4.

Mentre Solomon era in Europa, durante la prima guerra mondiale, Bernard acquistò alberghi a Regina, Saskatoon, Portage la Prairie, Medicine Hat, Lethbridge e Winnipeg. Giocando d'astuzia, teneva d'occhio i progetti di estensione della ferrovia, e comprava hotel vicino ai cantieri. Al mattino alle sei, prima che gli operai andassero al lavoro, gli hotel fornivano birra e colazione, e la sera, quando tornavano alla fine dei turni, conforti particolarmente adatti agli scapoli. L'ascesa inarrestabile della fortuna dei Gursky era commisurata al progressivo aumento degli anticipi versati per comprare gli hotel e scrupolosamente registrati da Morrie, che balzarono da diecimila dollari a trentacinquemila e infine ai centocinquantamila pagati a un certo Bruno Hauswasser per il New Berlin Hotel di Winnipeg: cento stanze tutte con telefono e ascensore a ogni piano, con l'unica pecca di un ristorante le cui specialità erano "Wienerschnitzel" e "Sauerbraten", e di un bar che aveva fatto ben magri affari da quando il Kaiser aveva invaso il Belgio. Bernard mise un'inserzione sul "Tribune" per annunciare che l'hotel aveva cambiato nome, e adesso si chiamava Victory, e che, come gesto patriottico, la nuova proprietà canadese offriva ogni sera una birra omaggio alle infermiere. La famiglia vendette l'emporio e si trasferì a Winnipeg. A quell'epoca nel Manitoba la vendita di bevande alcoliche, a parte la birra Temperance e l'alcol "per uso medico, scientifico, meccanico, industriale e per scopi sacramentali", era già vietata. Per fortuna, la legge offriva una comoda scappatoia. Poiché il commercio interprovinciale di liquori era tuttora permesso, Bernard comprò una ditta di vendita per corrispondenza in una cittadina dell'Ontano, e Morrie divenne il distributore di un prodotto chiamato Sciroppo per la Tosse Sogni d'Oro, le cui vendite, comprensibilmente, salirono alle stelle. I proibizionisti, indignati, presero a fare pressioni sempre più decise su Ottawa. Un ministro presbiteriano, appena tornato da una visita alle truppe canadesi in Inghilterra, dichiarò che giovani innocenti erano "indotti alla deboscia dall'alcol inglese e dalle immorali sozzure di Londra". Il reverendo Sidney Lambert fiutava la presenza di un'iniquità anche peggiore in patria. "Preferirei che i tedeschi vincessero la guerra" dichiarò "piuttosto che vedere questi trafficanti di liquori che si arricchiscono in un baleno dettando legge e trascinando alla rovina i giovani del Canada". Nel 1917 l'attività commerciale dei Gursky subì non uno ma due pesanti colpi. Ottawa introdusse l'imposta sul reddito, una seccatura che Bernard decise di ignorare. Poi, la vigilia di Natale, un'ordinanza governativa proibì l'importazione di bevande alcoliche di gradazione superiore ai due gradi e mezzo fino al termine della guerra. Non passarono tre mesi che, nel marzo 1918, un'altra ordinanza abolì il traffico interprovinciale di liquori. Sugli anni successivi, il memoriale di Morrie era stranamente vago, perfino per i suoi standard, ma - ed era una sorpresa - quasi poetico. "Questo non è certo un racconto di sventure," scrisse "ma proprio mentre abbandonavamo la prateria delle fatiche per entrare nel giardino dell'abbondanza, e assaggiavamo i primi succosi bocconi del roast beef della vita, Solomon e Bernard si misero a litigare ferocemente, e io dovetti intervenire più di una volta. Fu in quell'aspro terreno che vennero gettati i semi del mio futuro crollo nervoso". Solomon tornò a casa nella primavera del 1918. Indossava un'uniforme da ufficiale dell'aviazione, muoveva con cautela la gamba sinistra ed esibiva il primo della serie dei suoi bastoni di malacca. Bernard si sedette al tavolo con lui e gli mostrò tutto quello che era riuscito a realizzare durante la sua assenza. Le proprietà della famiglia, disse, adesso comprendevano nove hotel e due società di vendita per corrispondenza, una in una cittadina dell'Ontano e l'altra a Montreal. Poi alzò gli occhi, in attesa di una parola di elogio, e sicuro di meritarsela. Tutto ciò che ottenne fu un cenno d'impazienza. "Va bene," ruggì allora "devo dirti come stanno davvero le cose? Anche se lavoro sedici ore al giorno, da quando sono uscite le nuove leggi, le società di vendita per corrispondenza non valgono una merda di cane. E sai cosa possiamo farci di questi alberghi del cazzo? Un bel falò. Così prendiamo i soldi dell'assicurazione". Solomon si fece portare le ordinanze governative, le studiò a letto, e il mattino dopo convocò Bernard e Morrie. "Stiamo per metterci a vendere medicinali all'ingrosso" annunciò. Vestito con l'uniforme da ufficiale, Solomon invitò a cena al Victory Hotel il tesoriere del Partito liberale del Manitoba. "Come la invidio" disse il politico. "Io non vedevo l'ora di raggiungere il mio reggimento, ma il primo ministro ha insistito nel dire che, se volevo davvero essere utile allo sforzo bellico, dovevo restarmene a Ottawa". Si fece in modo di procurare una ragazza al tesoriere, si versò una somma considerevole, e di lì a poco giunse la necessaria licenza. I Gursky acquistarono un magazzino abbandonato e così nacque la Reale Società Farmaceutica del Canada. Nel giro di qualche settimana questa cominciò a produrre, tra gli altri elisir, la Schiuma di Zenzero, lo Stimolante dell'Uomo di Mondo, il Tonico Fegato & Reni del dottor Isaac Grant, lo Sciroppo per la Tosse "Corvo" e il Rimedio Universale "Non Plus Ultra". Per ottenere l'infuso si raccoglievano in un mastello zucchero, melassa, succo di tabacco, solfato di rame e alcol puro, e si lasciava riposare la miscela per una notte. Il mattino seguente, dopo aver eliminato con un retino da pesca i topi annegati, la soluzione veniva mescolata con un remo, filtrata, colorata con tinte diverse e imbottigliata. Poi Solomon scoprì un'altra scappatoia. Chi possedeva una licenza per prodotti farmaceutici poteva importare vero whisky scozzese senza limiti, a patto che fosse depositato in un magazzino soggetto a vincolo doganale e destinato alla riesportazione. Un'altra ragazza si lavò e profumò per il tesoriere, altro denaro fu versato nelle voraci fauci del Partito liberale e vennero prontamente acquistati magazzini nel Manitoba, Saskatchewan, Ontano e Quebec. Incominciò l'importazione di vagoni di whisky dalla Scozia. Poi Solomon ebbe un'altra idea. "Perché vendiamo l'alcol imbottigliato da altri quando potremmo produrre il nostro?". Morrie andò a comprare i tini per le miscele e l'attrezzatura per imbottigliare, e Solomon si mise a disegnare etichette e a cercare uno stampatore per produrle. Highland Cream, Crofter's Delight, Bonnie Brew, Pride of the Highlands, Balmoral Malt, Vat Inverness, Ivanhoe Special Brand. Bernard, armato di un libro che aveva rubato in biblioteca, insistette per essere lui l'addetto alla miscela -che veniva effettuata in tini di legno di sequoia da mille galloni - e Solomon, divertito, accettò. Ma già con il primo dei vagoni di alcol etilico a sessantacinque gradi giunti nel magazzino di Winnipeg, si presentò quello che era destinato a essere il capofila di una lunga serie di problemi. Se l'alcol doveva servire a produrre liquori, era soggetto a una tassa di due dollari e quaranta per gallone, ma se, al contrario, serviva per fare l'aceto, l'imposta dì fabbricazione era di soli ventisette centesimi. Fu Lloyd Corbett, l'affabile e obeso funzionario della dogana di Winnipeg, a spiegare i termini della questione. "Che ore sono, amico mio?" gli chiese Bernard. "Le undici e ventitré". "Vieni" disse Bernard. Lo prese sotto braccio, lo portò alla finestra e indicò l'infinito cielo azzurro della prateria. "Ti dico una cosa. Sarò matto, ma mi viene voglia di scommettere con te che prima di mezzogiorno pioverà". Lloyd Corbett tornò a sedersi, si diede una sistemata ai genitali e accese la pipa. "Gesù, Bernie, io sono ancora più matto di te. Scommetto duemila dollari e ti do tempo fino all'una per la prima goccia di pioggia". Mentre aspettavano, Bernard tirò fuori una bottiglia di scotch dal cassetto della scrivania e ne versò un bel bicchiere a Corbett. Tra "loro", non era mai troppo presto. "Il mese prossimo vado in pensione. Mi trasferisco a Victoria. Ne ho abbastanza di questi maledetti inverni". "Chi prenderà il tuo posto? Frobisher?" chiese Bernard, che all'improvviso aveva drizzato le antenne. "No, no. Lui se ne va a Ottawa. Hanno già mandato un tizio nuovo. E' un ragazzino. Si chiama Smith. Bertram Smith". "Be', fammi avere il suo indirizzo e gli manderò una cassa di Johnnie Walker etichetta rossa come regalo di benvenuto in città". "Non lo farei, Bernie, se fossi in te". "Che cosa stai cercando di dirmi?". "Smith è astemio". "Sposato?". "No". "Scommetto che ho la ragazza giusta per lui". "E' un devoto cristiano, tutto casa e chiesa, Bernie. E' pure capo scout". Di lì a tre settimane Bert Smith fece la sua prima apparizione al magazzino. All'inizio, Bernard lo prese per uno dei tanti ragazzi di campagna disoccupati che venivano a chiedere di essere assunti a giornata. Camminava a passi silenziosi e sembrava ben poco sicuro di sé. Era pelle e ossa, con capelli castani secchi e divisi da una riga al centro, pallido come una gallina spennata, con occhi grigi e pupille a capocchia di spillo, il naso punteggiato di comedoni, quasi senza labbra, solo una linea sottile e serrata, e il mento sfuggente. Il vestito, troppo grande per lui, era stirato con cura e le scarpe nere luccicavano. Quando si presentò, Bernard capì perché teneva la bocca così stretta. I denti, più che irregolari, schizzavano in tutte le direzioni, e le gengive erano gonfie e rosso fuoco. L'alito era caldo e pesante. "Sono il nuovo ispettore doganale" disse Smith. "E stato un pensiero davvero gentile da parte sua venire a salutarci. Che ne dice di un caffè e di una torta ai mirtilli al Regent?". Si sedettero in un séparé. "Da dove viene?". "Saskatoon". "Ehi, è la mia città preferita". "Sono qui per i quattro vagoni di scotch da sdoganare che tenete su un binario morto alla stazione". "Ce l'ha un eroe, Bert? A parte Gesù". "Gesù non era un eroe, Mister Gursky. E' il nostro salvatore". "Porca puttana, certo che lo è. Non volevo mica offendere".

"Coloro che non lo accolgono non potranno entrare nel Regno dei Cicli". E neanche al Manitoba Club, razza di stronzo, pensò Mister Bernard, ma lasciamo stare. "Un rischio, un rischio," disse "così è la vita. E anche la morte, se ho capito bene il suo punto di vista". "Sì". "Per me, il mio eroe è Baden-Powell. Sa, i migliori anni della mia vita li ho passati nei boy scout, e mi fa davvero soffrire il fatto che qui non abbiano un posto dove riunirsi. A noi piacerebbe dare un contributo, noi Gursky, e saremmo lieti se lei facesse da tesoriere, e gestisse i fondi a disposizione del comitato". "Vorrei sapere se il vostro scotch da sdoganare deve essere davvero riesportato e, se così è, vorrei vedere i documenti relativi alla destinazione finale". "Carte, carte. In fatto di carte, lei ha di fronte uno che è sempre stato un vero disastro. Mi dia un paio di giorni e troverò i documenti". "Tornerò mercoledì prossimo" disse Smith, e uscendo pagò il suo caffè e la sua fetta di torta. Bernard sentì puzza di guai e fu assalito da un'ondata di inquietudine. Poi, tornato in ufficio, esaminò il rendiconto mensile della banca, e l'inquietudine divampò in una rabbia furibonda. Corse al Victory Hotel, trascinò via Solomon dal tavolo da poker e gli mise sotto il naso le prove. "Ti ho scoperto" gridò, sventolando alcuni assegni annullati firmati da Solomon. "Guarda qua. Tremila dollari a Billy Sunday. Tremilacinquecento alla Lega per la Temperanza. E qui ce n'è un altro. Duemilacinquecento ad Alphonso Alva Hopkins. Questo nome te lo sei inventato. Ammettilo". "Ehi, Mister Hopkins è uno scrittore e direttore di giornali di grande prestigio. Nel 1915 ha guidato una campagna di stampa per cambiare il nome dei pastori tedeschi in pastori 'della vittoria' o 'della libertà', e adesso si oppone in maniera ancor più decisa alla feccia dell'Europa ubriacona - gente come noi, Bernie - che corrompe con l'alcol la gioventù cristiana di questo continente un tempo puro". "Se vuoi sapere la mia opinione, nessuno di questi assegni è finito dove dici tu, ma sono serviti a coprire le tue perdite a poker qui all'hotel". "Adesso me ne torno alla mia partita". "Col cavolo. Dimmi un po' cosa cazzo sta succedendo". "Stiamo investendo nel futuro". Due giorni dopo il Nebraska divenne il trentaseiesimo Stato a ratificare il Diciottesimo Emendamento. Il proibizionismo sarebbe diventato legge di lì a un anno. "Bernard, bastardo avido e ambizioso," disse Solomon "diventerai ricco come non ti saresti mai immaginato nemmeno nei tuoi sogni più sfrenati". Eccitato com'era, Bernard si scordò di dire a Solomon di Bertram Smith, e che sarebbe tornato la settimana seguente.