popolazioni nomadi e stanziali
L’origine dell’architettura viene fatta coincidere dagli storici Dal nomadismo alle
con il passaggio epocale dalle popolazioni nomadi di cac-prime civiltà stanziali
ciatori e allevatori alla nascita delle prime civiltà stanziali, avvenuto intorno al 6500 a.C. I primi ripari costruiti dalle po-Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara polazioni nomadi, pur avendo un carattere precario legato al-la scarsità delle risorse disponibili, ai frequenti spostamenti determinati dalla migrazione delle prede o dall’alternanza dei
terreni di pascolo, contengono in nuce principi, credenze e
aspirazioni che saranno alla base delle successive civiltà.
Nelle stesse speculazioni teoriche della cultura architettonica
occidentale sono ricorrenti i riferimenti al concetto di “capan-Il concetto di
na primitiva”, inteso come primo atto di occupazione del mon- “capanna primitiva”
do da parte dell’uomo, di definizione di un ambiente domestico favorevole alla sopravvivenza, in contrapposizione ai ri-gori della natura. A causa del carattere effimero e transitorio dei manufatti risalenti alla fase preistorica del nomadismo, oggi di
questi non abbiamo alcun reperto; tuttavia un’indicazione piuttosto precisa è fornita dagli studi di antropologia culturale e di etnologia. I primi ripari delle popolazioni nomadi erano rappresentati da rudimentali capanne, con pavimento di terra battuta, ossatura di rami e copertura a falde rivestita e protetta da frasche, foglie e fascine. Tali strutture avevano la caratteristica
di poter essere montate in breve tempo e abbandonate al termine della battuta di caccia o del periodo di pascolo.
19
Dalle origini all’antico Egitto
Figura 1
Altro tipo di riparo che si presentava a portata di mano in si-Pittura rupestre
mili occasioni era costituito dalle grotte naturali, che non ve-raffigurante una scena
nivano semplicemente occupate dagli allevatori o dai caccia-di caccia (Altopiano
tori, ma modificate e adattate alle loro esigenze. Le caverne
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara del Tassili, Sahara
costituivano ampi rifugi naturali, di cui le popolazioni primi-algerino).
tive si appropriavano, modellandone per quanto possibile le
asperità, organizzando al loro interno percorsi e luoghi di sosta, modificandone la percezione visiva tramite l’apertura di prese di luce naturale o tramite l’utilizzo del fuoco, e deco-Graffiti rupestri
randone le superfici interne: ne sono testimonianza i numerosi ritrovamenti di graffiti rupestri raffiguranti scene di caccia e di vita quotidiana.
Popolazioni
Intorno al VI millennio a.C. le popolazioni che abitavano le
della Palestina
regioni mediorientali della Palestina e della Mesopotamia (at-e del a Mesopotamia tuale Iraq), in seguito allo sviluppo dell’agricoltura nelle loro terre – inondate e rese fertili dalle periodiche inondazioni del
Tigri e dell’Eufrate – modificarono progressivamente le proprie condizioni di vita, divenendo stanziali. Questo cambiamento garantì raccolti regolari, accumulo delle eccedenze da destinare al commercio e formazione di gruppi sociali consolidati e organizzati “politicamente”. Il cambiamento sociale determinò nuove modalità di insediamento sul territorio e l’esigenza di edificare costruzioni che si differenziassero le
une dalle altre in relazione all’utilizzo cui erano destinate.
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1 - Prime forme di architettura preistorica
Le tende delle popolazioni nomadi si trasformano presto in Prime abitazioni
strutture più solide, abitazioni a pianta circolare con inte-a pianta circolare
laiatura di rami rivestita di cannicciato, reso consistente da un
impasto di fango e paglia. Nel Neolitico questa struttura trova grande diffusione in un’area che si diffonde fino alla Mon-golia, e acquisisce caratteri di sempre maggiore stabilità: alle orditure perimetrali di legno e alle coperture leggere si so-stituiscono strutture murarie a pianta circolare in pietra a secco, sassi e mattoni che si prolungano sulla copertura a formare una sorta di igloo. È questa la tipologia a thòlos, che Struttura a thòlos grande importanza rivestirà nella edificazione delle tombe a
tumulo delle civiltà cretese e micenea.
Questi primi insediamenti rurali, inizialmente isolati al centro
delle principali regioni agricole, con il diffondersi dell’agricoltura cominciano a dar vita ai primi villaggi, evidenziando subi-Nascono i vil aggi to la difficoltà di aggregazione di strutture edilizie a pianta circolare. Di conseguenza la tipologia a thòlos viene progressivamente sostituita da edifici con strutture murarie disposte ortogonalmente tra loro e in posizione verticale, in modo da favorire razionali composizioni e aggregazioni di elementi. Centri come Gerico in Palestina, Catal Hüyük in Anatolia e Tell Hassuna in Mesopotamia divengono punti di organizzazione della vita collettiva, centri religiosi e amministrativi, nodi commerciali e luoghi di nascita della produzione artigianale. Al di là delle specificità locali, queste prime forme di aggregazione presentano alcuni caratteri comuni, che costituiranno la base per lo sviluppo delle successive civiltà urbane.
I L’insediamento agricolo di Catal Hüyük
Catal Hüyük è una delle più antiche città neolitiche dell’Anatolia. Durante gli scavi che, a partire dagli anni Cinquanta
del Novecento, l’hanno riportata alla luce (ma solo in parte),
si è scoperto che questo centro di allevatori e agricoltori aveva tutte le caratteristiche di un primitivo modello urbano. Addossate le une alle altre a formare una sorta di alveare e cinte da mura sprovviste di aperture, le case (vista l’assenza di Case accessibili strade) erano accessibili dai tetti mediante scale retrattili di dai tetti
legno. Questi tetti, terrazzati e posti ad altezze diverse, consentivano alla luce di raggiungere l’interno delle abitazioni tramite piccole finestre. Ogni casa era fatta di mattoni di fango essiccato ed era a un piano, con un unico ambiente rettangolare ricoperto di stuoie al cui centro troneggiava il focolare; due piattaforme con i giacigli fungevano da “stanza” da letto. Le abitazioni potevano essere provviste di un collegamento al santuario, un ambiente più ampio dove si seppel-Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara livano i defunti e si celebravano riti in onore degli dei.
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Dalle origini all’antico Egitto
Il Neolitico: architettura megalitica
A differenza di quanto avviene nelle aree geografiche mediorientali tra il V e il III millennio a.C., in Europa non si registra la nascita di analoghi insediamenti urbani, bensì lo sviluppo
della civiltà megalitica, che tra il 5000 e il 1800 a.C. si diffonde in Francia, Spagna, Inghilterra e Italia.
Caratteristica principale, nonché potente espressione delle
credenze religiose di tale civiltà, è l’uso di imponenti blocchi
di pietra conficcati nel terreno, veri e propri segnali architettonici che costituivano punti di riferimento all’interno del paesaggio indicando luoghi rituali e importanti sepolture.
Questi manufatti arcaici, composti in forme elementari, sono
di cinque tipi:
Tipologie dei
•I menhir (termine che in bretone significa “pietra lunga”)
manufatti megalitici
sono grandi blocchi isolati di pietra appena sbozzata dalla forma approssimativa di parallelepipedo, infissi verticalmente
nel terreno.
•Gli allineamenti (alignements) sono raggruppamenti di più
menhir, disposti in file rettilinee e parallele; esempi celebri
sono ubicati a Carnac, in Bretagna.
•I cromlech (termine che in gallese significa “cerchio di pietra”) sono raggruppamenti di più menhir disposti secondo
cerchi concentrici, spesso intorno a un masso centrale. Uno
degli esempi più noti e significativi è costituito dal complesso di Stonehenge, in Inghilterra, la cui costruzione pare ri-salga al II-III millennio a.C. Dall’orientamento degli elementi che lo compongono sembra fosse dedicato al culto del Sole.
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara •I dolmen (“tavola di pietra”), monumenti megalitici composti da una lastra di pietra grezza di forma appiattita, sorretta
da 2 o più ritti, anch’essi in pietra. Il dolmen, nella sua estrema
semplicità, costituisce il fondamento del sistema costruttivo tri-litico (dal greco trèis = 3 e lìtos = pietra), in cui 2 elementi verticali (piedritti) sostengono il peso di un elemento orizzontale (architrave) posto come copertura dello spazio sottostante.
Numerosi sono stati i ritrovamenti di dolmen in Francia e in
Bretagna: uno dei più celebri è la Table des Marchands a Locmariaquer, nel dipartimento di Morbihan, in Bretagna.
•L’ allée couverte è un raggruppamento di più dolmen allineati in modo da costituire una sorta di galleria.
I Gli allineamenti di Carnac
Con i suoi 3000 menhir allineati, la cittadina bretone di Carnac
è un simbolo indiscusso della civiltà megalitica. Vi si possono
individuare 5 allineamenti, anticipati da un cromlech ovale e
concepiti, secondo alcuni studiosi, come un gigantesco oro-22
1 - Prime forme di architettura preistorica
logio astronomico con cui prevedere le eclissi e determinare L’orologio
i periodi di aratura e semina. A confermare questa tesi ci sa-astronomico
rebbe il fatto che i campi di pietre traguardano monumenti di Carnac
megalitici delle zone circostanti, tra cui il Grand Menhir Brisé, sulla penisola di Locmariaquer, che probabilmente costituiva il principale punto di riferimento per calcolare le pause delle perturbazioni lunari e prevedere le eclissi. Inoltre pare
che, per stabilire le distanze tra le file, gli antichi avessero fatto riferimento alla yarda megalitica, unità di misura pari a 81,6
centimetri, che sarebbe alla base di tutte le costruzioni megalitiche della zona di Carnac, ipotesi non da tutti condivisa.
Il primo allineamento, Le Ménec (o “luogo delle pietre”), è
orientato verso nordest ed è costituito da 11-12 file di menhir
che si dipanano per 1165 metri: 1099 monoliti che arrivano a
essere alti fino a 4 metri e a pesare anche 50 tonnellate. Al termine di Le Ménec s’incontra un altro cromlech ovale. Termina invece con il piccolo allineamento di Le Manio il secondo viale di pietrefitte, Kermario (o “luogo dei morti”), che dista dal primo circa 250 metri ed è costituito da 1029 monoliti di altezza decrescente (da oltre 6 m a 60 cm). Dopo un menhir alto
quasi 6 metri, il Gigante del Manio, s’incontrano le 13 file di
555 menhir disposte a ventaglio del terzo allineamento, Kerlescan (o “luogo bruciato”). Seguono l’allineamento di Petit
Ménec (o “piccolo luogo delle pietre”), che pare costituisse
con Kerlescan un unico lunghissimo viale, e quello di Kerzerho.
I Il complesso di Stonehenge
Il complesso megalitico di Stonehenge, nella contea inglese
di Wiltshire, sarebbe stato costruito fra il 3000 e il 1550 a.C.
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara Considerato il più importante monumento preistorico d’Eu-Il più importante
ropa, viene interpretato come un santuario dedicato al dio monumento
Sole, nonché un progredito osservatorio astronomico. Nel preistorico europeo
corso dei 1500 anni che portarono alla realizzazione di questo tempio monumentale, abbandonato a metà del secondo
millennio, si individuano tre fasi costruttive. Dapprima le comunità neolitiche spianarono un’area circolare (detta henge), al cui ingresso furono posti un masso di arenaria (detto per
la sua forma Pietra del Calcagno) e 2 monoliti. Lungo il perimetro furono scavate una sessantina di buche (per l’esat-tezza 56, numero che diviso per 3 dà 18,6: il tempo occor-rente alla Luna per compiere un giro completo della linea dei nodi), utilizzate – lo si deduce dai ritrovamenti – come tombe. A completare il quadro, che vede protagonista la cultura
di Windmill Hill, 4 monoliti di arenaria sarsen: si pensa che
fossero impiegati per le osservazioni astronomiche. In un secondo momento al centro dell’area furono eretti 80 menhir
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Dalle origini all’antico Egitto
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara Figura 2
di pietra disposti in 2 semicerchi concentrici. Successiva-Complesso
mente, al posto dei 2 semicerchi fece la sua comparsa – sia-di Stonehenge
mo nella fase della cultura guerriera del Wessex dell’Età del
(Piana di Salisbury,
Bronzo – un anello di 29,5 metri di diametro (29,5 è il nu-Gran Bretagna).
mero dei giorni del mese lunare sinodico), formato da blocchi verticali di arenaria sarsen, alti oltre 4 metri e sormontati da un architrave circolare di blocchi orizzontali; al centro 5 colossali triliti disposti in modo da racchiudere la cosiddetta “pietra dell’altare”. Più tardi all’interno dell’anello sarsen vennero aggiunti un cerchio di 40 pietre azzurre alte fino a 2 metri e una ventina di menhir di forma conica, disposti a ferro di cavallo nello spazio circoscritto dai 5 triliti.
Tra i resti di questo complesso megalitico – che si sono conservati fino ai giorni nostri –, frammenti di blocchi e menhir, i 4 monoliti della prima fase, la Pietra del Calcagno e l’altare.
Un complesso
Ciò che ancora lascia stupefatti è l’imponenza di Stonehen-di rara imponenza
ge, soprattutto se si considera che, per il trasporto e l’innalzamento dei giganteschi blocchi di pietra, nel Neolitico non c’erano a disposizione i macchinari di cui ci si può avvalere
oggigiorno. Tuttavia non si può certo dire che queste popolazioni preistoriche non potessero contare su architetti, ma-nodopera e astronomi all’altezza della situazione.
Per quanto riguarda la funzione di osservatorio astronomico
Wil iam Stukeley
attribuita al tempio, fu l’archeologo William Stukeley, nel 1740,
il primo a riscontrare l’orientamento verso nordest – nel punto in cui sorge il sole al solstizio d’estate, il 21 giugno – della 24
1 - Prime forme di architettura preistorica
Pietra del Calcagno e della strada che conduce al centro dell’ henge. Un’interpretazione in chiave astronomica che ha il suo più recente sostenitore in Gerald Hawkins (1928-2003), con-Gerald Hawkins
vinto che Stonehenge consentisse di traguardare e calcolare il
sorgere e il tramontare del sole e della luna nei solstizi, di determinare un calendario lunare e di prevedere le eclissi.
La civiltà nuragica in Sardegna
La civiltà nuragica nasce e si sviluppa in tutto il territorio della Sardegna in un arco temporale che dalla prima Età del Bronzo (XVIII sec. a.C.) arriva all’Età del Ferro (900-238 a.C.), fino al suo declino nel II secolo d.C., in piena epoca romana.
L’origine della civiltà nuragica, che prende il nome dal suo Origine
monumento più rappresentativo (il nuraghe), pare sia da at-della civiltà nuragica
tribuire alla stessa popolazione sarda che, durante il Neolitico e l’Età del Rame, aveva dato vita alla grande cultura della Sardegna prenuragica e che, nel 1700 a.C., con la scoperta e
l’utilizzo del bronzo, determina trasformazioni economiche
e sociali che portano a forme più evolute di organizzazione
delle comunità e a un’originale concezione architettonica.
La prima fase della civiltà nuragica, denominata dagli storici
Nuragico I A (1700-1500 a.C.), vede l’affermarsi dei caratteri Nuragico I A
distintivi di questa società, e in campo architettonico si assiste all’edificazione dei primi protonuraghi o nuraghi a corridoi. Tali costruzioni, costituite dall’aggregazione di grandi blocchi sbozzati di pietra, presentano una forma piuttosto tozza (la loro altezza non supera i 10 m) e uno sviluppo planimetrico irregolare; internamente sono attraversati da uno o più corridoi, intervallati da qualche piccola cella ricoperta da
una falsa volta. Peculiarità dell’insieme è la predominanza Predominanza
della massa muraria rispetto all’esiguità degli spazi interni, della massa muraria
compensata dalla presenza di una terrazza superiore, spesso coperta da una struttura lignea.
Intorno al 1500 a.C. (Nuragico I B), durante la media Età del Nuragico I B
Bronzo, cominciano a comparire i nuraghi veri e propri, o nuraghi monotorre: si tratta di costruzioni di forma troncoconica realizzate con massi in pietra grezza o appena lavorata per agevolarne la posa in opera, assemblati a secco, senza l’impiego di leganti cementizi.
La tipologia costruttiva è la stessa che si rinviene nelle tombe Differenze tra
minoiche e micenee (costruzione a pianta circolare costitui-le thòlos di area
ta da filari concentrici aggettanti di conci di pietra, conclusa egea e i nuraghi
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara sulla sommità da una falsa cupola), con la differenza però che,
mentre le thòlos dell’area egea venivano edificate all’interno
25
Dalle origini all’antico Egitto
ARCHITETTURE IN LEGNO
Il legno è stato il primo materiale da co-padiglione, composto da una gabbia di
struzione impiegato dall’uomo fin dalla
elementi portanti di legno tamponati da
preistoria, e le sue peculiarità (facile re-pannelli leggeri in carta o bambù. Per
peribilità, buone caratteristiche fisiche
consentire la protezione di tali strutture
e meccaniche, agevole lavorabilità e, in
a vista, la copertura, composta da
alcuni casi, possibilità di utilizzo anche
un’ossatura di travi di legno e da un
senza alcuna lavorazione) ne hanno fat-manto in tegole di laterizio, è dotata di
to una materia prima tra le più diffuse in
forti aggetti.
campo edilizio, soprattutto tra le civiltà
Anche in Giappone la struttura delle co-primitive. Le più antiche testimonianze
struzioni anticamente era di legno, co-di costruzioni lignee risalgono al Paleoli-perta da tetti a falda in paglia e caratte-tico e riguardano sia strutture simili a rizzata da un’estrema chiarezza compo-tende sia costruzioni sotterranee in
sitiva e da un eccellente livello tecnico
cui le pareti verticali e la copertura pia-delle carpenterie. È nelle abitazioni e
na erano realizzate con tronchi d’albero
nelle case del tè che la cultura giappo-allineati e giuntati tra loro, ricoperti di
nese riesce a esprimere il rigore compo-terra. Successivamente, durante il Neoli-sitivo degli spazi e il proposito di massi-tico, si hanno testimonianze relative a in-ma integrazione tra la costruzione e il sediamenti su palafitte costituiti da abi-contesto naturale.
tazioni di legno edificate sopra a piat-In Europa gli edifici interamente realiz-taforme sostenute da un gran numero di
zati in legno nascono e si diffondono
pali conficcati nel terreno o sul fondo
nelle regioni nordoccidentali, dove sono
dei laghi (insediamenti di Ledro e Fiavè
tuttora presenti, soprattutto nei contesti
nei pressi del Lago di Garda). Nei secoli
montani e rurali. Le tecniche di assem-successivi il legno ha caratterizzato la
blaggio sono di diverso tipo e vanno dal-costruzione di manufatti architettonici in
la semplice sovrapposizione di tronchi
tutto il mondo, divenendo il materiale
scortecciati, incastrati tra di loro in corri-preponderante sia per singoli elementi
spondenza degli angoli, all’utilizzo di
costitutivi (come coperture, solai e ser-strutture lignee completate da tampona-ramenti) sia per interi sistemi costruttivi.
menti in mattoni, fino alla tipologia dello
In Cina il modulo generatore comune a
chalet, la cui struttura è costituita da
tutte le tipologie edilizie è costituito dal
un’orditura di travi squadrate e tavole
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara di un tumulo di terra (o di una collina artificiale), i nuraghi
erano realizzati a partire dal piano di campagna, ossia all’aria
Struttura interna
aperta. Internamente la struttura del nuraghe presenta una
del nuraghe
o più camere sovrapposte, di cui quella al piano terra è collegata con il vano di ingresso tramite un andito più o meno
lungo. A partire dall’andito di ingresso, o dalla camera al piano terra, una scala di pietra conduce alle camere superiori e alla terrazza posta sulla sommità, seguendo l’andamento circolare delle masse murarie perimetrali. Nel notevole spessore di queste ultime, costituite da un doppio paramento mu-26
1 - Prime forme di architettura preistorica
piallate, lavorazioni rese possibili dall’af-gio di listelli di legno per formare grandi
finamento degli utensili impiegati.
elementi strutturali, quali pilastri e travi
In contesti urbani e in tempi recenti,
ad andamento rettilineo o curvilineo (im-grazie alla sempre più accentuata sensi-piegati per coperture e strutture di di-bilizzazione verso i problemi ambientali mensioni rilevanti).
e verso le qualità percettive dei materia-
• I legni prodotti per sfibratura. Appar-li tradizionali, si registra un rinnovato in-tengono a questa famiglia prodotti realiz-teresse per l’utilizzo del legno, non solo zati con scarti di lavorazione delle tavole
in ambito strutturale, ma anche per
di legno, economicamente vantaggiosi,
quanto riguarda le opere provvisorie, le
generalmente impiegati nel campo del-finiture, i rivestimenti e gli isolanti, non-l’arredamento e come isolanti termoacu-ché nel campo dell’arredamento, dove stici. Sono costituiti da pannelli di lana di
l’impiego di questo materiale non ha
legno, pannelli OSB (Oriented Strand
mai avuto flessioni. In tal senso, paralle-Board) e truciolari, ottenuti dall’aggrega-lamente all’impiego del legno naturale zione di trucioli, scaglie e fibre di legno,
delle diverse essenze (abete, quercia,
tenuti insieme da collanti che ne miglio-frassino, olmo, larice, castagno e così
rano le caratteristiche meccaniche.
via), si è avuta negli ultimi tempi una no-
• I legni migliorati sono sottoposti a
tevole diffusione e messa a punto di
trattamenti specifici per conferire loro
prodotti derivati dal legno, che possono
determinate caratteristiche. I legni im-essere raggruppati in tre grandi famiglie:
pregnati sono sottoposti a un processo
• I legni compensati. Appartengono a
di imbibizione con resine sintetiche per
questa famiglia i compensati propria-migliorarne la resistenza al fuoco e la re-mente detti, composti da strati sottili di
sistenza all’aggressione di parassiti; i le-legno incollati tra loro a fibre incrociate;
gni metallizzati sono sottoposti a imbi-i panforti, composti da un’anima interna
bizione con metalli in fusione per miglio-costituita da listelli di legno e rivestita e-rarne la resistenza meccanica; i lamina-sternamente da fogli di legno a fibratura ti sono sottoposti a pressatura e imbibi-incrociata (impiegati, come i precedenti,
zione con resine sintetiche, per ottenere
per realizzare tamponamenti interni,
un prodotto dalle migliori caratteristiche
controsoffittature, rivestimenti e serra-di resistenza e minore variazione dimen-menti); i lamellari, ottenuti dall’incollag-sionale in relazione agli sbalzi di umidità.
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara rario di grossi massi, esterno e interno, colmato nell’intercapedine centrale da pietrame di piccole dimensioni, venivano generalmente ricavati alcuni spazi minori di servizio per soddisfare l’esigenza di ottimizzare lo spazio disponibile. Si realizzavano così nicchie e cellette, o venivano scavati pozzi al di sotto del piano del pavimento per la conservazione delle derrate alimentari.
In un secondo periodo, collocabile tra il 1300 e il 900 a.C. (Nu-Nuragico II e III
ragico II e III), al nuraghe monotorre si affiancano strutture
più articolate e complesse, costituite da diverse torri nuragi-27
Dalle origini all’antico Egitto
Figura 3
Schemi planimetrici
delle costruzioni
nuragiche in Sardegna:
A) protonuraghi
A
B) nuraghi monotorre
C) nuraghi complessi.
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, Novara B
C
Maggiore
che (da 2 a 5, che si aggiungono al mastio, la torre principa-complessità
le) raccordate tra loro da cortine murarie, a formare impo-costruttiva
nenti bastioni turriti a carattere militare e difensivo. Il livello
di complessità dell’insieme varia in relazione alla funzione
svolta e al ruolo della costruzione all’interno dell’ambito territoriale di influenza.
Tombe megalitiche
In ambito funerario, diffuse su tutto il territorio della Sarde-a corridoio
gna sono le tombe megalitiche a corridoio, conosciute con il
termine, inizialmente di origine popolare e successivamente
adottato dal mondo archeologico, di tombe di giganti. Il no-me trova la propria motivazione nelle rilevanti dimensioni del
corpo tombale e della camera funeraria, spazi destinati ad
ospitare decine – ma in alcuni casi anche centinaia – di sepolture. La tomba di giganti è costituita da un corridoio funerario (delimitato lateralmente da una successione di ritti in pietra e ricoperto da lastroni orizzontali o da filari aggettanti) nella cui parte terminale veniva collocato un bancone per la deposizione delle offerte. Esternamente il corridoio era ce-lato alla vista da un tumulo di terra che decresceva in altezza dal fronte di ingresso fino al fondo absidato. Ai lati del fronte di ingresso due bracci, costituiti da filari di pietra di altezza decrescente, formavano l’esedra, spazio sacro nel quale si svolgevano i rituali in onore dei defunti.
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1 - Prime forme di architettura preistorica
SCHEMA RIASSUNTIVO
DAL NOMADISMO ALLE
Il passaggio dal e prime forme di nomadismo al a creazione dei primi insediamenti
PRIME CIVILTÀ STANZIALI
stanziali, con conseguente realizzazione di costruzioni stabili, durature e integrate
tra loro, viene identificato dagli storici come la nascita dell’architettura, espressione fisica e materiale di una società complessa e organizzata.
Titolo concesso in licenza a Biblioteca Quarrata, 15493, ordine Istituto Geografico De Agostini 118943.Copyright 2011 De Agostini, NovaraCIVILTÀ MEGALITICA Diffusasi in Europa tra il 5000 e il 1800 a.C., nel corso dei secoli diventa in grado di
IN EUROPA
realizzare una grande quantità di imponenti manufatti in pietra dal a diversa conformazione (menhir, dolmen, cromlech, al ineamenti e allée couverte), di grande suggestione e potere simbolico.
CIVILTÀ NURAGICA
Nata e sviluppatasi in Sardegna dal a prima Età del Bronzo fino al II secolo d.C., prende
IN SARDEGNA
il nome dal suo monumento più rappresentativo, il nuraghe, e nel corso dei secoli sviluppa una nutrita serie di originali costruzioni da esso derivate.
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2 Architettura mesopotamica
La Mesopotamia, ricca regione dell’Asia Minore, è la culla in cui si sono
avvicendate civiltà e culture differenti, che sono riuscite a portare la tecnica
della lavorazione della terra cruda a livelli molto elevati. Queste civiltà hanno
edificato templi, ziqqurat e palazzi, fino a raggiungere l’apice con la città
di Babilonia, considerata nell’antichità una delle Sette Meraviglie del Mondo.