V. Finanza pubblica e sicurezza nazionale
1 Salisbury a Sir C. Scott, 24 ottobre 1898, in Gooch e Temperley, British Documents, vol. I, p. 221.
2 Howard, Edwardian Arms Race, p. 95.
3 Cfr. le varie cifre in Statistisches Jahrbuch, pp. 348-355; Andic e Veverka, Growth of Government Expenditure, pp. 189, 205, 263; Roesler, Finanzpolitik, p. 195; Witt, Finanzpolitik, pp. 380-381; Hentschel, Wirtschaft und Wirtschaftspolitik, p. 149; Schremmer, Taxation and Public Finance, p. 474.
4 Cfr. J.M. Hobson, Military-Extraction Gap, passim; Stevenson, Armaments, pp. 1-14. I miei calcoli sono pubblicati in Ferguson, Public Finance and National Security, pp. 141-168. I dati raccolti da N. Choucri, R.C. North, J.D. Singer e M. Small alla Michigan University sono riassunti in Offer, The British Empire, pp. 215-238. Sebbene ci siano differenze minori fra tutte le varie serie riprodotte, c’è accordo sul «quadro generale».
5 Ferguson, Public Finance and National Security.
6 Per alcuni dei primi tentativi di calcolarlo si veda Q. Wright, Study of War, pp. 670-671; A.J.P. Taylor, Struggle for Mastery, p. XXVIII e Richardson, Arms and Insecurity, p. 87.
7 Queste cifre sono state pubblicate dall’«Economist», Britain in Figures, 1997.
8 Cifre dello Stockholm International Peace Research Institute, Yearbook 1992, pp. 264-268; International Institute of Strategic Studies, Military Balance, pp. 218-221.
9 Andic e Veverka, Growth of Government Expenditure, pp. 262-263; Berghahn, Modern Germany, p. 269.
10 Davis e Huttenback, Mammon, pp. 160-161; O’Brien, Costs and Benefits, pp. 163-200; Kennedy e O’Brien, Debate, pp. 186-192. Davis e Huttenback hanno correttamente calcolato che il costo della difesa pro capite era molto più alto per la stessa Gran Bretagna che per l’impero, ma la tesi (avanzata anche da O’Brien) che l’onere militare britannico pro capite fosse più del doppio di quello degli altri Stati europei è fuorviante. Se si calcolano i costi dell’impero in termini di spesa per miglio quadrato di territorio, l’Impero britannico risultava decisamente il più economico da gestire.
11 Offer, First World War, p. 218.
12 Ferguson, Public Finance and National Security. Modificando leggermente le cifre riportate da Hobson, Stevenson arriva a cifre solo leggermente diverse (come percentuale del prodotto interno netto): Germania 4,9 per cento; Gran Bretagna 3,4 per cento; Austria 3,5 per cento; Francia 4,3 per cento; Russia 5,1 per cento: si veda Armaments, p. 6.
13 O’Brien, Power with Profit.
14 Wagner, Grundlegung, p. 895; Timm, Das Gesetz, pp. 201-247.
15 F. Fischer, Foreign Policy of Imperial Germany, p. 21.
16 Peacock e Wiseman, Growth of Public Expenditure, pp. 151-201. Cfr. Kennedy, Strategy versus Finance, pp. 45-52.
17 Nel 1909, in qualità di cancelliere, Lloyd George aveva naturalmente tutto da guadagnare nel ricordare ai suoi colleghi questi impegni: K. Wilson, Policy of the Entente, p. 7; Howard, Edwardian Arms Race, p. 81; nel 1906 Asquith era riuscito a ridurre i preventivi navali: Bernstein, Liberalism and Liberal Politics, pp. 174-175.
18 PRO FO 800/87, Churchill a Grey e Asquith, 8 luglio 1913; Grey a Churchill, 31 ottobre 1913. Cfr. R. Churchill, Winston S. Churchill, vol. II, parte III, p. 1820; Steiner, Britain and the Origins of the First World War, p. 164; Rowland, Last Liberal Governments, vol. II, pp. 271-280.
19 PRO FO 800/87, Churchill a Grey, 25 dicembre 1913 e 15 gennaio 1914. Cfr. R. Churchill, Winston S. Churchill, vol. II, parte III, pp. 1835 sgg.
20 PRO CAB 41/34/38, Asquith a Giorgio V, 11 dicembre 1913; PRO CAB 41/34/39, Asquith a Giorgio V, 20 dicembre 1913. Cfr. W.S. Churchill, World Crisis, vol. I, p. 172; Bernstein, Liberalism and Liberal Politics, p. 179; Rowland, Last Liberal Governments, vol. II, p. 287. Oltre a Lloyd George, tra i suoi avversari figuravano McKenna, Runciman, il ministro delle Poste Herbert Samuel e il procuratore generale Sir John Simon.
21 Angell, Great Illusion, pp. 140-141.
22 PRO CAB 41/35/3, Asquith a Giorgio V, 11 febbraio 1914. Cfr. W.S. Churchill, World Crisis, vol. I, pp. 174-177; Lloyd George, War Memoirs, vol. I, p. 5; R. Churchill, Winston S. Churchill, vol. II, parte III, pp. 1856-1857, 1861, 1873; Rowland, Last Liberal Governments, vol. II, pp. 280-286; K. Morgan, Lloyd George Family Letters, pp. 165-166. Entrambi pensavano di rivivere le battaglie del XIX secolo: Churchill quelle di suo padre, Lloyd George quelle di Gladstone.
23 Rowland, Last Liberal Governments, vol. II, p. 283.
24 Delarme e André, L’État, pp. 50, 721-727, 733.
25 Bankers Trust Company, French Public Finance, pp. 4 e 182; Schremmer, Taxation and Public Finance, tab. 55.
26 Bankers Trust Company, French Public Finance, p. 120; Schremmer, Taxation and Public Finance, tabella 58.
27 P. Gregory, Russian National Income, pp. 58-59, 252, 261-262; Gatrell, Tsarist Economy, pp. 214-222.
28 Gatrell, Government, Industry, pp. 139-140.
29 PRO CAB 38/16/6, Edgar Crammond, documento sulle finanze di guerra presentato all’Istituto dei banchieri, 20 aprile 1910.
30 Gall, Bismarck, vol. II, p. 317.
31 Una valutazione massima per la quota del prodotto interno netto del settore pubblico – comprendente gli introiti delle imprese del settore pubblico, il prestito pubblico e il sistema di assistenza sociale – mostra un aumento dal 13,8 per cento del 1890 al 18,8 per cento del 1913; Hentschel, Wirtschaft und Wirtschaftspolitik, p. 148. Cfr. Witt, Finanzpolitik und sozialer Wandel, pp. 565-574.
32 Schremmer, Taxation and Public Finance, pp. 468-494.
33 Witt, Finanzpolitik, pp. 1-31; Witt, Reichsfinanzen, pp. 146-177.
34 Wehler, Deutsche Kaiserreich; Berghahn, Politik und Gesellschaft, pp. 168-173; Witt, Innenpolitik und Imperialismus; contra Rauh, Föderalismus; Rauh, Die Parlamentarisierung.
35 Crothers, German Elections.
36 Sul tono politico sempre più mittelständisch del centro si veda Blackbourn, Class, Religion.
37 Hentschel calcola che l’onere delle imposte indirette si ridusse dal 5 per cento sui redditi inferiori a 800 marchi fino ad appena l’1 per cento su quelli superiori a 10.000 marchi. I soli dazi costavano alla famiglia media fino all’1,5 per cento del reddito annuo: Wirtschaft und Wirtschaftspolitik, tab. 37.
38 Per il dibattito sull’efficacia della Sammlungspolitik si veda in particolare Stegmann, Erben Bismarcks; Stegmann, Wirtschaft und Politik, pp. 161-184, e la critica di Eley, «Sammlungspolitik», pp. 29-63.
39 Wysocki, Die österreichische Finanzpolitik, pp. 68-104.
40 Morton, Thunder at Twilight, p. 211.
41 Murray, People’s Budget.
42 Rowland, Last Liberal Governments, vol. II, pp. 325 sgg.
43 J.M. Hobson, Military-Extraction Gap, pp. 495-496, 499-500. Per analoghe ipotesi si veda Friedberg, Weary Titan, pp. 301-302. Ma cfr. McKeown, Foreign Policy, pp. 259-278.
44 Butler e Butler, British Political Facts.
45 B. Gilbert, David Lloyd George, pp. 81 sgg. La rivolta fu anche uno strascico della rissa sui preventivi navali di Churchill: Bernstein, Liberalism and Liberal Politics, p. 181.
46 Cfr. l’originale e subdolo saggio di Dangerfield, Strange Death, poi ripreso e sviluppato da Mayer, Domestic Causes of the First World War, pp. 288-292. Per una posizione critica si veda Lammers, Arno Mayer, in particolare pp. 144 e 153; Gordon, Domestic Conflict and the Origins of the First World War, pp. 197-198, 200, 203-213, 224-225. Ma si vedano anche i commenti di Nicolson, Edwardian England, p. 161, e K. Wilson, British Cabinet’s Decision for War, p. 148.
47 Schremmer, Taxation and Public Finance, tabelle 51, 52, 54 e 55; Bankers Trust Company, French Public Finance, pp. 184-189. Le tasse di bollo fungevano da imposte quasi dirette, in quanto erano soprattutto i ricchi a doverle pagare.
48 Sumler, Domestic Influences.
49 Gatrell, Government, Industry, p. 150.
50 Kruedener, Franckenstein Paradox, pp. 111-123; Witt, Finanzpolitik, pp. 15 sgg.; Hentschel, Wirtschaft und Wirtschaftspolitik, pp. 174 sgg. Cfr. Terhalle, Geschichte, pp. 274-289.
51 In Sassonia nel 1874, nel Baden nel 1884, in Prussia nel 1892, nel Württemberg nel 1903 e in Baviera nel 1912: Schremmer, Taxation and Public Finance, pp. 488 sgg. Nel 1913 gli Stati dipendevano dall’imposta sul reddito per una cifra che oscillava dal 40 al 75 per cento delle loro entrate. Anche i comuni, ai quali nel 1913 era destinato il 40 per cento delle spese pubbliche totali, si basavano in modo crescente sull’imposta sul reddito: nel 1910 il 52 per cento delle entrate del governo locale prussiano proveniva da soprattasse sull’imposto sul reddito statale: Hentschel, German Economic and Social Policy, pp. 163-164.
52 Kroboth, Finanzpolitik, p. 29.
53 Faceva comodo ai democratici, come lo ha fatto a molti storici, parlare delle finanze del Reich solo quando volevano sottolineare il carattere regressivo e militarista del sistema finanziario tedesco. Ma erano ben meno propensi a parlare del sistema fiscale sempre più progressivo degli Stati e dei comuni, la metà degli introiti dei quali nel 1910-1913 fu destinata a politiche «sociali» (per esempio la sanità e l’istruzione pubblica). Tra il 1907 e il 1913 la percentuale delle entrate pubbliche totali derivanti dall’imposizione diretta aumentò dal 49 al 57 per cento; la percentuale della spesa pubblica totale destinata a scopi «sociali» o educativi aumentò dal 13,3 (1891) al 28 per cento: si veda Kroboth, Finanzpolitik, pp. 301-305; Hentschel, Wirtschaft und Wirtschaftspolitik, p. 150; Schremmer, Taxation and Public Finance, tabella 95.
54 Berghahn, Das Kaiserreich; Mommsen, Die latente Krise. Cfr. anche Schmidt, Innenpolitische Blockbildungen, pp. 3-32.
55 Kroboth, Finanzpolitik, p. 115.
56 Il governo riuscì a invalidare la seconda e la terza risoluzione: ivi, pp. 170-181.
57 Ivi, pp. 181-273.
58 Groh, «Je eher, desto besser!»; Wehler, Deutsche Kaiserreich.
59 È particolarmente caratteristico che il Reichstag, sebbene avesse aumentato il rendimento dell’imposta sui proventi da capitale per un totale di 18 milioni di marchi rendendo la tassa più progressiva, in realtà aumentò il livello della spesa complessiva di 22 milioni di marchi: Kroboth, Finanzpolitik, pp. 220-270.
60 Westarp e Heydebrand non erano riusciti ad accordarsi sulla tattica dei conservatori; l’entusiasmo di Erzberger non era condiviso da tutti i deputati del Centro, alcuni dei quali votarono contro l’imposta sui proventi da capitale; molti esponenti della SPD non intendevano votare a favore di qualsiasi legge riguardante spese per armamenti, mentre un elevato numero di liberalnazionali non approvava l’introduzione di una tariffa progressiva per il contributo alla difesa: Kroboth, Finanzpolitik, pp. 272 sgg.
61 Stegmann, Erben Bismarcks, p. 356; Eley, Reshaping the German Right, pp. 330-334.
62 Kehr, Klassenkämpfe und Rüstungspolitik, in particolare pp. 98-99, 110.
63 Calcolato sulla base delle cifre riportate da Mitchell e Deane, British Historical Statistics, pp. 396-399, 402-403.
64 British Library (BL), MSS Asquith 19, faldoni 180-182, Hamilton ad Asquith, 21 gennaio 1907.
65 Delarme e André, L’État, pp. 50, 721-727, 733; Lévy-Leboyer e Bourgignon, L’Économie française, pp. 320-321; Straus, Le Financement, pp. 50 e 97.
66 Kahan, Government Policies, pp. 460-467.
67 P. Gregory, Russian National Income, pp. 58-59, 252, 261 sgg.; Gatrell, Tsarist Economy, pp. 214-222.
68 Gatrell, Government, Industry, pp. 140 e 150; Apostol, Bernatzky e Michelson, Russian Public Finance, pp. 234 e 239.
69 Kroboth, Finanzpolitik, p. 122, nota 65.
70 Kroboth ritiene che la percentuale del debito complessivo del Reich prodotta dall’esercito, dalla marina e dalle colonie fosse del 65,3 per cento nel 1913-1914: ivi, p. 33n.
71 Calcolato sulla base dei dati riportati da Witt, Finanzpolitik, p. 378.
72 Kroboth, Finanzpolitik, p. 33.
73 Hentschel, Wirtschaft und Wirtschaftspolitik, p. 144; Kroboth, Finanzpolitik, p. 489.
74 Queste cifre sono tratte da Kroboth, Finanzpolitik, pp. 489 sgg. Cfr. Stuebel, Das Verhältnis.
75 Rich e Fisher, Holstein Papers, vol. III, pp. 302-303.
76 Paulinyi, Die sogenannte gemeinsame Wirtschaftspolitik, pp. 567-604; März, Austrian Banking, pp. 26-30, 99; Walré de Bordes, Austrian Crown, pp. 232-233; Komlos, Habsburg Monarchy, pp. 153 e 176.
77 Kroboth, Finanzpolitik, p. 235.
78 Ivi, p. 98.
79 Ferguson, Paper and Iron, pp. 91 sgg.
80 Warburg, Aus meinen Aufzeichnungen, pp. 29-30.
81 MMW, carte di Max M. Warburg, Geeignete und ungeeignete Mittel zur Hebung des Kurses des Staatspapiere. Warburg considerava l’esposizione della Germania sul mercato internazionale parte del problema e sosteneva che si dovesse mantenere il debito pubblico all’interno.
82 F. Fischer, War of Illusions, pp. 355-362.
83 Angell, Great Illusion, pp. XI-XII.
84 Kennedy, Rise of the Anglo-German Antagonism, p. 304.
85 Kroboth, Finanzpolitik, p. 188.
86 Berghahn, Germany and the Approach of War, p. 83.
87 Coetzee, German Army League, p. 50.
88 Bernhardi, Deutschland. Come osservava lo stesso Bernhardi, i giapponesi avevano speso fino all’ultimo centesimo per creare un grande esercito e una flotta potente. Era stato questo lo spirito che li aveva portati alla vittoria sulla Russia.
89 Zilch, Die Reichsbank.
90 Coetzee, German Army League, p. 28.
91 Ivi, p. 35.
92 Ivi, p. 41.
93 Sterling Library, Yale University, carte di Paul M. Warburg, serie II, scatola 8, faldone 118, Max M. Warburg, Die geplante Reichsfinanzreform: Wie vermeiden wir, dass aus der Beseitigung der Reichsfinanznot eine Bundesstaatsfinanznot entsteht [?], novembre 1908.
94 L. Cecil, Albert Ballin, pp. 159-160.
95 Förster, Der doppelte Militarismus, pp. 228-229, note 11 e 12.
96 Citato in Ropponen, Die russische Gefahr.
97 Berghahn, Germany and the Approach of War, pp. 77-78.
98 Ivi, pp. 82-83.
99 Förster, Der doppelte Militarismus, p. 253; cfr. Ritter, Sword and the Sceptre, vol. II, p. 220.
100 Kroboth, Finanzpolitik, pp. 210-211.
101 Bodleian Library, Oxford, Harcourt MSS, 577, memorandum di Churchill, 3 novembre 1909. Ringrazio Edward Lipman di Peterhouse per questa segnalazione.
102 Cfr. O’Hara, Britain’s War of Illusions.
103 Gooch e Temperley, British Documents, vol. VI, nn. 430, 437.
104 PRO FO 371/10281, Goschen a Grey, 3 marzo 1913.
105 O’Hara, Britain’s War of Illusions.
106 RAL XI/130/A/0, Lord Rothschild, Londra, ai suoi cugini, Parigi, 5 aprile 1906.
107 RAL XI/130/A/1, Lord Rothschild, Londra, ai suoi cugini, Parigi, 3 gennaio 1907.
108 RAL XI/130/A/1, Lord Rothschild, Londra, ai suoi cugini, Parigi, 17 aprile 1907.
109 RAL XI/130/A/2, Lord Rothschild, Londra, ai suoi cugini, Parigi, 2 aprile 1908; RAL XI/130/A/2, Lord Rothschild, Londra, ai suoi cugini, Parigi, 7 gennaio 1909.
110 Cfr. per esempio E. Dugdale, German Diplomatic Documents, vol. III, p. 407.
111 Poidevin, Relations économiques, pp. 635, 655-659.
112 Seligmann, Germany and the Origins, pp. 315-316.
113 Ivi, pp. 318 e 320.
114 RAL XI/130/A/1, Lord Rothschild, Londra, ai suoi cugini, Parigi, 28 gennaio 1907.
115 Cfr. Mommsen, Topos of Inevitable War, pp. 23-44.
116 Ferro, La Grande guerre.
117 Si veda per esempio Hildebrand, Deutsche Aussenpolitik, p. 1.
118 Zilch, Die Reichsbank, pp. 69-133; Hentschel, Wirtschaft und Wirtschaftspolitik, pp. 136-143.
119 Roesler, Finanzpolitik, passim.