1.

Un mattino - durante la memorabile ondata di freddo del 1851 - un grosso, minaccioso uccello nero, del quale in passato mai si era visto l'eguale, si librò sopra la rude cittadina mineraria di Magog, nei pressi della frontiera con il Vermont, lanciandosi in continue picchiate. Luther Hollis abbatté l'uccello con il suo Springfield. Poi gli uomini videro un tiro di dodici cani uggiolanti emergere dai mulinelli di neve del lago Memphremagog, completamente ghiacciato. I cani trainavano una lunga slitta stracarica, alla cui guida sedeva, facendo schioccare una frusta, Ephraim Gursky, un uomo piccolo, dall'aria feroce, incappucciato. Ephraim raggiunse la riva e si mise a camminare con fatica su e giù, scrutando il cielo. Dal fondo della gola gli uscì un grido inumano, un suono triste e secco, insieme desolato e pieno di speranza. Nonostante il freddo che spaccava gli alberi, alcuni curiosi si radunarono sulla riva del lago. Erano venuti non tanto ad accogliere Ephraim quanto per stabilire se fosse o no un'apparizione. Ephraim era vestito con quelle che parevano pelli di foca, e un'ispezione più ravvicinata rivelò anche un colletto da sacerdote. Dai bordi della pelle più esterna pendevano quattro frange, ciascuna formata da dodici cordoncini di seta. Palpebre e narici erano coperte di brina, una guancia annerita dal morso del vento. Dalla barba nero inchiostro spuntavano ghiaccioli. "Brulicava di serpenti bianchi" avrebbe detto troppo tardi uno degli uomini, ricordando quel giorno. Ma gli occhi erano infuocati, infuocati e penetranti. "Ehi," chiese "cosa è successo al mio corvo?". "Hollis gli ha sparato e l'ha ammazzato". Ebenezer Watson diede un colpo col piede ai pattini della lunga slitta. "E questi affari di cosa sono fatti?". Di certo non erano i soliti pattini. "Salmerini". "E che roba è?". "Pesci". Ephraim si chinò a liberare i cani dalle tirelle. "Da dove vieni?". "Da nord, amico". "Nord... dove?". "Lontano" rispose Ephraim. Sul lago c'erano quaranta gradi sotto zero e soffiava il vento. Gli uomini, battendo i piedi dolenti e con le guance rosso fuoco per il freddo, voltarono le spalle. Si ritirarono al caldo del Crosby's Hotel, al quale era annessa una scuderia di prim'ordine. Un'insegna affissa alla finestra diceva: WM. CROSBY'S HOTEL II sottoscritto, grato del passato favore riservato a questo HOTEL DI ANTICA ISTITUZIONE, è deciso a mandare avanti l'esercizio in un modo che incontri l'approvazione del pubblico, e pertanto implora la continuità del Pubblico Concorso. CIBI E BEVANDE SERVITI A OGNI ORA DEL GIORNO E DELLA NOTTE Wm, Crosby Proprietario Ebenezer Watson portò una lampada a petrolio alla finestra e ne ripulì un angolo dal ghiaccio per continuare a osservare. "Che cosa intendeva dire, con il suo corvo?". Ephraim stava gettando fette di carne d'orso ai cani che gli saltavano attorno, facendoli accucciare, poi con un'asse cominciò a liberare dalla neve un cerchio di ghiaccio, spianandolo finché non fu soddisfatto. Quindi si mise ad ammucchiare sul ghiaccio sgombro di neve ciò che aveva caricato sulla slitta: pelli di animali, pentole e padelle, un fornello a petrolio, un arpione, dei libri. "Visto che roba?". "Cosa?". "Quel pazzo bastardo si è portato dei libri da leggere". Lo osservarono mentre liberava dalle cinghie della slitta un'asta e quella che sembrava una sciabola. Poi infilò le racchette e si arrampicò sulla riva in pendenza, saltando avanti e indietro, mentre affondava l'asta nella neve come facevano le loro mogli quando controllavano una torta nel forno con un filo di saggina. Dopo aver finalmente trovato la consistenza che desiderava, Ephraim cominciò a tagliare grossi blocchi con la sciabola e a portarli al cerchio di ghiaccio. Costruì un igloo con un basso corridoio rivolto a sud. Rinforzò le pareti con dell'altra neve, sistemò le giunture e preparò altri blocchi per una protezione frangivento. Quindi, prima di mettersi a quattro zampe e scomparire all'interno, piantò sulla neve ghiacciata un'insegna di legno: CHIESA DEI MILLENARISTI Fondatore Fratello Ephraim. Il mattino dopo gli uomini arrivarono sul posto molto presto, convinti di trovare Ephraim morto. Congelato. Stecchito. Invece lo scoprirono accovacciato sopra un buco nel ghiaccio: catturava una perca, la infilava attraverso l'occhio in un uncino, ne prendeva un'altra, ricominciava daccapo. Gettò alcune perche ai cani e ne ammucchiò altre sul ghiaccio; ogni tanto ne spellava velocemente una, la stilettava e la mandava giù cruda. Arpionò anche due salmoni di lago e uno storione. Ma era un'altra la cosa che preoccupava gli uomini. Era evidente che Ephraim aveva già scoperto la radura nella foresta dove svernavano i cervi, rinchiusi dentro un muro di neve alto un paio di metri in una trappola che avevano preparato loro. Un maschio era appeso a un palo di pino conficcato nel ghiaccio. Era appena stato sventrato. I cani, con i musi sporchi di sangue, divoravano i polmoni e gli intestini ancora fumanti che Ephraim gli aveva gettato. "Non glielo dovevi dire, che gli ho ammazzato l'uccello" disse Luther Hollis. "Paura?". "Diavolo, certo che no, capo. Lui è solo di passaggio, secondo me". "Chiediglielo". "Chiediglielo tu". Il cielo rimase nuvoloso. Il sole fuggitivo era solo una macchia lattiginosa su una risciacquatura di grigio. Gli uomini smisero di contare gli alberi che si spaccavano, i tubi che saltavano o le bottiglie esplose. La temperatura sprofondò a quarantacinque sotto zero. Gli uomini andarono a controllare Ephraim il mattino seguente e lui era ancora lì, e il mattino dopo e lui era sempre lì. Il quarto giorno gli uomini avevano altro per la testa. Luther Hollis era stato trovato impiccato a una trave della sua segheria. Suicidio, a prima vista. Non era stato derubato, ma non aveva nemmeno lasciato un biglietto. Una cosa sconcertante. Poi, proprio mentre gli uomini erano riuniti a deliberare, il ragazzo di Crosby arrivò di corsa. "Gli ho parlato" disse. "Pulisciti il naso". Ma erano impressionati. "Mi ha detto che lui è un figlio di Giacobbe. Cosa vuoi dire?". Nessuno lo sapeva. "Mi ha detto di entrare, sapete, ed è molto comodo lì dentro, e così ho visto un po' della roba che ci tiene". "Che genere di roba?". "Per esempio ha un libro di Shakespeare e posate d'argento con degli stemmi sopra e una coperta fatta di pelliccia di lupi bianchi e il disegno in una cornice di quercia di una nave a tre alberi che si chiama "Erebus"". Il reverendo Columbus Green conosceva il greco. ""Erebus"" disse. "E' il nome di un luogo di tenebre, fra la terra e l'Ade". Il freddo calò, il vento prese forza, e cominciò a nevicare così fitto che un uomo, chino controvento, stringendo gli occhi non riusciva a vedere a un passo davanti a sé. Durante la notte la neve trasportata dalle raffiche seppellì le strade e i binari della ferrovia. La tormenta soffiò per tre giorni e poi in un cielo azzurro si levò il sole, così splendente che sembrava inchiodato al suo posto. Il venerdì, gli uomini che avevano atteso la fine della tormenta al Crosby's Hotel scoprirono che l'unica via d'uscita era attraverso una finestra del primo piano. Ephraim era sempre lì. Ma adesso c'erano altri tre igloo sul lago, molti più cani che uggiolavano, e quelli che Ebenezer Watson descrisse come uomini e donne scuri e con gli occhi a mandorla, sparsi un po' dappertutto, che scaricavano merci. Ebenezer, insieme a qualcun altro, mantenne il suo punto d'osservazione dalla finestra del Crosby's Hotel. Quando apparve la prima stella della sera, videro i piccoli uomini scuri che battevano su tamburi di pelle, mentre le donne sfilavano in corteo di fronte a loro sino al corridoio d'ingresso dell'igloo di Ephraim. Questi comparve, con un cilindro di seta nera in testa e uno scialle bianco frangiato a righe verticali nere sulle spalle. Poi i piccoli uomini si fecero avanti a uno a uno, spingendo le donne innanzi a sé ed esaltandone animatamente i pregi. Incurante del freddo, una giovane sollevò il parka di pelle di foca e fece dondolare il seno nudo. "Oh, accidenti". "Chissà cosa vuoi dire essere Millenaristi, ma è sicuro come la merda che se la godono molto più di noi". Alla fine Ephraim indicò una donna, fece un cenno a un'altra, e quelle si infilarono alla svelta nel corridoio. Gli uomini, battendo sui tamburi, riportarono le donne restanti negli altri igloo, spingendole a calci e pugni. Un'ora dopo furono tutti di ritorno, e l'uno dopo l'altro strisciarono nell'igloo di Ephraim. Ci furono grida e canti e applausi e quelli che sembravano balli. Il reverendo Columbus Green, convocato in tutta fretta, si fermò ad ascoltare presso la riva, ben infagottato, con una Bibbia stretta al petto, senza avvicinarsi troppo e senza sostare troppo a lungo. Poi fece rapporto agli uomini in attesa nel Crosby's Hotel. "Credo stiano cantando nella lingua del Signore, là dentro". "A me non sembra inglese". "Ebraico". "Tutte stronzate" disse Ebenezer Watson, offeso. Messo alle strette, il reverendo Columbus Green concesse che non ne era del tutto certo. Il vento distorceva le parole ed era passato molto tempo da quando aveva studiato l'ebraico in seminario. "Che cos'è la Chiesa dei Millenaristi?" chiese Ebenezer. "Ho paura di non averla mai sentita nominare". "Figurarsi". La sera seguente i piccoli uomini e le piccole donne bruni se n'erano andati, ma prima di partire avevano innalzato sul ghiaccio un'enorme tenda di tela da vele. C'era anche qualcos'altro. Vesti bianche prendevano aria su fili fissati a pali di pino, una trentina di vesti che schioccavano come petardi ogni volta che venivano colpite dal vento. Gli uomini al Crosby's Hotel fecero parecchi giri di bevute prima di scendere tutti insieme all'igloo di Ephraim sul lago ghiacciato. "A cosa servono quelle lenzuola?". "Non sono lenzuola, miei buoni amici. Quelle sono vesti per l'ascensione, da indossare per ascendere al cielo. Chi di voi sa leggere alzi la mano". Alzarono la mano in sei, ma Dunlap voleva solo fare bella figura. "Aspettate qui". Ephraim venne inghiottito dal corridoio d'entrata, dal quale riemerse un istante dopo per distribuire opuscoli: "Prove presenti nella Scrittura e nella storia del secondo avvento di Cristo nei distretti orientali attorno all'anno 1851". "E' più difficile" disse Ephraim, con occhi infuocati "che un ricco figlio di puttana entri nel regno dei cicli che pisciare attraverso la cruna di un ago. Non consolatevi, miei buoni amici, pensando che l'inferno sia un'astrazione. E' un luogo reale che aspetta proprio i peccatori come voi. Se avete mai visto un maiale allo spiedo, con la carne che sfrigola e fischia e il grasso che sprizza, be', è quello il caldo che si trova nelle regioni più fresche dell'inferno. La prima riunione è domani sera alle sette nella tenda. Portate anche le vostre mogli e i bambini. Sono venuto a salvarvi".