2.
Con la testa appesantita dalla sbornia, incapace di concentrarsi, Moses considerò che la giornata non sarebbe andata del tutto perduta se fosse riuscito a sistemare con un minimo di ordine i libri nella sua casa nel bosco, a cominciare da quelli sparsi sul pavimento. Il primo libro che raccolse fu "La tomba inquieta. Un cielo di parole", di Palinurus. "Più libri leggiamo" iniziava "più ci rendiamo conto che la vera funzione di uno scrittore è produrre un capolavoro e che nessun altro compito è di qualche importanza. Per quanto ovvio ciò possa risultare, pochissimi scrittori lo ammetteranno o, dopo averlo fatto, saranno disposti a lasciar perdere l'opera di iridescente mediocrità nella quale si sono imbarcati". Be', vaffanculo, Cyril, pensò Moses, e gettò il sottile volume dall'altra parte della stanza, per poi andare subito a riprenderlo, dato che la considerazione che aveva di Connolly era altissima. Sulla prima pagina c'era un adesivo della libreria Blackwell's e un'annotazione di suo pugno: "Oxford, 1956". Era l'anno, naturalmente, in cui Moses aveva visto per la prima volta Sir Hyman Kaplansky; ricco sfondato, questi era seduto al tavolo dei professori nel refettorio del Balliol, e chiacchierava con due degli insegnanti più tediosi. Passarono alcune settimane prima che Moses si imbattesse nuovamente in Sir Hyman, questa volta alla Blackwell's. L'anziano gentiluomo teneva un bastone di malacca sotto il braccio. Sir Hyman si presentò per primo. "Ho letto il suo saggio di etimologia yiddish su 'Encounter'" disse. "Eccellente". "La ringrazio". "Perciò spero che non si offenderà se le segnalo un piccolo errore. Ho paura che non abbia colto nel segno a proposito dell'origine di "kike". (1) Guardi, sbaglia anche Partridge, che indica il 1935 come data della sua prima occorrenza in inglese. Come sicuramente saprà, Mencken lo cita già nel 1919 nel suo "American Language"". "Mi sembrava di averlo detto", "Sì. Ma lei sostiene che la parola fu introdotta dagli ebrei tedeschi come peggiorativo per indicare gli immigrati dallo "shtetl", dato che molti dei loro cognomi finivano in "-sky" o "-ski". Da qui "ky-kis" e poi "kikes". In realtà, il nome è nato a Ellis Island, dove agli analfabeti si chiedeva di firmare i moduli di ingresso con una X. Questo gli ebrei si rifiutavano di farlo, e invece mettevano un cerchio, o "kikel", e presto gli ispettori cominciarono a chiamarli "kikelehs" e infine "kikes"". Passò un altro mese prima che giungesse la chiamata dal Sinai. "I gusti sono gusti," disse il tutor di storia a Moses "ma a quanto pare Sir Hyman Kaplansky si è incapricciato di te". Sir Hyman, spiegò il tutor, era un collezionista di libri antichi e rari, in primo luogo legati alla cultura ebraica, e anche un appassionato di tutto ciò che aveva a che fare con le esplorazioni artiche. Possedeva una delle maggiori raccolte private di manoscritti e prime edizioni sulla ricerca del passaggio a nord-ovest. Un'università canadese, disse il tutor - la McGill, se la memoria non lo ingannava -, gli aveva chiesto in prestito la collezione per una mostra. Sir Hyman aveva acconsentito e adesso gli occorreva qualcuno che compilasse il catalogo. "Immagino" disse il tutor "che potresti finire il lavoro in una quindicina di giorni. Per di più, paga profumatamente. Non che la cosa ti interessi, certo". La prima volta che Moses passò da Londra, andò direttamente all'ufficio di Sam Birenbaum a Mayfair. Sam, che come al solito lavorava troppo, se non altro per dimostrare il suo valore a quelli della C.B.S., aveva appena il tempo per una pinta di birra e un pasticcio di carne al pub del Guinea. Poi, quando tornarono in ufficio, chiese all'archivista di portare a Moses lo spesso dossier su Sir Hyman. A quanto pareva, l'inafferrabile Sir Hyman era nato ad Alessandria d'Egitto, figlio di un mediatore del cotone. Aveva fatto fortuna speculando sul mercato valutario a Beirut, prima di stabilirsi in Inghilterra alla vigilia della seconda guerra mondiale. Nel 1945 era stato nominato baronetto per i servigi resi al Partito conservatore, e, a quanto si diceva, aveva continuato ad ammassare una fortuna ancora più grande come banchiere d'affari e imprenditore edile. L'immediato dopoguerra appariva piuttosto nebuloso, per via del coinvolgimento di Sir Hyman in almeno due imprese fallimentari. Nel 1946, a Napoli, aveva comprato due vetuste navi per il trasporto di truppe e alcuni carghi di dubbia navigabilità, e costituito una linea di navigazione. Alla fine, aveva dovuto cedere la sua flotta, e vendere le bagnarole per una miseria. In seguito uno dei carghi, che portava ancora l'emblema della defunta linea, un corvo dipinto sul fumaiolo, era stato fermato mentre tentava di violare il blocco navale attorno alla Palestina e dirottato a Cipro da un cacciatorpediniere inglese. Fortunatamente Sir Hyman era stato in grado di dimostrare di aver ceduto la nave in questione sei mesi prima, e l'aveva scritto in una lettera inviata al "Times". Poi, all'inizio del 1948, c'era stata un'altra speculazione fallita, questa volta nel campo della produzione cinematografica. Sir Hyman, noto come fanatico dell'aviazione sin da quando aveva imparato a volare in Kenya, aveva sconcertato ancora una volta gli amici della City acquistando una villa alla Valletta e annunciando la sua intenzione di produrre un film sulla battaglia aerea di Malta. Con quest'idea, aveva cominciato a ingaggiare piloti della seconda guerra mondiale e a radunare una piccola forza aerea, composta soprattutto di Spitfire. Ma il film non era mai stato girato, dato che Sir Hyman non era riuscito a trovare una sceneggiatura soddisfacente. Era tornato a Londra in maggio, assicurando a un giornalista del "Financial Times" che non si sarebbe mai più tuffato in acque sconosciute, e ammettendo che la sua flotta aerea era finita dal demolitore, e gli era costata una discreta fortuna. Il giorno dopo David Ben Gurion aveva proclamato la nascita dello Stato d'Israele, che, disse, sarebbe diventato "una luce per le nazioni". Il nuovo paese era stato subito attaccato dalle truppe di Siria, Libano, Transgiordania, Egitto e Iraq. Il documento più recente inserito nel dossier dedicato a Sir Hyman era un semplice promemoria dattiloscritto da un giornalista, che gli chiedeva un commento a proposito di un'intervista rilasciata da Guy Burgess non appena questi era ricomparso a Mosca, giusto il giorno prima. "Il bolscevico che ha tagliato la corda?" aveva risposto Sir Hyman. "Conoscevo a malapena Burgess e, inoltre, io non vado in televisione". Il dossier comprendeva articoli di riviste sulla villa di campagna di Sir Hyman, non lontano da Bognor Regis, sulla costa del Sussex. La tenuta, i suoi tesori d'arte e d'antiquariato e le statue del giardino erano stati presentati su "Tatler" e su "Country Life". Lady Olivia era un'esperta cavallerizza e partecipava a concorsi ippici. Allevava anche cani corgi. Moses avrebbe voluto vedere la tenuta di campagna, ma fu convocato nell'appartamento cittadino di Sir Hyman, in Cumberland Terrace. Arrivò puntuale alle quattro e fu introdotto nella biblioteca dal maggiordomo. Rimasto solo, Moses esaminò gli scaffali e incontrò per la prima volta nomi che si sarebbero impressi nella sua anima: Sir John Ross, Hearne, Mackenzie, Franklin, Back, Richardson, Belcher, M'Clure, M'Clintock, Hall, Bellot... Quindi si spostò per vedere più da vicino un quadro appeso sopra il caminetto. Un primitivo eschimese. Su uno sfondo bianco e desolato un sole giallo sanguinava raggi rossi. Sotto, un corvo minaccioso beccava una testa umana galleggiante. "Ah," disse Sir Hyman, entrando "vedo che è stato sedotto dal corvo ingannatore". "E' questo che rappresenta?". "Una volta un corvo piombò su un gruppo di igloo e disse agli abitanti di andare incontro a certi visitatori che stavano arrivando. Se non li avessero trovati prima del calar della notte, disse, dovevano accamparsi ai piedi della scogliera. I visitatori non si fecero vedere e, secondo le istruzioni, la gente che si era messa in marcia costruì nuovi ripari ai piedi della scogliera. Quando si fu spenta l'ultima lampada, il corvo ingannatore volò dritto sopra la scogliera che incombeva sugli igloo. In cima, appollaiato su un'immensa massa sporgente di neve, cominciò a saltare, correre, danzare, e provocò una valanga. Sotto, la gente che si era fidata di lui rimase sepolta, e non si risvegliò mai più. Il corvo attese la primavera. Poi, quando la neve si sciolse e rivelò i corpi degli sfortunati eschimesi, il corvo si divertì a cavar loro gli occhi. Secondo la leggenda, ne ricavò provviste in abbondanza fino all'estate inoltrata. Cosa ne dice di uno sherry?". "Le dispiacerebbe se prendessi uno scotch?". "Naturalmente no". Furono interrotti da Lady Olivia. Molto più giovane di Sir Hyman, bionda, mento prominente, aveva in mano una cartelletta a molla con il disegno della tavola per la cena. Ogni posto era contrassegnato da una bandierina con il nome dell'ospite. "Ha appena telefonato la segretaria di Henry per dire che lui è in dubbio per stasera. La seduta alla Camera durerà fino a tardi". "Allora dovremo fare a meno di lui". "Ma non vedi? Questo vuoi dire che dobbiamo mettere Rab vicino a Simon". Sir Hyman gettò un'occhiata alle bandierine. "E se spostassi qui Rab?". "Lì ci ho messo Lucy. Lei sarà tutta contenta. In fondo, è venuta qui in cerca di un titolo, no?". "Lucy Duncan?". "La ragazza canadese". "Ah, la Gursky. Non possiamo parlarne dopo?" chiese Sir Hyman, indicando Moses. "Non ci metto molto". Moses scorreva un libro aperto su un leggio, "I diari di Angus McGibbon, commissionario della Compagnia della Baia di Hudson nel forte del Principe di Galles": "Un giovane bianco sconosciuto alla Compagnia o alla concorrenza vive con un gruppo nomade di Esquimaux nella baia di Pelly e sembra essere venerato da loro come guaritore o sciamano. Il suo nome è Ephrim Gorski, ma forse per il colorito scuro e gli occhi penetranti gli Esquimaux lo chiamano Tulugaq, che nella loro lingua significa corvo". Mezz'ora dopo tornò Lady Olivia, irritatissima, con la cartelletta in mano. "Abbiamo risolto il problema, cara" disse Sir Hyman. "Verrà Mister Berger a cena da noi stasera. Anche lui è canadese. Ha conosciuto Lucy da bambino". Non erano referenze sufficienti per Lady Olivia. "E' al Balliol con una borsa Rhodes. Suo padre è un poeta". "Oh, che carino" disse Lady Olivia. "Non sapevo che ne avessero uno".
Note.
Nota 1. Nello slang americano, il termine più offensivo per indicare un ebreo [Nota del Traduttore].