4.
Moses si infuriò quando, nel 1950, "Jewish Outlook" pubblicò la poesia di L.B. che celebrava il ventesimo anniversario di matrimonio di Mister Bernard. Era diventato anche lui un socialista impegnato, e inveì contro suo padre accusandolo di aver tradito i vecchi compagni che lo adoravano per diventare l'apologeta dei Gursky, uno dei tanti leccapiedi di Mister Bernard. "Calmati un po'. Abbassa la voce, per favore. Si da il caso" protestò L.B. "che Mister Bernard abbia fatto di più per i nostri profughi e per lo Stato d'Israele di tutti quei "nebbishe" messi assieme". Ma Moses non ne voleva sapere, e continuò ad accusare suo padre di essere diventato un "nimmukwallah", uno che aveva mangiato il sale del re. Litigarono, e Moses disse che L.B. era un pretenzioso, dato che teneva le copie carbone di tutte le sue lettere. L.B. rispose: "Sappi che la prima edizione del "Roveto ardente", l'in-folio della Spartacus Press, adesso vale dieci dollari, ammesso che uno sia tanto fortunato da trovarne una copia. Nei cataloghi è alla sezione 'Judaica' dei libri rari canadesi. Roba da collezionisti". Furibondo, Moses sbatté la porta della casa sul viale alberato di Outremont e cercò conforto nella compagnia di Sam Birenbaum. Gli telefonò da un bar del centro. "Vieni a bere qualcosa con me" gli disse. "Be'...". "Su, dai, Molly sarà solo contenta di non averti fra i piedi, per una volta". Sam, che un tempo aveva incantato il gruppo di L.B. recitando il discorso di Sacco alla corte, era stato il primo dei ragazzi a deluderli. Un esito paradossale, dato che fin dai tredici anni Sam era diventato quello da cui il gruppo dipendeva per le necessità più svariate. Oh, mio Dio, singhiozzava una delle donne, telefonando al negozio di frutta e verdura dei Birenbaum, mandate subito Sam, sono saltate tutte le luci. O il water è otturato. O il rubinetto della cucina ha gocciolato tutta la notte. O i caloriferi sono freddi. O la macchina di mia cognata non parte. Allora Sam correva a sostituire un fusibile bruciato o a tirar fuori qualcosa di irriferibile dal water o a cambiare un rubinetto o a spurgare un termosifone o a riempire una batteria secca di acqua distillata o quello che era. E così, anche se tutti gli erano riconoscenti, talora in maniera esuberante, lui ogni volta si rendeva conto che la sua abilità in materie tanto plebee lo sminuiva ai loro occhi. L.B. aveva disapprovato il fatto che al liceo Moses e Sam fossero diventati inseparabili, e non perdeva occasione di stuzzicare Sam ogni volta che veniva in casa. "E' un libro quello che stai leggendo, Sam, o i miei occhi mi ingannano?". "E' una rivista. 'Black Mask'". "Spazzatura". Poi Sam e Moses si erano ritrovati alla McGill. Sam, di tre anni maggiore di Moses, era stato direttore del "McGill Daily" finché, all'ultimo anno, aveva abbandonato l'università e si era messo a lavorare alla "Gazette" di Montreal, perché la sua ragazza era incinta. Molly, che avrebbe preferito che lui continuasse a studiare, e poi magari si dedicasse seriamente alla scrittura mentre insegnava, aveva confessato di essere disposta ad abortire. Sam non voleva nemmeno sentirglielo dire. Da quando, al liceo, aveva cominciato a uscire con Molly, aveva avuto paura che lei trovasse qualcuno più intelligente e meno grasso di lui, ma adesso era obbligata a sposarlo. Moses ricordava il giorno in cui Sam, entusiasta, gli aveva dato la notizia. "Molly Sirkin mia moglie. Pensa un po'". Erano andati a pranzo al Chicken Coop per festeggiare. "Non guardare adesso," aveva detto Sam "ma c'è Harvey Schwartz, uno che non ha mai conosciuto un ricco che non gli fosse simpatico". Harvey si era avvicinato e aveva presentato la sua fidanzata, Miss Rebecca Rosen, che portava sul petto un mazzolino di gardenie. "Siamo appena stati da Mister Bernard" aveva detto Harvey, buttando lì la notizia che subito dopo la laurea sarebbe entrato nelle distillerie McTavish. "La considero una grande sfida personale". "Vorrei chiederti una cosa di natura molto intima" aveva azzardato Moses. "Quando sei in visita da Mister Bernard e devi pisciare, quale bagno ti fanno usare?". "Andiamocene, passerotto" aveva replicato Becky. "Vogliono solo fare gli scemi". E adesso Sam, a nemmeno ventitré anni, era padre di un bambino di due, vittima potenziale di otite, morbillo, arrossamenti da pannolino, rapitori, pedofili, morte in culla e solo Sam poteva immaginare cos'altro. I due amici si incontrarono al Café André. Moses raccontò a Sam il litigio con L.B. e maledisse i Gursky, la nuova monarchia ebraica in America. "Da Maimonide a Mister Bernard. Dallo spirito all'alcol. Ne abbiamo fatta di strada, non ti pare?". "Credevo fossi amico dei Gursky". "Solo di Henry". Si spostarono al Rockhead's Paradise, dove Sam telefonò subito a casa. "Non guardarmi così.
Preferisco che sappia esattamente dove sono, giusto nel caso...". "Nel caso di che?". "Va bene, va bene. Adesso ti dico una cosa, ma che resti fra noi. Ho mandato un po' della mia roba al 'New York Times'. Mi hanno invitato per un colloquio, ma anche se mi offrono un lavoro non ho intenzione di accettarlo". "Perché no?". "Molly vuole tornare a lavorare l'anno prossimo. Sua madre potrebbe occuparsi di Philip durante il giorno e io potrei lasciare la 'Gazette' e provare a scrivere qualcosa di serio". Qualche ora dopo Sam, alla guida della macchina di suo padre, riuscì ad arrivare senza incidenti alla casa dei Berger a Outremont. Moses aveva notevoli difficoltà con la chiave della porta. Era piombato in ginocchio per meglio concentrarsi su come infilarla nella toppa, e cominciò a ridacchiare come uno stupido. "Ssst," si ammonì da solo "L.B. sta dormendo". "Sogna encomi spropositati" disse Sani. "... Pulitzer...". "... Nobel...". "Statue erette in suo onore". "Quei capelli, Cristo santo. Beethoven". "Buttala giù". Si sedettero sui gradini della veranda e Moses ricominciò con i Gursky. "Mi hanno detto che il vero bastardo era Solomon, che è morto negli anni Trenta". "Molly sarà rimasta alzata ad aspettarmi". "Potresti farmi consultare il materiale su Solomon Gursky alla 'Gazette'?". "Perché ti interessa tanto?". "Ti ricordi Shloime Bishinsky?". "Certo che me lo ricordo. Cosa c'entra lui?". Nessuna risposta. "Vuoi sbatterlo in faccia a L.B., vero, compagno?". "Puoi farmi consultare il materiale su Solomon Gursky o no?". "Sì, certo". Ma alla "Gazette" il dossier su Solomon Gursky era stata rubato. La grossa busta gialla della biblioteca era vuota. E quando recuperò i vecchi giornali che parlavano del processo, Moses scoprì che qualcuno aveva ritagliato gli articoli utili con una lametta da rasoio. Moses era stregato per sempre.