Architettura futurista
Mentre l’Italia, che sperimenta l’unificazione solo da pochi decenni, vive in ritardo il processo di rivoluzione industriale e l’aumento della popolazione che scatena flussi migratori, il movimento futurista prende avvio su iniziativa di Filippo Tom-Il manifesto futurista maso Marinetti con il manifesto pubblicato su Le Figaro nel 1909: il movimento si propone di ringiovanire la cultura italiana e quella internazionale e di inaugurare una nuova con-Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara cezione estetica che abbracci ogni aspetto dell’esistenza (di-stinguendosi così da altre tendenze contemporanee).
Il Futurismo
In poesia questi intenti si traducono nell’uso del verso libe-in poesia
ro e di sintassi e analogie ardite accompagnate da una rivoluzione tipografica che induce a inedite suggestioni visive.
Il Futurismo
In politica si esprimono posizioni fermamente interventiste,
in politica
irredentiste e antisocialiste (passando da un’alleanza con il
Fascismo degli albori all’accusa di «arte degenerata» da parte
di ambienti del regime).
Il Futurismo
In pittura i maestri dell’avanguardia sono Giacomo Balla, Um-in pittura
berto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini e Fortunato Depero, ognuno con proprie originali soluzioni accomunate dal bisogno di rappresentare il movimento, cifra della nuova civiltà delle macchine. A quello del 1909 seguono i ma-nifesti della pittura (1910), dei musicisti, dei drammaturghi, della donna, della cinematografia, della danza e della politica.
Antonio Sant’Elia
Antonio Sant’Elia, nato a Como nel 1888, nel 1914 (due anni
prima di morire in guerra) firma il Manifesto dell’architettura futurista. Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, come disegnatore e architetto sviluppa temi originali, che entrano di diritto nel repertorio futurista: durante la sua
breve esistenza Sant’Elia elabora un corposo gruppo di schizzi, caratterizzati da un forte senso tridimensionale, in cui si raffigura la metropoli moderna proiettata nel futuro (16 ta-228
vole vengono esposte a Milano proprio nel 1914). Tema ri-La centrale elettrica,
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara corrente è quello della centrale elettrica, simbolo della nuo-cattedrale del futuro
va civiltà industriale e vera cattedrale del futuro, formata da
elementi compatti, privi di decorazioni e aperture, in cui si distinguono ciminiere, possenti volumi proiettati verso l’alto e contrafforti. La serie della Città Nuova raffigura invece utopi-La Città Nuova
che visioni di complessi architettonici giganteschi attorniati
da strutture tecnologiche.