di spezie, le quali impartiscono un aroma speciale a quel particolare piatto. Lo capirete da voi quando preparerete le miscele di spezie e di curry descritte nella Terza parte.
Ma passiamo ad altri due fatti curiosi sul curry in polvere.
Viene spesso erroneamente detto che il curry è una ricca fonte di curcumina, mentre ne è ricco solo nella misura in cui si usa curcuma nella composizione della polvere, e la quantità di curcuma può variare.
Inoltre, il curry in polvere non ha nulla a che vedere con l’autentica spezia denominata curry. Tale spezia si ottiene dalla foglia di curry che – a dispetto del nome in comune – appartiene a una famiglia botanica distinta. Nel vero curry (la foglia) la curcumina non è presente.
LA LOTTA CONTRO LA MALATTIA CARDIOVASCOLARE E L’ICTUS
Le specie reattive dell’ossigeno producono il danno maggiore colpendo le arterie sane e, pertanto, non stupisce che alcuni ricercatori francesi abbiano recentemente riferito che la curcumina può contribuire a prevenire anche la placca ateromatosa che ostruisce le arterie, un fattore di rischio cruciale di infarti e ictus. Nell’ambito dello studio da loro realizzato, i ricercatori sottoposero due gruppi di topi alla stessa dieta iperlipidica (che favorisce tale condizione) fornendo a uno solo dei gruppi un supplemento di curcumina insieme al cibo. Dopo 16 settimane, i topi nutriti con curcumina presentavano una percentuale di depositi lipidici nelle arterie del 26% in meno. Gli esperti, inoltre, confermarono ciò che studi precedenti avevano già evidenziato, ossia il fatto che la curcumina è in grado di alterare il segnale genetico coinvolto nell’accumulo della placca.
Tuttavia, le prodezze della spezia in materia di difesa delle arterie non si fermano qui. In un altro studio condotto su animali, realizzato presso il Medical College of Georgia, fu osservato che la curcumina riduce le dimensioni dei coaguli che si vengono a formare negli episodi di ictus emorragico, cioè il tipo di ictus provocato dalla rottura di un vaso sanguigno nel cervello. Durante l’esperimento, i ricercatori indussero l’ictus in alcuni animali e successivamente inocularono della curcumina a intervalli di un’ora per tre ore. La spezia ridusse significativamente la massa dei coaguli.
Nell’ambito di un altro studio condotto su animali, gli stessi ricercatori notarono che la curcuma riduce il rischio di vasospasmo cerebrale, ossia l’Improvviso restringimento di un’arteria, talvolta attivato da un ictus o un trauma cranico, che può mettere a repentaglio la vita. In base ai risultati a cui pervennero, i ricercatori raccomandarono la curcuma come possibile terapia ausiliaria «sia per prevenire lo sviluppo di vasospasmi cerebrali che per ridurre il danno ossidativo a carico del cervello» in pazienti che hanno subito un ictus o un trauma cranico.
La curcumina combatte anche il colesterolo, un altro fattore che favorisce l’ostruzione delle arterie. Durante uno studio, alcuni ricercatori indiani hanno invitato 10 uomini in salute ad assumere un integratore contenente 500 mg di curcumina ogni giorno. Dopo una sola settimana, i livelli di colesterolo LDL (il colesterolo «cattivo») erano scesi mediamente del 33%, mentre i livelli di colesterolo HDL (quello «buono») erano aumentati del 29%.
Uno dei motivi per cui la curcumina è un’eccellente sostanza anticolesterolo deriva dal fatto che agisce a livello epatico: nel fegato, essa aumenta la produzione di proteine che attaccano le particelle di LDL favorendone così l’escrezione. La curcumina stimola altresì il fegato a produrre più bile, la quale contribuisce a scindere ed eliminare il colesterolo in eccesso.
Inoltre, studi condotti su animali evidenziano che la curcumina offre un valido contributo nei seguenti casi:
• abbassamento dei trigliceridi, un’altra classe di lipidi ematici che favorisce la formazione di placca ateromatosa;
• inibizione della produzione di omocisteina, un aminoacido correlato a un alto tasso di malattie cardiovascolari e ictus;
• regolazione della pressione arteriosa;
• contenimento dei danni in seguito a infarto.
LA SALVAGUARDIA DEL FEGATO
Praticamente tutto ciò che viene introdotto nell’organismo umano, sia sostanze nocive che salutari, passa per il fegato. Quando funziona al suo meglio, esso può filtrare quasi tre quarti del sangue in un solo minuto e demolire qualsiasi tossina. Il fegato, pierò, deve fare fronte a numerose aggressioni: alcol, inquinamento, fumo passivo, allergeni, una dieta poco sana e persino lo stress esigono un pesante tributo dal fegato e ne determinano l’affaticamento. Tuttavia, la curcumina può contribuire a mantenere il fegato in salute, e lo può fare in due modi: promuovendo la produzione di enzimi deputati alla detos-sificazione del fegato e favorendo il flusso biliare che depura il fegato e ne rinvigorisce le cellule.
Non solo la curcuma aiuta a mantenere il fegato in perfette condizioni, ma studi condotti su animali realizzati negli Stati Uniti, in Finlandia e in Cina suggeriscono che ha la facoltà di prevenire la cirrosi epatica alcolica e il cancro al fegato.
UN AIUTO PER LE AFFEZIONI CUTANEE
Secondo la tradizione popolare indiana, la curcuma è il segreto per avere una pelle sempre liscia e luminosa. In India è costume per le spose e gli sposi applicare sulla pelle della curcuma mescolata a latte, prima della cerimonia, per aumentare la luminosità della pelle. Le donne indiane utilizzano ogni giorno un impasto a base di curcuma come maschera di bellezza per prevenire imperfezioni e rughe. Non a caso, in India come in molte altre patri del mondo, la curcuma è un ingrediente comune nei prodotti cosmetici.
La scienza moderna ha confermato ciò che i medici ayurvedici indiani sapevano già da molto tempo, ovvero che la curcuma è un rimedio efficace per tutti i disturbi cutanei, quali acne, pustole, prurito e arrossamento, nonché condizioni più ostinate come la dermatite da contatto (una reazione allergica) e disturbi clinici più gravi come la psoriasi e la sclerodermia.
Inoltre, in un esperimento condotto su animali da laboratorio, nei soggetti trattati con formule ad uso topico a base di curcumina le ferite si rimarginavano più rapidamente e lasciavano cicatrici meno evidenti.
UNA SPEZIA PER BRUCIARE I GRASSI
I ricercatori della Tuft University hanno dimostrato che la curcuma può svolgere un ruolo importante nella prevenzione dell’obesità.
Durante resperimento, i ricercatori hanno nutrito due gruppi di topi con un regime alimentare ad alto contenuto di grassi nell’intento di favorire un aumento di peso, ma a uno dei due gruppi venne anche somministrato un integratore quotidiano di curcumina. Dopo 12 settimane, i topi che assunsero curcumina avevano acquistato meno peso e accumulato meno adipe. Inoltre, i livelli di colesterolo erano inferiori. «L’aumento di peso è il risultato della crescita e dell’espansione del tessuto adiposo, evento che non può verificarsi a meno che non si formino nuovi vasi sanguigni, processo noto come angiogenesi», spiega il dottor Mohsen Meydani, un ricercatore coinvolto in tale studio. «Sulla base dei nostri dati, la curcumina pare sopprimere l’attività angiogenetica del tessuto adiposo in topi sottoposti a dieta iper-lipidica». I ricercatori sono giunti alla conclusione che la curcuma e la curcumina possono costituire una strategia promettente per prevenire l’aumento di peso anche negli esseri umani.
La curcuma si ottiene dal rizoma, ossia il fusto sotterraneo della pianta.
UNA CORNUCOPIA DI POSSIBILITÀ TERAPEUTICHE
La curcuma e la curcumina possono contribuire a combattere molti altri disturbi. Vediamo quali.
Malattia infiammatoria dell’intestino (morbo di Crohn e colite). Parecchi studi condotti su animali e ricerche preliminari su esseri umani indicano che la curcumina è efficace contro il morbo di Crohn e può contribuire a sostenere la remissione della patologia in persone affette da colite ulcerosa. In uno studio, la curcumina ha prodotto un significativo miglioramento dei sintomi in 207 soggetti che presentavano una malattia infiammatoria dell’intestino.
Fibrosi cistica. Questa patologia ad esito letale colpisce i bambini e i giovani adulti causando un abnorme accumulo di muco nei polmoni. Nella ricerca su soggetti animali, gli scienziati deU’Università di Yale hanno riscontrato che la curcumina corregge un difetto responsabile dell’eccessiva produzione di muco. A loro parere, una dose tale da fornire protezione sarebbe ben tollerata anche da soggetti umani.
Depressione. Studi condotti su animali hanno evidenziato che la curcumina limita il comportamento simil-depressivo nei topi e aumenta i livelli di serotonina e dopamina, due sostanze chimiche cerebrali i cui livelli spesso risultano scarsi nei quadri di depressione.
Diabete di tipo 2. Studi condotti su animali ed esseri umani dimostrano che la curcumina contribuisce a tenere sotto controllo i livelli ematici di glucosio e riduce altresì il rischio di complicanze associate a tale patologia, ad esempio la retinopatia diabetica, che può condurre a cecità in seguito alla distruzione dei vasi sanguigni che irrorano l’occhio. La curcumina può inoltre rafforzare il pancreas favorendo così la produzione di insulina, ossia l’ormone che regola la quantità di glucosio nel sangue.
Disturbi oculari. L’uveite è una grave infezione oculare che può condurre a cecità. In uno studio condotto su 32 persone, la curcumina si è dimostrata efficace quanto i corticosteroidi nel trattare l’infezione. Inoltre, in uno studio comparso su Phytotherapy Research, un collirio contenente estratto di curcuma (Ophthacare) si è dimostrato efficace nel trattare un certo numero di disturbi oculari, tra cui congiuntivite, secchezza oculare e complicanze nel trattamento postoperatorio della cataratta.
Colecistopatie. Uno studio che ha coinvolto pazienti affetti da colecistopatie ha evidenziato che 20 mg/die di curcumina hanno ridotto la formazione di calcoli biliari e migliorato la salute della cistifellea in generale.
Degenerazione maculare senile. Questa patologia distrugge gradualmente la macula, ossia la regione centrale della retina responsabile della messa a fuoco e dell’acutezza visiva. Tale malattia, che colpisce il 20% degli americani tra i 65 e i 74 anni di età e il 35% degli individui al di sopra dei 75 anni, è la causa principale di cecità. La ricerca condotta su animali presso l’Health Sciences Center dell’Università dell’Oklahoma indica che la curcumina può fornire una difesa naturale contro la degenerazione maculare senile proteggendo la retina dai danni provocati dallo stress fotoindotto e ossidativo. Studi condotti su animali hanno evidenziato che la curcumina può fornire una protezione analoga anche nel caso della cataratta.
Dolori. Numerosi studi dimostrano che la curcuma riduce il dolore e Tinfiammazione. In uno di questi, i ricercatori somministrarono quotidianamente a 45 pazienti sottoposti a interventi chirurgici 400 mg di curcumina, 100 mg di fenilbutazone (un farmaco antinfiammatorio) o un placebo, e la curcumina fornì notevole sollievo ma senza procurare gli effetti collaterali del farmaco.
QUANTA NE OCCORRE?
Consumare molto cibo ricco di curcuma è un ottimo modo per promuovere la salute. In India, un individuo ingerisce mediamente un cucchiaino di curcuma al giorno ripartito su tre pasti, una quantità sufficiente perché gli indiani godano di buona salute e presentino un’incidenza nettamente inferiore di malattie quali morbo di Alzheimer, cancro e diabete di tipo 2.
Consiglio di assumere anche un integratore di curcumina in dosi da 500 mg al giorno.
Vi assicuro che la curcumina sotto forma di integratori è assolutamente sicura: non è stato riscontrato alcun effetto collaterale grave e nessuna forma di tossicità con l’assunzione di curcumina fino a 16 grammi al giorno. In termini culinari, ciò equivarrebbe a mangiare una tazza intera di curcuma al giorno!
È preferibile assumere l’integratore di curcumina a stomaco vuoto, circa un’ora prima di mangiare. Potete migliorarne l’assorbimento assumendolo insieme a succo di pompeimo, succo d’ananas, latte o piperina (pepe nero sotto forma di integratore) oppure durante un pasto in cui si consumi dell’olio (ad esempio olio di oliva) o latticini (ad esempio yogurt).
ALLA SCOPERTA DELLA CURCUMA
Forse gli americani pensano che la curcuma sia completamente sconosciuta alle loro papille gustative, ma non è così. La curcuma viene usata come aroma in alcuni dei loro alimenti preferiti: è ciò che conferisce un colore giallo brillante al formaggio americano e alla senape dei panini ai Wurstel, ma viene anche adoperata per dare colore al burro, alla margarina, al brodo di pollo preconfezionato, ai sottaceti da mettere sul pane imburrato, alle torte e al popcorn.
Quando si tratta di cucina, la curcuma è più nota come uno degli ingredienti principali del curry, intendendo con ciò una gran varietà di piatti speziati che accompagnano ogni pasto in India. Di fatto, la curcuma è talmente amata in questo paese che viene utilizzata praticamente in tutte le ricette, ed è inoltre un ingrediente frequente in molte miscele di spezie note con il nome di masala.
I marocchini combinano la curcuma e lo zafferano per preparare l’harira, una minestra che tradizionalmente viene consumata alla fine del Ramadan, ed è anche un ingrediente del ras-el-hanout, il mix di spezie marocchino. I libanesi la utilizzano per fare una sorta di torta margherita chiamata sfouf. In tutto il Medio Oriente è un ingrediente fondamentale nella chermoula, una marinata adoperata per insaporire pesce ad altri alimenti.
Anche i giapponesi sono amanti della curcuma e la utilizzano nel tè, nelle bottiglie di aceto, la aggiungono alle tagliatelle e la mettono persino nel cibo per cani. Inoltre la adoperano per i saponi, le lozioni e le creme per il corpo.
In Inghilterra è possibile trovare la curcuma nei prodotti lattiero-caseari, nelle pastiglie per la tosse e persino nei farmaci veterinari. È anche il principale ingrediente del picalilli, un tipo di giardiniera con senape e spezie molto apprezzato in Gran Bretagna, generalmente servito con le carni e in particolare nel periodo delle festività natalizie.
La curcuma è l’ingrediente principe del pollo kapitan, un curry leggero popolare in Malesia.
In Thailandia, invece, gli chef spesso utilizzano la zedoaria, una spezia altrimenti nota come «curcuma bianca». Sebbene provenga dalla stessa famiglia botanica, ha scarsa somiglianza con la curcuma e viene adoperata come addensante in sostituzione della fecola; inoltre ha un bassissimo contenuto di curcumina.
Infine, la curcuma viene usata per aromatizzare i momo, la versione nepalese dei ravioli cinesi.
CONSIGLI PER L’ACQUISTO
La maggior parte della curcuma commercializzata in tutto il mondo proviene da due località dell’India: Alleppey e Madras. Personalmente consiglio di acquistare la curcuma di Alleppey, qualora possibile, in quanto la ricerca ha dimostrato che ha un contenuto di curcumina quasi doppio rispetto a quella di Madras. Inoltre, ha un colore più vivo (giallo brillante) e un aroma più morbido.
La maggior parte della curcuma presente sul mercato mondiale é prodotta in india, e la maggior parte della curcuma indiana proviene da Alleppey o Madras.
La curcuma è reperibile nel reparto spezie della maggior parte dei supermercati ma, se la si acquista in una drogheria specializzata, si può notare una differenza di colore tra i vari pacchettini; ciò non è assolutamente segno di deterioramento.
La curcuma si ottiene dal rizoma, ovvero la porzione sotterranea del fusto, di una pianta perenne dal portamento cespuglioso; poiché è particolarmente duro da macinare, viene quasi sempre venduto già macinato. Talvolta si riesce a trovare il rizoma fresco nelle botteghe di prodotti indiani ed asiatici.
Se possibile, acquistate curcuma nella quantità che prevedete di adoperare in pochi mesi, dal momento che col tempo tende a perdere l’aroma.
LA CURCUMA IN CUCINA
Tale spezia è l’unica fonte alimentare che rende immediatamente disponibile la curcumina, pertanto conviene integrare alla propria dieta quanta più curcuma possibile. Quando viene cucinata, sviluppa una lieve fragranza che ricorda in qualche modo lo zenzero e l’arancio, con un sapore leggermente pepato.
La curcuma costituisce ancora una novità per il palato e la cucina occidentale. Difficilmente uno chef riesce a finire un vasetto di curcuma prima della sua scadenza, ma le cose dovrebbero cambiare quando capirete il vero senso culinario dell’uso della curcuma. Persino gli indiani concordano che la curcuma allo stato naturale è piuttosto ruvida e aggressiva, ed è per questo che la sottopongono sempre a cottura. La spezia, infatti, si ammorbidisce di sapore quando viene cucinata. È sufficiente scaldare poco olio in una padella e aggiungervi la curcuma a pioggia rimestando continuamente perché non bruci; in pochi secondi, ne percepirete il profumo deliziosamente aromatico, e capirete anche perché gli indiani ne sono così appassionati! Se non sentite sprigionare il profumo, significa che la spezia non è più fresca.
Ecco alcuni suggerimenti per adoperare più curcuma in cucina:
• Fate scaldare dell’olio in una padella e aggiungete la curcuma come descritto poc’anzi, quindi aggiungete delle verdure e fatele saltare.
• Provate a fare la stessa cosa utilizzando però delle mele a fettine.
• Aggiungete della curcuma alle ricette classiche di carne, pollame e pesce saltati in padella o appena scottati.
• Aggiungete un cucchiaino o due di curcuma alla carne e alle verdure stufate nelle ricette per 2 o 4 persone. Aumentate la quantità per più porzioni.
• Spolverizzate la curcuma sulle cipolle. Uno studio scientifico indica che le cipolle e la curcuma agiscono sinergicamente proteggendo l’organismo dal cancro.
• Adoperate la spezia in piatti a base di aurìfere per una maggiore difesa contro il tumore al seno, alla prostata ed altri tipi di cancro. Le verdure della famiglia delie aurìfere non solo fanno bene alla prostata ma il loro consumo è associato a bassi livelli di tutti i tipi di malattia. Tali verdure includono il cavolo cappuccio, il cavolfiore, il broccolo, i cavolini di Bruxelles, il cavolo riccio e il crescione.
• Mangiate più senape gialla.
• Adoperate la curcuma sulle uova strapazzate e altri piatti a base di uova. Non solo aggiunge aroma, ma dona alle uova un colore giallo intenso.
• Utilizzate la spezia come fanno in India, ad esempio nelle ricette di lenticchie.
• Aggiungetela a salsine per pinzimonio e a condimenti per insalata.
• Incorporatela al burro fuso per condire le verdure cotte.
• Aggiungete un cucchiaio di curcuma alla zuppa di pollo mentre cuoce.
• Fate scaldare della curcuma in poco olio prima di aggiungerla all’acqua di cottura per preparare un riso basmati.
• Aggiungete un cucchiaino di curcuma al chili fatto in casa.
• Adoperatela per insaporire frutti di mare in umido e piatti che prevedono latte di cocco.
La curcuma non è consigliata per ricette che richiedono l’uso di formaggio, poiché questo tende a mascherare l’aroma delicato della spezia.
Attenzione: in tempi antichi la curcuma trovava impiego anche come colorante per tingere a colori vivaci le stoffe destinate ai ricchi. Pertanto, fate attenzione agli schizzi: può essere difficile smacchiare gli abiti e può macchiare anche il piano di lavoro delia cucina.