Viaggio in Italia
Non si sa se sia mai esistito il buon governo in Italia. Le uniche prove che si riscontrano sono quelle contenute nelle pitture. Ma talvolta la pittura è ingannevole. Ciò che non inganna, e che è testimonianza tuttora tangibile, è una parte del contenuto di queste pitture, e cioè i paesaggi e le clamorose costruzioni che sono pervenuti fino ai giorni nostri. Per quanto da oltre cinquant’anni la maggioranza degli italiani si stia con determinazione quotidiana impegnando a cancellare le tracce del suo glorioso passato, una piccola e talvolta casualmente aggregata minoranza di persone di buona volontà si oppone al destino tracciato. Si tratta di parecchi eroi sottopagati nelle soprintendenze, quelle che festeggiano quest’anno il centenario della loro nascita e alle quali “Art e Dossier” fa i migliori auguri di sopravvivenza. Si tratta di migliaia di privati che preferiscono al lucro immediato il rispetto per un’eredità che vogliono tramandare, migliorata, ai loro discendenti, e ciò sia che siano proprietari fortunati dei beni o solo fruitori. Si tratta di associazioni come il FAI o le Dimore storiche e Italia nostra. A loro si deve la possibilità d’immaginare anche in futuro un Tour italiano che non sarà forse “Grand” come nel Settecento, ma di sicura soddisfazione in un mondo che alcuni vorrebbero omologato a parametri unici e conformati. “Che tutto si assomigli!” è parola d’ordine che combatterà l’Italia intesa come museo diffuso, secondo le sagge parole del nostro amico Antonio Paolucci. Una battaglia incruenta ma non per questo meno sconvolgente. Che vedrà come alleati tutti i viaggiatori attenti, i pellegrini appassionati e i romantici in cerca di radici. Che affronterà con coraggio le orde di cultural-turisti per tentare di affrancarle. E che non sa bene ancora che cosa fare con il popolo della convention mondiale delle arti, che sceglie di volta in volta l’area mondana alla quale aderire e per il momento non sa ancora nulla sul patrimonio storico ma s’occupa solo d’inaugurazioni d’arte contemporanea, il popolo delle Biennali che ha sostituito il sofisticato jet set d’una volta con quello nuovo low cost. Ce n’è per tutti i gusti. E ci sarà lavoro per molti.
(da “Art e Dossier” n. 257, luglio-agosto 2009)