Capitolo quattordici
Mentre mi infilo il vestito da sposa, nella mia mente compaiono delle immagini: una pletora di rose, la torta a tre strati blu mare, Linny che mi abbraccia, risate, Jacob che mi guida sulla pista da ballo.
Il vestito mi sta un po’ largo, ma va ancora bene. Gli Swarovski brillano alla luce. Vado in salone e trovo Jacob con addosso un completo di lana nero su misura. La giacca ha un solo bottone. Fa un fischio e mi guarda. «Cavolo. Sei la donna più bella al di qua del paradiso».
«E tu… togli il fiato».
Mi attira a sé.
Io abbasso lo sguardo sui miei piedi scalzi. «Le scarpe le abbiamo ancora?»
«Non so che fine abbiano fatto, ma non mi importa».
Mi sento stranamente stordita e il sangue mi ribolle nelle vene. Mi bacia di nuovo, la sua bocca si fa insistente. Ha un odore familiare, un tocco familiare. Mi stringe e mi sussurra qualcosa a fior di labbra. Il mio corpo risponde istintivamente.
«Cavolo», dice, prendendomi in braccio e conducendomi lungo il corridoio e oltre la soglia della mia camera, che un tempo condividevamo. Mi mette giù delicatamente e mi fa voltare per abbassare la cerniera del vestito. L’abito cade fino alle mie caviglie e me ne libero, incapace di respirare. Jacob mi sgancia il reggiseno, me lo toglie e lo lancia sulla sedia. Ora ho addosso solo gli slip. Dovrei aspettare. Ma i miei pensieri sono rallentati per colpa del vino. Non ho mai retto più di un bicchiere.
In un attimo, Jacob è nudo. Com’è possibile che sia successo così in fretta? Conosco il suo corpo; mi ricordo com’è, la sua forma.
«Questa potrebbe essere la nostra seconda notte di nozze», mi sussurra.
Il mio corpo ha bisogno di essere toccato. È passato tanto tempo. Quanto?
Mi spinge delicatamente sul letto e si posiziona sopra di me. Mi bacia le guance, il collo e la clavicola con venerazione. Il semplice tocco delle sue labbra mi fa andare a fuoco. «Quanto mi è mancato tutto questo», dice.
Siamo già stati qui, su questo letto, alla luce della luna. Era estate e le lenzuola erano di cotone, non di flanella. Mi prende le mani e chiudo gli occhi, lasciando che il piacere mi pervada. Ha sempre saputo come toccarmi, come attirarmi, come farmi perdere la ragione. Smetto di pensare e di preoccuparmi, e mi lascio andare alle sensazioni. Ogni momento della nostra unione diventa familiare in quel modo che solo il corpo ricorda.